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Carenza medici. Grillo: “Di laureati ne abbiamo, il problema sono gli specializzandi. Pensare a percorso formativo che li faccia entrare subito nel mondo del lavoro”


In un lungo video su facebook il Ministro della Salute torna ad affrontare il tema della carenza dei medici elencando le iniziative messe in campo quest’anno. “Sono mancati capacità manageriale, contatto con la realtà e senso pratico nella gestione del fabbisogno di personale della sanità pubblica. Ma in quest'anno di governo abbiamo già avviato i primi cambiamenti concreti. Quello che sto cercando di fare dopo mesi di ascolto è fare un vero cambiamento strutturale”.

05 GIU - “Non è un problema di carenza di laureati in Medicina perché in realtà adesso abbiamo un numero sufficiente di laureati che possono soddisfare l’esigenza del Ssn. Quello che non abbiamo e che ci sta creando un grandissimo problema è un numero insufficiente di medici specialisti”. Inizia così il lungo video su facebook del Ministro della Salute, Giulia Grillo sul tema della carenza dei medici e delle iniziative messe in campo dal Governo per constrastarla.
 
“Per diventare specialista – ricorda Grillo - in Italia bisogna accedere alla scuola di specializzazione. È successo però che per troppi anni che il numero delle borse fosse inferiore rispetto al numero degli specialisti necessari a tenere in piedi i servizi pubblici. È successo che abbiamo avuto un surplus di laureati che non è potuto entrare nelle scuole di specializzazione e dall’altra parte abbiamo avuto un numero inferiore di specializzandi rispetto alle esigenze delle Regioni. E questo perché c’è stato un gravissimo errore di programmazione che nessuno in questi anni ha corretto. E la colpa è della politica perché la carenza è stata generata dagli anni passati. Ciò nonostante ho un dovere grandissimo che è quello di garantire l’articolo 32 della costituzione ed è quello che sto facendo”.
 
“Uno dei primi elementi – evidenzia il Ministro - è quello di aver aumentato le borse di specializzazione e quelle della medicina generale. È stato uno sforzo enorme, ma aumentare le borse vuol dire avere risultati tra 3-4-5 anni quindi non produrrà risultati oggi. Quindi dobbiamo lavorare sull’oggi, un altro passo importante che ho fatto è stato quello di aiutare le Regioni a fare i concorsi perché c’era un tetto di spesa che abbiamo superato consentendo anche di stabilizzare i precari”.
 
“Un altro grande risultato – ricorda - è stato quello di inserire in Legge di Bilancio una norma che consentisse agli specializzandi dell’ultimo anno di poter partecipare ai concorsi perché i tempi burocratici dei concorsi sono molto lunghi, così anziché attendere di conseguire il titolo già dal 4° anno si può fare il concorso. E ora poi nel Dl Calabria abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti, ovvero consentire non solo di fare il concorso ma se ci sono particolari carenze anche di consentire agli specializzandi di iniziare a lavorare. E questo perché le Regioni in questi anni hanno dovuto risolvere il problema iniziando a chiamare medici pensionati, medici stranieri e qualcuno ha ipotizzato addirittura di chiamare i medici militari. Tutte soluzioni variegate ma non di sistema”.
 
“Quello che sto cercando di fare – conclude - dopo mesi di ascolto è quello di fare un vero cambiamento strutturale. E per farlo ci vuole la riforma della formazione post laurea. Dopo la laurea è necessario che i medici si avviino ad un percorso di formazione che gli consenta di entrare direttamente nel mondo del lavoro anziché affrontare mille ostacoli e tempi morti che la sanità pubblica oggi non si può permettere. Ci sono molte proposte sul piatto e nessuno ha la presunzione di dire che la propria idea la migliore però quello che è importante è trovare una soluzione. Io sono il Ministro della Salute e faccio quello che faccio solo perché ho l’interesse generale da garantire non garantisco interessi particolari”.
 

 

05 giugno 2019
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