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Manovra. C’è l’accordo con Bruxelles. Conte riferisce al Senato: “Emendamenti Governo ad horas in Commissione Bilancio”


Il presidente del Consiglio ha riferito in Aula a Palazzo Madama sulla manovra economica dopo che il tira e molla con la commissione Ue si è chiuso in maniera positiva con la non attivazione della procedura d’infrazione. IL VIDEO

19 DIC - Dopo l’accordo con Bruxelles sulla manovra economica il Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, renderà oggi alle 13, una informativa sulla legge di Bilancio all’esame del Parlamento.
 
Nel corso del suo intervento Conte ha annunciato la prossima presentazione in Commissione Bilancio degli emendamenti del Governo - "ad horas", ha detto il premier - con le modifiche necessarie a recepire l'accordo con Bruxelles. 
 
Qui di seguito il discorso integrale del presidente del Consiglio Giuseppe Conte:
Gentile Presidente, onorevoli senatrici e senatori, nel riferire al Parlamento sugli esiti del dialogo con la Commissione europea, desidero in primo luogo esprimere il mio sentito ringraziamento a tutti voi, di maggioranza ma anche di opposizione, per la comprensione mostrata in questi giorni durante i quali l'iter di esame del disegno di legge di bilancio ha proceduto con lentezza, scontando un ritardo rispetto ai tempi previsti.

I rinvii non sono stati causati, come sapete, da incertezze interne alla maggioranza di Governo. Nei giorni scorsi, si è imposto un rallentamento del vostro esame, così determinando una inevitabile compressione del dibattito in Commissione a causa della complessa interlocuzione che è intercorsa con l'estensione dell'Unione europea, alla quale abbiamo dedicato le nostre più risolute energie e il nostro più intenso impegno. Questa interlocuzione ci ha richiesto inesorabilmente molto tempo, come è inevitabile, d'altra parte, in un negoziato caratterizzato da forti connotazioni politiche, seppur dipanate lungo il binario di un serrato confronto tecnico di natura finanziaria e contabile.

In queste settimane, durante le quali i canali del dialogo non si sono mai interrotti, abbiamo lavorato per avvicinare le posizioni, senza mai arretrare - desidero rimarcarlo - rispetto agli obiettivi che con il voto del 4 marzo gli italiani hanno ritenuto prioritari nell'azione di Governo. Come è noto, allo scopo di rispondere alle urgenze e ai bisogni avvertiti dai cittadini e dalle imprese, abbiamo realizzato interventi di equità sociale, di inclusione e di sostegno al reddito, che in base a una stima iniziale hanno determinato, insieme alle altre misure anche di investimento, un deficit del 2,4 per cento. A fronte della decisione del Governo, la Commissione europea ha espresso le proprie riserve, preannunciando l'avvio, nei confronti dell'Italia, di una procedura di infrazione per disavanzo eccessivo. Si profilava così per il nostro Paese una prospettiva che andava evitata. Abbiamo lavorato con la massima determinazione per evitare questa procedura di infrazione, dialogando a più riprese con il Presidente e alcuni componenti della Commissione europea in particolare, ma anche con vari Capi di Stato e di Governo di singoli Paesi membri, al fine di illustrare ai nostri interlocutori il più ampio disegno riformatore e di persuaderli sulla opportunità di giungere, nel reciproco interesse, a una soluzione condivisa. Abbiamo pienamente salvaguardato la nostra impostazione della manovra di bilancio, non abbiamo ceduto sui contenuti, certi degli affetti virtuosi.

Non abbiamo ceduto sui contenuti, certi degli effetti virtuosi che nel medio periodo una manovra espansiva potrà determinare sul tessuto economico e sociale e comunque fermi nelle determinazioni...
...fermi nelle determinazioni assunte con il contratto di Governo, cioè rispondere all'esigenza, fortemente avvertita, di invertire le politiche di rigore che negli anni passati hanno aggravato la crisi, determinando una forte compressione dei redditi, una riduzione dei consumi, un generale impoverimento di ampie fasce della popolazione.

