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Manovra. Anche il Senato dichiara inammissibili gli emendamenti sul 51% del capitale delle società di farmacia riservato ai farmacisti. Ritirato quello sulla deroga per iscrizioni agli Ordini senza titoli


Lo ha stabilito la Commissione Bilancio domenica scorsa prima dell’interruzione dei lavori sulla legge di Bilancio. Oggi riprese le sedute ma resta l’incertezza sul contenuto degli emendamenti del Governo ancora in trattativa con Bruxelles per evitare la procedura di infrazione.

18 DIC - Anche il Senato, dopo la Camera, “boccia” gli emendamenti (in questo caso presentati dal Cinque Stelle Sileri e dal leghista Romeo) per porre un limite alle farmacie di capitali introdotte dalla legge Concorrenza del 2017.
 
A comunicarlo il presidente della Commissione Bilancio Pesco (M5S) nella seduta di domenica scorsa prima dell’interruzione dei lavori decisa ieri su richiesta del Governo.
 
Evidentemente anche per il Senato, come era prima accaduto alla Camera, gli emendamenti sulle farmacie di capitali vengono considerati fuori tema rispetto alla manovra, anche se dai resoconti non emergono motivazioni particolari se non che gli emendamenti 1.1736 (Sileri) e 1.1737 (Romeo) sono dichiarati inammissibili "per materia" insieme ad altre proposte emendative presentate dai vari gruppi.
 
A questo punto la partita per porre un freno alle grandi catene di farmacie sembra persa a meno di un blitz governativo nell’attesissimo maxi emendamento che però ancora non è pronto in attesa che si concludano i febbrili negoziati con Bruxelles per evitare la procedura di infrazione.
 
In proposito si registrano le parole apparentemente ottimistiche del commissario UE Pierre Moscovici che oggi parland ai microfoni di radio Rtl si è detto impegnato “per evitare la procedura di infrazione all'Italia per la sua legge di Bilancio. Sto lavorando per garantire che l'italia non sia punita, e sono fiducioso. E' in campo un dialogo costruttivo per garantire che l'italia possa portare avanti la politica che vuole. Ma che lo faccia in base alle regole”.
 
Parole cui a distanza, sempre alla radio (Rai, radio2), risponde in qualche modo il vice premieri Luigi Di Maio: “Non ci sarà nessun accordo se ci chiederanno di tradire gli italiani. Ci sarà un accordo sulle promesse mantenute, non su quelle tradite”.
 
“Le prossime ore - ha detto Di Maio - saranno decisive, dopo l'alba si rimetterà in moto la macchina del Governo per l'ultima volta. Stanotte il ministro Tria e il presidente Conte hanno lavorato agli ultimi conti, ora si dovrebbe chiudere. Sono fiducioso su questo. Dal primo gennaio entrerà una legge di bilancio che può dar vita a un cambiamento in Italia”.
 
Tornando agli emendamenti esaminati domenica scorsa si segnala anche che è stato ritirato quello di Romeo (Lega) che riproponeva, anche se con una nuova formulazione rispetto alla Camera, la possibilità di iscrizione agli Ordini delle professioni sanitarie di quei professionisti che pur non avendo tutti i titoli, scolgevano attività da almeno 36 mesi negli ultimi cinque anni. 
 
Tra gli altri ritenuti inammissibili dalla Commissione Bilancio, l'emendamento del M5S 1.1786 disponeva per la completa realizzazione dell'anagrafe nazionale vaccini uno stanziamento incrementato di 50mila euro annui a decorrere dal 2019. Quello sempre del M5S 1.1633 che affidava ad Agenas il compito di realizzare a supporto del Ministero della salute e delle Regioni un sistema di analisi e monitoraggio delle performance delle aziende sanitarie. Per lo svolgimento di queste attività veniva autorizzata la spesa di 100.000 euro annui a decorrere dal 2019.
 
Niente da fare anche per l'emendamento della Lega 1.705 nel quale si stabiliva che l'Inail, dal 1 gennaio 2019, per la compilazione e trasmissione per via telematica, da parte dei medici e delle strutture sanitarie del Ssn, dei certificati medici di infortunio e malattia professionale, doveva trasferire annualmente al fondo sanitario nazionale 25 mln da ripartire tra le Regioni. Respinto, infine, l'emendamento 1.2124 della Lega sulla Sisac, che affidava alla struttura tecnica interregionale per la disciplina dei rapporti con il personale convenzionato con il Servizio sanitario nazionale 980mila euro a decorrere dal 2019 (dal 2003 il finanziamento era di 2 mln l'anno). 

 
 
 

18 dicembre 2018
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