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Lorenzin: “Non è fabbricando falsa propaganda che si risolvono i problemi della sanità”

di Beatrice Lorenzin

“Singolare che un ministro della Repubblica avvalori una serie di notizie o totalmente false o distorte. Cominciamo dai 13 milioni di persone che avrebbero rinunciato alle cure in Italia. Questo dato, che aveva allarmato molto anche me alla sua uscita e di cui chiesi immediatamente conto, è stato confutato e smentito ufficialmente. Al ministero della salute c’è tutta la documentazione con i dati effettivi e l’analisi di questo dato che uscì in modo roboante da una ricerca commissionata da una nota società assicurativa che si occupa di sanità integrativa”...

01 FEB - Gentile direttore,
l’improvviso attivismo di Giulia Grillo stupisce per i contenuti del ministro che si presta ad operazioni di disinformazione che trovano come unica giustificazione un evidente paura per il crollo di popolarità riscontrata dai sondaggi. Cominciamo dall’obbrobrioso volantino di propaganda M5S che ha rilanciaro dal suo account facebook (vedi a fondo pagina).
 
Singolare che un ministro della repubblica avvalori una serie di notizie o totalmente false o distorte. Cominciamo dai 13 milioni di persone che avrebbero rinunciato alle cure in Italia. Questo dato, che aveva allarmato molto anche me alla sua uscita e di cui chiesi immediatamente conto, è stato confutato e smentito ufficialmente. Al ministero della salute c’è tutta la documentazione con i dati effettivi e l’analisi di questo dato che uscì estrapolato in modo roboante da una ricerca commissionata da una nota società assicurativa che si occupa di sanità integrativa. Anche perché cara Giulia Grillo se 13 milioni di cittadini su 60, praticamente tutti quelli con problemi di salute, rinunciano alle cure, avresti dovuto bloccare Reddito di cittadinanza e Quota100 e spostare tutte le risorse sul fondo sanitario invocando l’emergenza nazionale. Esiste un problema? Certo, ma se si parte da dati completamente sballati è difficile trovare una risposta congrua.

Il volantino dichiara meno liste d’attesa, magari! Le risorse vincolate sono per la piattaforma digitale, non c’è un euro in più per il fondo sanitario, assunzioni, ne nuovi modelli organizzativi e di controllo che obblighino le diverse regioni a rispettare la legge e le linee guida già adottate. Sul fondo e i tagli c’è molto da dire, ma l’ancoraggio degli aumenti paventati al patto della salute entro marzo non fa sperare niente di buono per un incremento del fondo, avviatosi invece verso i limiti di sostenibilità entro il 2021. Anzi prevedo tempi bui per la prossima legge di bilancio dove la manovra da aggredire si comincia ad attestare entro i 30 miliardi di euro. Sulla ricerca non so che dire: non mi risulta che sia stato aumentato il fondo del ministero sulla ricerca biomedica e i fondi per gli ircss. Aumentano invece i fondi per l’edilizia sanitaria, ne sono felice, ma come sappiamo tutti richiedono di passare da progetti regionali ed un iter burocratico piuttosto lungo. Rimane tutto da decifrare cosa intende fare il governo e con quale risorse per l ‘aumento dei contratti e aumento delle borse per le scuole di specializzazione. Il lavoro era già istruito vediamo come andrà a finire. 

Però trovo veramente di cattivo gusto che si affermi che io avrei concesso l’uscita dal commissariamento della regione Lazio per favorire le regionali di Zingaretti per due ordini di motivi : 1) perché vorrebbe dire che gli uffici tecnici del Mef e della salute, composti esattamente dalle stesse persone ieri come oggi , hanno dato un giudizio falsato ieri come oggi, e che se il giudizio degli apparati è condizionato dalla politica , questo è condizionato oggi dalla grillo /tria e ieri dalla Lorenzin/Padoan. Equazione molto pericolosa, che ci getta tutti nel caos e che non rende giustizia al rigore dei tavoli di rientro delle regioni, che di certo in questi anni non hanno risparmiato nessuno e di cui è notoria l’imparzialità. 2) ricordo mestamente che alle regionali del Lazio sono andata da sola con una mia lista, a conferma del rapporto correttamente istituzionale avuto con il presidente del Lazio e della mia e sua autonomia e indipendenza politica. 

Per ultimo vorrei intervenire nel dibattito surreale sui punti nascita! Leggo che il M5 stelle rivendica il merito della riapertura dei punti nascita. Gli standard di sicurezza non sono una mia invenzione, ma parametri stabiliti, nel rispetto delle linee guida internazionali. Il ministro non può discrezionalmente dare deroghe, ma attenersi all’esistenza o meno di criteri oggettivi, piacciono o no. Numeri di parti, distanze, posizione geografica e la possibilità di garantire l’assistenza specialistica h24. Se ora si deciderà di fare altrimenti senza garantire la sicurezza delle mamme e dei bambini, poi per favore non si commenti come ha fatto la ministra che è colpa dello stato, rispetto all’ultimo rapporto sulla mortalità neonatale, che imputa proprio all’inadeguatezza dei punti nascita e dei piccoli ospedali, oggi chiuso o in via di chiusura, la maggiore mortalità infantile del Sud.

Gestire la sanità è complesso e in uno stato con federalismo regionale ancora più complicato, è così per tutti i ministri, però non è che fabbricando falsa propaganda si risolvono i problemi. Prima o poi i nodi vengono al pettine.
 
 
Beatrice Lorenzin
Deputato Civica Popolare
Ex Ministro della Salute

 

01 febbraio 2019
© Riproduzione riservata

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