Quando il 21 novembre scorso la Commissione ha formalizzato le sue riserve sulla versione rivista...
Dicevo, quando la Commissione ha formalizzato le sue riserve sulla versione rivista del documento programmatico di bilancio presentato dall'Italia, i margini di negoziazione sono risultati subito davvero contenuti ed esegui. È stato allora che - con il sostegno dei Vice Presidenti, dei Ministri, e del Ministro dell'economia in particolare - mi sono assunto l'onere e anche la responsabilità di riannodare i fili del dialogo affinché non fosse compromesso il processo riformatore che il Governo intendeva realizzare già con questa sua prima manovra economica.

Ho dunque insistito con il presidente Junker perché si rendesse disponibile a un ulteriore incontro, che si è svolto sabato 24 novembre, nel corso di una cena di lavoro a cui hanno partecipato anche il ministro Tria, il vice presidente della Commissione e responsabile per l'euro e per il dialogo sociale Dombrovskis, e il commissario degli affari economici e monetari Moscovici.

In quell'occasione ho presentato l'ampio progetto riformatore del Governo, chiedendo ai miei interlocutori che la manovra economica fosse valutata non solo al filtro dei vari saldi contabili, ma più ampiamente alla luce dell'articolato spettro di interventi - alcuni già realizzati, altri in fase di avanzata elaborazione - tutti tesi a semplificare, migliorandoli, i rapporti tra Stato, cittadini e imprese. In quella sede, come pure in ulteriori incontri avvenuti informalmente a margine del G20 a Buenos Aires, ho potuto registrare alcune rigidità di posizioni, ma allo stesso tempo - devo dirlo - anche alcune significative aperture al dialogo.

All'esito di queste interlocuzioni, si è reso necessario uno sforzo ulteriore da parte del Governo per verificare la percorribilità di interventi utili a migliorare i saldi finali contenuti nella legge di bilancio, in adesione ai rilievi formulati dalla Commissione. Abbiamo quindi lavorato affinché fosse puntualmente quantificata - con apposite relazioni tecniche - la stima economico-finanziaria delle misure, soprattutto di quelle a carattere sociale e previdenziale, che avevano maggiormente attirato l'attenzione dei nostri interlocutori europei.

Queste valutazioni, che hanno richiesto tempo, hanno rivelato che le risorse effettivamente necessarie per la realizzazione dei due principali interventi erano - e sono - inferiori a quelle inizialmente previste.

Ciò ha permesso di ridurre il disavanzo dal valore inizialmente stimato del 2,4 per cento ad un valore attestato intorno al 2,04 per cento, senza per questo modificare, né nei contenuti - attenzione! - né con riguardo alla platea dei destinatari, né con riguardo ai tempi di attuazione già originariamente previsti gli interventi più importanti programmati. Desidero ribadirlo: reddito di cittadinanza e quota 100 partiranno nei tempi che avevamo previsto. 

Con queste nuove quantificazioni mi sono recato a Bruxelles mercoledì scorso, 12 dicembre, per un nuovo confronto con il presidente Juncker e con i commissari Dombrovskis e Moscovici. In quella sede, come pure nel corso di alcuni colloqui con vari leader europei a margine del Consiglio che si è tenuto il 13 e il 14 dicembre scorsi, ho ribadito la necessità che lo sforzo compiuto dal Governo italiano per giungere a un punto di equilibrio e di convergenza non fosse frustrato da un approccio che tenesse in esclusiva considerazione il rigido computo degli scostamenti. All'esito di ulteriori interlocuzioni, fino ai risolutivi colloqui di ieri mattina, che hanno portato ad un significativo avanzamento nella trattativa, ho formalizzato la posizione dell'Italia con una lettera ai vertici della Commissione europea, sottoscritta insieme al ministro Tria, che mi ha affiancato in questa complessa trattativa.
Nella lettera, oltre a riferire sulle nuove quantificazioni delle misure di spesa, ho rilevato che le modifiche dovranno necessariamente tenere conto dell'evoluzione del quadro macroeconomico, che evidenzia, ahimè, un conseguente peggioramento, principalmente dovuto al cattivo andamento del commercio internazionale. Il rallentamento del ciclo economico impone adesso un aggiornamento delle previsioni di crescita, con l'indicazione di un PIL programmatico all'1 per cento per l'anno prossimo, con una variazione che si ripercuote - attenzione: per certi versi anche positivamente sui saldi di bilancio e sull'entità della correzione strutturale richiesta dal patto di stabilità e di crescita.

Nell'ambito delle misure adottate per la riduzione dei saldi di bilancio, indicati dalla manovra di finanza pubblica, prevista nel disegno di legge di bilancio per il triennio 2019-2021, al fine di corrispondere alle richieste formulate dalla Commissione europea in sede di esame del documento programmatico di bilancio, in primo luogo, come già ricordato, sono state affinate le misure contenute nel disegno di legge di bilancio, anche al fine di determinare con maggiore precisione l'esatta portata degli interventi predisposti e delle coperture individuate. Grazie a questa attività è stato possibile rivedere l'onere annuo delle misure di cui al fondo per il reddito di cittadinanza e quello per gli interventi pensionistici, mantenendo integro - lo ribadisco - l'impatto concreto di queste due misure.

Sono state poi previste misure di contenimento della spesa pensionistica, che si sostanziano nel raffreddamento dello schema di indicizzazione dei trattamenti pensionistici di più cospicuo importo. Inoltre, si interviene sulle cosiddette pensioni d'oro, con riduzione dei trattamenti più elevati, attraverso la previsione di un contributo di solidarietà temporaneo e progressivo per scaglioni di reddito: una misura di equità sociale, da cui abbiamo ricavato ulteriori risorse. Sono stati quindi quantificati gli effetti dell'utilizzo in via prioritaria da parte delle Regioni delle risorse già stanziate nei programmi cofinanziati dai fondi strutturali e di investimento europei per la realizzazione degli interventi di mitigazione dei rischi ambientali e idrogeologici.
Si introducono, inoltre, misure per favorire la realizzazione del piano straordinario di dismissioni immobiliari.

Sul lato delle entrate si prevede la revisione delle clausole di salvaguardia IVA per gli anni 2020-2021, l'istituzione di un'imposta sui servizi digitali gravante sui soggetti che, nell'esercizio di attività di impresa, prestino servizi digitali e che superino determinate soglie di ricavi, l'abrogazione anche del credito d'imposta relativo alle deduzioni forfettarie in materia di IRAP riconosciute in favore di soggetti passivi che impiegano lavoratori dipendenti a tempo indeterminato in alcune Regioni, l'abrogazione del credito d'imposta in favore di soggetti che compiono investimenti in beni strumentali nuovi, l'abrogazione dell'aliquota ridotta IRES in favore degli enti non commerciali, un pacchetto di misure che incrementa il prelievo nel settore dei giochi attraverso l'aumento del prelievo erariale unico (PREU) applicabile agli apparecchi da divertimento e intrattenimento e la riduzione delle percentuali minime di pay-out.
Si introduce, inoltre, dal 1° gennaio 2019 l'imposta unica sui concorsi pronostici e sulle scommesse.
 
Per le amministrazioni centrali si prevede un rinvio della presa di servizio degli assunti al 15 novembre 2019, ma limitato alle assunzioni derivanti dal turnover ordinario dell'anno precedente. Si è tenuto conto, inoltre, della stima di maggiori entrate contributive per 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 in relazione alle quote di risorse stanziate per l'attribuzione al reddito di cittadinanza e destinazione all'assunzione di personale destinato a rafforzare le attività dei centri dell'impiego. Sono state, altresì, inserite alcune riduzioni e riprogrammazioni della spesa che non necessitano di modifiche alla sezione 1 del disegno di legge sul bilancio. In particolare, nello stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze sono previste misure volte a definanziare le risorse del fondo per favorire lo sviluppo del capitale immateriale, la competitività e la produttività di 75 milioni di euro per l'anno 2019 e di 25 milioni di euro per l'anno 2020. Abbiamo, inoltre, programmato una rimodulazione delle disponibilità di cassa del fondo per lo sviluppo e la coesione territoriale destinato a misure per il superamento degli squilibri socio-economici-territoriali per 800 milioni di euro per l'anno 2019. Tengo a chiarire che questa riprogrammazione coinvolgerà la concreta spendibilità e non pregiudicherà in alcun modo la realizzazione di tutti i progetti già programmati e anche dei nuovi che potranno tranquillamente essere programmati.

Su questo punto c'è l'impegno pieno - come sapete - di tutto il Governo e la responsabilità mia personale anche a intervenire in corso di anno per recuperare eventuali risorse suppletive che, casomai, dovessero rivelarsi necessarie. Allo stesso modo, abbiamo programmato una rimodulazione delle risorse finanziarie per 600 milioni di euro per l'anno 2019 prevedendo un incremento, per ciascuno degli anni dal 2022 al 2024, di 200 milioni di euro delle risorse destinate alla società Ferrovie dello Stato per la realizzazione di progetti previsti.

Abbiamo previsto, infine, una rimodulazione con riduzione di 850 milioni di euro per l'anno 2019 e un incremento progressivo per ciascuno degli anni dal 2020 al 24 di 150 milioni di euro e per l'anno 2025 di 100 milioni di euro della quota nazionale per il finanziamento delle politiche comunitarie. Tengo a precisare che anche per queste due ultime voci vi è il pieno impegno del Governo e ribadisco la mia personale responsabilità affinché tutti gli interventi già programmati siano realizzati, se necessario, anche attraverso interventi di recupero di risorse suppletive. L'ammontare dei saldi, così ridefiniti, è, dunque, pari a 10.254 milioni nel 2019, 12.242 milioni nel 2020 e 15.997 milioni nel 2021.

Oltre alle modifiche individuate con gli emendamenti al testo di legge di bilancio, che verranno presentati (immagino ad horas) presso la competente Commissione bilancio, ho rappresentato anche l'esigenza di approntare un piano di interventi straordinari per la messa in sicurezza delle infrastrutture viarie (viadotti, ponti, strade, gallerie) e la gestione dei rischi connessi al dissesto idrogeologico. Per questi interventi il Governo ha chiesto e ottenuto che sia applicata la flessibilità prevista dal Patto di stabilità e crescita, in misura - pensate - corrispondente a quasi lo 0,2 per cento del PIL. Questo piano straordinario ci consentirà di tutelare più efficacemente l'incolumità dei cittadini e di mettere in piena sicurezza il territorio della nostra penisola, realizzando una sequela di rapidi interventi secondo un cronoprogramma prestabilito. A tale piano saranno dedicate e risorse già appostate in bilancio negli esercizi precedenti, per vari investimenti, e anche parte delle nuove risorse disponibili dalla legge di bilancio in corso di approvazione e dal decreto-legge in materia fiscale collegato alla manovra economica. (Commenti del senatore Collina). Nel 2019 si utilizzeranno complessivamente risorse per 2 miliardi e 600 milioni circa. Per gli anni successivi si prevede di spendere, fra risorse già appostate in bilancio e nuove risorse, circa 3,7 miliardi nel 2020 e oltre 4 miliardi e 200 milioni nel 2021, per un totale di 10 miliardi e 500 milioni.

