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Lo Psicologo nel Piano Nazionale della Cronicità. Un documento del Cnop presentato alla Camera

di Lorenzo Proia

Un documento destinato ad “entrare nei curricula universitari” sul ruolo e le competenze dello Psicologo all’interno del Piano Nazionale delle Cronicità, presentato oggi alla Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati con il board del Cnop e deputati di Governo e Opposizione. Ad illustrare il documento David Lazzari: “Gli aspetti legati al disagio psicologico incidono sugli stili di vita che sono alla base di molte malattie croniche”. LE SLIDE

06 FEB - Gli Psicologi del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi (Cnop) hanno proposto oggi, nella Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati, un importante documento inerente l’ingresso dello Psicologo nel Piano Nazionale Cronicità, assistiti da un parterre parlamentare bypartisan. Per gli Psicologi questo documento è destinato ad “entrare nei curricula universitari”: verrà presentato alle Società Scientifiche e alle Associazioni per proposte ed integrazioni, quindi si passerà ad un incontro al Ministero della Salute, a seguito di questo percorso dovrà nascere una bozza che poi verrà redatta dal Cnop.
 
“Lo scorso anno - ha introdotto i lavori Fulvio Giardina, Presidente del Cnop - a gennaio con la legge 3/18 la professione è rientrata pienamente tra le professioni della Salute. Io vorrei parlare di professione della Salute, non Sanitaria: ci occupiamo a 360 gradi della vita del cittadino, da quando nasce a quando lascia questa vita. Abbiamo delle proposte, affinché la nostra professione possa essere declinata in uno scenario che se prima non era ben definito, ora deve esserlo. I nuovi Lea del 2017 hanno inserito al loro interno dei contesti che afferiscono pienamente alla professione di Psicologo”.

“È un passaggio epocale - ha proseguito Giardina - affrontare la figura dello Psicologo nel Piano Nazionale della Cronicità. Questo Piano fu fatto 40 anni fa, quando la professione di Psicologo non era ancora ben definita e vi erano i primissimi laureati in Psicologia”.

Ad illustrare il documento David Lazzari, del board del Cnop. “Mi sono occupato a lungo di malattia cronica - ha spiegato il dirigente dell’Ordine nella sua relazione -, anche come Presidente di una Società Scientifica per alcuni anni. E ho coordinato un Gruppo di Lavoro che nasce per creare un tentativo organico per affrontare il tema della malattia cronica in maniera integrata, mettendo dunque in campo un processo di integrazione con le cure primarie, il livello ospedaliero ma anche tra le diverse professionalità. Mettendo insieme in uno sguardo unitario tutte le patologie croniche (penso ad esempio al Diabete).
 
La cronicità impegna il 75% delle risorse che il nostro Paese destina al Sistema Sanitario. Nel 2015 il Cnop avviò un Tavolo al Ministero della Salute presieduto dall’allora sottosegretario Vito De Filippo, allora abbiamo dato un contributo importante sui Lea, che oggi appunto prevedono l’assistenza psicologica in tante fattispecie rispetto alle necessità dei cittadini. Quindi ora la partita è aperta per l’attuazione di questi Lea. All'interno di essi si parla anche dell’assistenza a persone con malattie croniche”.
 
“Gli aspetti legati al disagio psicologo – ha proseguito Lazzari - (ansia; depressione; stress) incidono sugli stili di vita che sono alla base di molte malattie croniche: per esempio in caso di malattie cardiovascolari il terzo fattore di rischio dove il primo è il fumo, pensiamo che si tratta di un fattore di rischio maggiore del colesterolo”.

“Dal Decreto Balduzzi in avanti - ha proseguito la deputata Rossana Boldi della Lega - si sono corposamente ridotti i numeri dei posti letto negli ospedali. Questo è un segnale che indica che, almeno per quanto riguarda la cronicità, che ci stiamo spostando dall’ospedale al territorio. Il nostro Paese è stato tra i primi a comprendere questo cambiamento con il Piano Nazionale della Cronicità. Non è più la malattia al centro, ma è il paziente al centro e proprio questo prevede il Piano. Il paziente deve essere, secondo il Piano, al centro delle Terapie; occorre dunque una squadra coordinata che lo assista dal momento delle dimissioni in avanti: il Mmg (un po' il playmaker), gli infermieri ma anche le professioni sanitarie cosiddette non mediche, come i fisioterapisti; ma anche le farmacie come presidio territoriale; spesso poi ci sono e vengono dimenticati i caregiver, dato che questi malati sono per la maggior parte assistiti dalle loro famiglie e all'interno delle famiglie all’80% da donne. Da parte della Politica c'è sicuramente la comprensione del problema ma anche la volontà di andare avanti su questa strada”.
 
“Garantire a tutti farmaci nuovi - ha spiegato il deputato Vito De Filippo, Capogruppo del Partito Democratico alla Commissione Affari Sociali -, e garantire a una popolazione che invecchia così positivamente nuove cure richiede quello che io chiamo un cambio di paradigma. È molto semplice dire che bisogna fare una integrazione tra ospedale e territorio, semplice descriverla in termini di organizzazione ma è difficile implementarla anche a causa di gelosie di autonomie. Questo documento è estremamente importante, voi Psicologi dovete presto convocare gli stakeholder, gli Enti Locali, l’Anci, in alcuni casi anche le Province, la Conferenza delle Regioni. Per quello che potremo fare in Parlamento con i nostri strumenti vi seguiremo con molto interesse e con molto piacere”.

“Mi auguro che sempre di più - ha affermato la deputata Maria Teresa Bellucci di Fratelli d’Italia - gli Psicologi si possano attivare. Anche voi potete e dovete fare Politica, in tutti i luoghi in cui si decide il bene comune. O la politica la costruiamo oppure la subiamo. C'è molto lavoro da fare per una visione diversa dell’uomo all’interno del Sistema Sanitario e voi Psicologi siete fondamentali. Io penso ad esempio all'introduzione dello Psicologo nelle scuole anche per contrastare la violenza e le dipendenze”.

Lorenzo Proia

06 febbraio 2019
© Riproduzione riservata
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