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Deroga iscrizione Ordine. Federazione italiana fisioterapisti plaude: “Punto di partenza per riordino del settore della fisioterapia in Italia”

di Alessandro Falcioni

L’emendamento approvato dal Senato dimostra il coraggio di questo Governo per come sta cercando di risolvere questioni lasciate in sospeso, affrontando l’ostracismo dell’establishment che non vuole rinunciare a posizioni prevaricatrici e di privilegio prese negli anni grazie ad un sistema che non riconosceva il merito, ma le tessere di partito. Non è una sanatoria, come vuol far credere qualcuno, ma il punto di partenza per il riordino della fisioterapia

27 DIC - Fino al momento dell’approvazione dell’emendamento 1.6003 inserito nella manovra finanziaria e approvata con la Legge di Bilancio per l’esercizio 2019 dal Governo Lega – Cinque Stelle, grazie ad una serie di emanazioni di normative di diversa natura, avevamo una situazione legislativa farraginosa. Esistevano diverse figure professionali con formazione di due tipi: regionale e universitaria. Questo succede in virtù di una sentenza della IV° sezione deella Cassazione che ha dato ragione alla scuola per Terapisti della Riabilitazione Tecnica 2.000 di Avezzano.

Contemporaneamente la Regione Umbria, grazie ad “interpretazioni legislative” continua a deliberare l’attivazione di corsi per Massaggiatore – Massofisioterapista di durata triennale a favore dell’Istituto E. Fermi di Perugia.

Le Università, come da legge forma il personale sanitario, tra cui la figura del fisioterapista, con corsi di laurea triennale 1° livello.
Pertanto avevamo tre figure attualmente nel settore della fisioterapia: Fisioterapista, Terapista della Riabilitazione e Massofisioterapista.
Il precedente Governo ( Gentiloni) nelle battute finali del suo mandato ha promulgato la Legge 3/18 chiamata Legge Lorenzin che istituisce gli Albi per gli esercenti le professioni sanitarie, tra cui il fisioterapista, senza mettere mano al caos legislativo esistente nel settore.

Ha demandato la gestione dell’accesso all’Albo e la verifica dei documenti per le iscrizioni alle associazioni maggiormente rappresentative; nel caso dei fisioterapisti è l’AIFI ( Associazione Fisioterapisti Italiani).

L’AIFI da sempre ha una politica integralista che tende ad escludere i masso fisioterapisti dai posti di lavoro, con la gestione dell’albo, sta cogliendo l’occasione per escluderli e quindi togliere loro la possibilità di lavorare.

Non solo, ma anche i masso fisioterapisti che hanno compiuto un percorso di riconversione universitaria e conseguito la laurea in fisioterapia, si vedono, in molti casi, precludere l’accesso all’iscrizione, se non iscritti all’AIFI stessa!
 
Questa posizione è intollerabile e decisamente contraria ad ogni principio costituzionale, in quanto riteniamo che il diritto al lavoro conseguito con qualifica in base alle leggi non può essere precluso! Tanto più che al momento dell’emanazione della Legge Lorenzin, istitutiva degli Ordini e degli Albi delle professioni sanitarie, quelle leggi ( la 403/71 per i masso fisioterapisti) erano ancora in vigore!

Pertanto al momento abbiamo un Albo gestito da un’associazione autorizzata con Decreto Ministeriale della Salute che senza rispettare il Legislatore e il principio di autonomia delle università stabilisce chi può essere iscritto e chi no, esercita un monopolio incontrastato con posizione dominante garantita per legge.

Leggi in vigore che consentono ad Istituti di formazione privati di continuare ad ottenere delle delibere regionali e ad organizzare corsi per figure professionali che sarebbero ricomprese in quella del fisioterapista ( vedi la Legge 42/99 e il D. M. Sanità 27/07/2000).