Relativamente alla rete viaria e di collegamenti italiana, il crollo del ponte Morandi a Genova ha evidenziato la necessità di intraprendere un programma di manutenzione straordinaria. Nel 2019 saranno dedicati a tal fine 1 miliardo e 100 milioni di euro fra risorse nuove e risorse già appostate in bilancio. L'implementazione effettiva degli interventi sarà oggetto di uno specifico e attento monitoraggio, secondo le stesse modalità previste per la generalità delle opere pubbliche e delle opere in particolar modo cofinanziate dall'Unione europea.

Infine, allo scopo di assicurare il conseguimento degli obiettivi programmatici di bilancio, il Governo italiano sottoporrà al Parlamento una norma che dispone l'accantonamento temporaneo di una parte di alcuni specifici stanziamenti, per l'importo complessivo di 2 miliardi. Le somme accantonate saranno rese disponibili nel caso in cui, in corso d'anno, il monitoraggio dell'andamento dei conti evidenzi che esso è coerente con gli obiettivi programmatici. Abbiamo sempre detto che la nostra manovra è rigorosa e conseguentemente rigoroso sarà anche il monitoraggio.

Questo, in sintesi, è il quadro compiuto e definito degli interventi che hanno determinato un miglioramento dei saldi finali contenuti nella legge di bilancio, passando dal 2,4 per cento al 2,04 del rapporto deficit-PIL per il prossimo anno, con previsione dell'1,8 per cento per l'anno 2020 e dell'1,5 per cento per l'anno 2021. Il Parlamento, che è sovrano, potrà ora giudicare i contenuti della manovra e, nel medio termine, valutare gli effetti delle misure adottate, il loro impatto sul tessuto non solo economico e produttivo, ma, se mi permettete, anche sociale del Paese. 

Possiamo dire in coscienza di aver realizzato a pieno il mandato conferito dai cittadini, dimostrando determinazione nell'esercizio delle prerogative di politica economica che spettano al Governo italiano, di avere perseguito con pieno senso di responsabilità una soluzione condivisa, buona per gli italiani e soddisfacente anche per l'Europa.

A fronte dello scostamento inizialmente consentito, inidoneo al raggiungimento degli obiettivi programmati, abbiamo varato una manovra economica espansiva che prefigurava uno scostamento molto superiore.

All'esito di una trattativa serrata, condotta con tenacia e determinazione con le istituzioni dell'Unione europea, abbiamo raggiunto un punto di equilibrio sostenibile, attestandoci su uno scostamento che rimarca oggettivamente un valore comunque superiore a quello che la Commissione riteneva idoneo per chiudere la trattativa senza rischiare l'avvio della procedura d'infrazione.

La Commissione ha risposto questa mattina trasmettendo, pochi minuti prima delle ore 12 (ed è la ragione della richiesta di rinvio di questa informativa), una comunicazione nella quale, prendendo atto delle misure di bilancio che il Governo intende sottoporre al Parlamento, assicura che l'adozione di queste misure permette alla Commissione stessa di non raccomandare l'avvio di una procedura per disavanzo eccessivo. Ho ritenuto doveroso intervenire in Senato immediatamente dopo l'invio formale della comunicazione e riferire a questo consesso l'informazione appena ricevuta.

L'azione di Governo può adesso proseguire a ritmo pieno, senza gli effetti pregiudizievoli che una procedura d'infrazione avrebbe comportato per l'esercizio delle prerogative di politica economica che legittimamente spettano a un Governo che voglia realizzare un significativo cambiamento nell'ambito della vita politica, economica e sociale del Paese.

Non abbiamo tradito la fiducia che i cittadini hanno riposto in noi. né mai lo faremo fino a quando continueremo a esercitare la responsabilità di Governo.
Formulo a tutti voi l'augurio di buon lavoro e, vista l'imminenza delle festività, anche gli auguri di buon Natale. 
 
 
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19 dicembre 2018
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