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Manovra e farmacie di capitali. Fofi: “Bene Grillo. Occorrono limiti efficaci al peso dei capitali nella rete delle farmacie”


La Federazione degli ordini dei farmacisti esprime “apprezzamento per le dichiarazioni del Ministro Grillo” a commento dell’eliminazione dal testo della Manovra dell’emendamento che richiedeva alle società titolari di farmacia che il 51% del capitale di gestione fosse rappresentato da farmacisti iscritti all’Albo professionale. E poi rilancia: “Emendamento può rappresentare un importante correttivo per salvaguardare e potenziare la capillare rete delle farmacie”

07 DIC - Il Comitato centrale della Federazione degli Ordini dei Farmacisti “pur nel pieno rispetto delle decisioni politiche, esprime apprezzamento per le dichiarazioni rese dalla Ministra della salute Giulia Grillo a commento dell’eliminazione dal testo della Legge di bilancio dell’emendamento che richiedeva alle società titolari di farmacia che il 51% del capitale di gestione fosse rappresentato da farmacisti iscritti all’Albo professionale”.
 
“Il Servizio sanitario nazionale – sottolinea la Fofi - oggi attraversa una fase critica cui concorrono il peso sempre maggiore delle patologie croniche, dell’invecchiamento della popolazione, dell’aumento della non autosufficienza e, d’altra parte, la necessità di affrontare i costi dell’innovazione farmacologica e tecnologica. In questo quadro diviene cruciale mettere al servizio dei cittadini un sistema sanitario territoriale efficiente, nel quale le farmacie di comunità, che ne sono presidio strategico, possano garantire sempre di più universalità ed equità di accesso, qualità delle cure e buon governo della spesa, attraverso le competenze professionali di farmacisti indipendenti e liberi da spinte di mercato”.
 
“Tuttavia – spiega la Federazione - anche questa preziosa rete assistenziale oggi risente di una situazione economica negativa, che ha già causato la chiusura di molte farmacie e mette a rischio la sua capillare presenza sul territorio, comprese quelle zone svantaggiate del paese in cui peraltro la farmacia di comunità rappresenta l’unico presidio sanitario”.
 
“In questo quadro – prosegue la nota - di fragilità, le norme previste dalla legge sulla concorrenza del 2017, che prevedono la possibilità per ciascuna società di capitali di possedere fino al 20% delle farmacie presenti a livello regionale - con il che 5 società potrebbero giungere a controllare tutte le 20.000 farmacie italiane - non possono che aprire la strada alla creazione di oligopoli, con una forte prevalenza degli obiettivi di profitto e di mercato e con conseguenze negative per la qualità del servizio reso alla popolazione”.
 
“In questo senso – conclude l’Ordine -, l’emendamento che prevede la maggioranza della componente professionale all’interno delle società che possiedono farmacie può rappresentare un importante correttivo per salvaguardare e potenziare la capillare rete delle farmacie di comunità, integrata nel SSN e coerente con la sua mission, che finora ha risposto alle esigenze dei cittadini”.

07 dicembre 2018
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