Emendamento 1.6003 cosa cambia
L’emendamento 1.6003, ha di fatto messo fine al caos legislativo pregresso e dato la spinta verso il riordino del settore della fisioterapia. L’inserimento dei Massofisioterapisti in un elenco speciale ad esaurimento non significa, come l’AIFI sostiene, un’equiparazione alla laurea, ne tantomeno una sanatoria “per abusivi”, in quanto serve semplicemente ad individuare e salvaguardare tutti coloro che hanno conseguito il titolo in base alla Legge 403/71 e hanno tutto il diritto di conservare il proprio posto di lavoro, assunti in modo regolare, in quanto il titolo era valido, o ad esercitare in modo autonomo, come previsto dalle normative con regolare partita IVA. La limitante temporale, se vogliamo, così come formulato l’emendamento de quo, penalizza coloro i quali non rientrano nel lasso temporale dei 36 mesi non continuativi di esercizio del lavoro in 10 anni e penalizza ancor di più coloro che ancora stanno frequentando il corso triennale!

Partendo dal presupposto della Costituzione che afferma, giustamente, che una legge non può avere effetto retroattivo, la soluzione proposta dal Governo, va verso questa direzione, anzi, a mio avviso dovrebbe prevedere nei Decreti attuativi la possibilità di far completare il percorso di studi a chi ancora frequenta i corsi, per il conseguimento della qualifica.

Un discorso a parte meritano i corsi per Massaggiatore Capo bagnino; questa figura professionale, istituita in base ad una regio decreto del 1928, ha una sua specifica funzione ed opera nelle strutture termali, con un mansionario ben definito, che non si sovrappone alla figura del fisioterapista.
L’abrogazione dell’art.1 della 403/71 inserito all’interno dell’emendamento, unitamente alla chiusura delle scuole regionali ha il chiaro intento di impedire il perpetuare del doppio canale formativo! Questo passaggio è fondamentale per il settore della fisioterapia, in quanto finalmente si può pensare al riordino senza portare dietro gli strascichi di sovrapposizioni di figure professionali.

Ovviamente deve essere presa in considerazione la possibilità di poter far intraprendere un percorso di studi ai Massofisioterapisti per il conseguimento della laurea, per andare a completare quel processo di normalizzazione del settore.
 
Certo il testo dell’emendamento si discosta in alcuni punti dalle proposte presentate dalla Federazione Italiana Fisioterapisti, ma l’urgenza della situazione, che vedeva il rischio concreto di vedere perdere il posto di lavoro a migliaia di professionisti, che ripeto, sono regolarmente assunti o lavorano con regolari autorizzazioni.

Ad esempio non sono state abrogate tutte le altre normative ricomprese nel Decreto Ministeriale della Sanità 27/07/2000, che non hanno più motivo di esistere.

Non è stata presa in considerazione la necessità di regolamentare la figura dell’Osteopata, ad oggi in Italia l’osteopatia è stata individuata ma non regolamentata; questo fa si che molti sono medici e fisioterapisti ed esercitano in funzione della loro professione sanitaria, ma le scuole hanno fatto diplomare molte persone ( diverse migliaia…) senza un titolo sanitario. Sarà necessario intervenire anche in questo settore per evitare altra confusione di ruoli.

Tutti i fisioterapisti, tranne una piccola parte, hanno compreso l’importanza per il futuro della fisioterapia in Italia che questo emendamento finalmente consente, eliminando il caos normativo e soprattutto non ci sarà più la possibilità di vedere sovrapposizioni professionali.

Da adesso in poi i fisioterapisti dovranno soltanto guardare al proprio futuro in termini di elevazione del proprio status professionale attraverso: arrivare al quarto anno di corso di laurea come negli altri Paesi della UE, lauree di specializzazione, inserimento nei dottorati di ricerca, insegnamento professionale, attraverso una revisione dell’ordinamento didattico del corso di laurea in fisioterapia.

In conclusione, l’emendamento approvato dal Senato, con la benedizione del Ministro della Salute, on. Giulia Grillo e con la partecipazione dei deputati e senatori di Cinque stelle e Lega, dimostra il coraggio di questo Governo, per come sta cercando di risolvere questioni lasciate in sospeso – e la situazione della fisioterapia è uno dei tanti esempi – affrontando l’ostracismo dell’establishment che non vuole rinunciare a posizioni prevaricatrici e di privilegio prese negli anni grazie ad un sistema che non riconosceva il merito, ma le tessere di partito.

Per questo l’emendamento non è una sanatoria, come vuol far credere qualcuno, ma il punto di partenza per il riordino della fisioterapia.
 
Dott. Alessandro Falcioni
Presidente Federazione Italiana Fisioterapisti (FIF)


27 dicembre 2018
© Riproduzione riservata

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