Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Sabato 20 APRILE 2024
Governo e Parlamento
segui quotidianosanita.it

Governo. Si dimette il capo gabinetto del Mef Roberto Garofoli. Per il M5S era la ‘manina’ che aveva stanziato nel Decreto fiscale 84 mln alla Croce Rossa


Nel decreto che ha sbloccato i fondi, quelli per l’ente liquidatore si fermavano a 15.190.765 l’anno per 3 anni. La rimodulazione, spuntata nel testo entrato a Palazzo Chigi lo scorso ottobre, ne assegnava invece alla struttura oltre 10 di più, a valere sul Fondo sanitario nazionale, arrivando così a 28,1 l’anno. A quel punto il premier Conte decide di stralciarlo. Ma il caso non si chiude così e, fin da subito, il M5S arriva a chiederne le dimissioni accusando il capo gabinetto di essere la 'manina' che ha agito in segreto per inserire questa modifica. 

19 DIC - Salta il braccio destro del ministro dell'Economia Giovanni Tria. Ha infatti ufficializzato oggi le sue dimissioni il capo gabinetto Roberto Garofoli. Le voci sulle sue dimissioni si rincorrevano da giorni a causa dei rapporti totalmente incrinati con il M5S e con il premier Giuseppe Conte a seguito della querelle scoppiata lo scorso ottobre sugli stanziamenti alla Croce Rossa.
 
L'articolo 23 del Decreto fiscale approvato lo scorso 15 ottobre dal Consiglio dei Ministri insieme alla manovra, stanziava 84milioni di euro complessivi per il triennio 2018, 2019 e 2020 intitolati a “Disposizioni urgenti relative alla gestione liquidatoria dell’Ente strumentale alla Croce rossa Italiana”. Tutto ciò, però, avviene ad insaputa dei ministri. Nel decreto che ha sbloccato i fondi, quelli per l’ente liquidatore si fermavano a 15.190.765 l’anno per 3 anni. La rimodulazione spuntata nel testo entrato a Palazzo Chigi ne assegnava invece alla struttura oltre 10 di più, a valere sul Fondo sanitario nazionale, arrivando così a 28,1 l’anno.
 
A quel punto il premier Conte decide di stralciarlo. Ma il caso non si chiude così e, fin da subito, il M5S arriva a chiederne le dimissioni accusando il capo gabinetto di essere la 'manina' che ha agito in segreto per inserire questa modifica. A difesa di Garofoli si era schierato da subito il ministro Tria spiegando, con una nota ufficiale del Mef, la ratio alla base di quella contestata norma.
 
E si arriva così all'epilogo odierno. Garofoli, giudice amministrativo, presidente di sezione del Consiglio di Stato, segretario generale nel governo Enrico Letta e nel 2014 al ministero dell'Economia con Pier Carlo Padoan, ufficializza il suo passo indietro.
 
Per la sua successione, due le soluzioni al momento più gettonate: Luigi Carbone, esperto di semplificazione amministrativa e già componente dell'autorità per l'Energia elettrica; oppure la soluzione 'interna' rappresentata da Fortunato Lambiase, capo della segreteria tecnica di Tria.

19 dicembre 2018
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Governo e Parlamento

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy