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Tumori seno. Sileri: “Trend in leggero aumento ma cala la mortalità. Sarà avviato un processo di investimento tecnologico”


"Sarà avviato un processo di investimento tecnologico in sanità volto a garantire l'efficienza, l'efficacia nonché la sicurezza degli interventi, a garanzia del diritto alla salute dei cittadini italiani, nonché a garanzia dell'attività svolta da tutti gli esercenti sanitari". Così il viceministro alla Salute rispondendo ieri in Commissione Affari Sociali all'interrogazione presentata da Bagnasco (FI).

04 OTT - "Ogni anno siano diagnosticati in Italia circa 50.000 nuovi casi di carcinomi della mammella femminile. Il trend di incidenza del tumore della mammella in Italia appare in leggero aumento (+0,3 per cento per anno) mentre continua a calare, in maniera significativa, la mortalità (-0,8 per cento per anno). Numerosi studi hanno dimostrato come lo screening mammografìco possa ridurre la mortalità da carcinoma mammario e aumentare le opzioni terapeutiche. Come rappresentante del Ministero della salute rassicuro che sarà avviato un processo di investimento tecnologico in sanità volto a garantire l'efficienza, l'efficacia nonché la sicurezza degli interventi, a garanzia del diritto alla salute dei cittadini italiani, nonché a garanzia dell'attività svolta da tutti gli esercenti sanitari".
 
Così il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, rispondendo ieri in Commissione Affari Sociali alla Camera all'interrogazione presentata da Roberto Bagnasco (FI) che fa riferimento tra l'altro a un'inchiesta di Milena Gabanelli, sul Corriere della Sera, dove si sottolinea che nel 2017, il 29,3 per cento del totale dei mammografi censiti supera i 10 anni.
 
Questa la risposta integrale del vicepresidente Sileri:
"In via preliminare e nel merito dei dati riportati nell'interrogazione in esame, l'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) ha precisato che tali dati hanno quale fonte ufficiale il Programma nazionale di valutazione degli esiti (PNE), ovvero lo strumento attraverso il quale viene misurata l'efficacia degli interventi clinici in ambito ospedaliero da parte delle strutture del Servizio Sanitario Nazionale.
L'articolo di stampa in esame descrive possibili casi di inappropriatezza riferiti agli interventi di tumore al seno ed, in particolare, ai rischi di re-intervento. 
 
Quando è necessario eseguire una biopsia del linfonodo sentinella per decidere se eseguire o meno un intervento demolitivo, questo deve essere codificato in SDO come procedura di biopsia linfonodale, eseguibile anche in regime ambulatoriale, e non come intervento di mastectomia conservativa. Il dato PNE relativo alle proporzioni di reinterventi a 120 giorni, comprende il primo intervento solo quando è stato codificato in SDO come mastectomia conservativa ed il secondo come mastectomia demolitiva. 
Quando il valore relativo alla proporzione di re-interventi a 120 giorni si attesta come superiore alla media nazionale, è compito della struttura/direzione ospedaliera interessata mettere in campo una procedura di audit sulle proprie SDO, per verificare se la biopsia linfonodale è stata correttamente codificata come procedura di biopsia e non come mastectomia conservativa. 
 
Rimanendo sul tema, si stima che ogni anno siano diagnosticati in Italia circa 50.000 nuovi casi di carcinomi della mammella femminile. 
Il trend di incidenza del tumore della mammella in Italia appare in leggero aumento (+0,3 per cento per anno) mentre continua a calare, in maniera significativa, la mortalità (-0,8 per cento per anno). Numerosi studi hanno dimostrato come lo screening mammografìco possa ridurre la mortalità da carcinoma mammario e aumentare le opzioni terapeutiche. 
 
La diffusione su larga scala in Italia dalla seconda metà degli anni ’90 dei programmi di screening mammografico con l'aumento del numero di diagnosi di forme in stadio iniziale ha contribuito, unitamente ai progressi terapeutici e alla diffusione della terapia sistemica adiuvante, alla costante riduzione della mortalità per carcinoma mammario. 
 
La sopravvivenza a 5 anni delle donne con tumore della mammella in Italia è pari all'87 per cento. Complessivamente in Italia vivono 800.000 donne che hanno avuto una diagnosi di carcinoma mammario, pari al 43 per cento di tutte le donne che convivono con una pregressa diagnosi di tumore e pari al 24 per cento di tutti i casi prevalenti (uomini e donne). 
Tra queste donne, la diagnosi è stata formulata da meno di 2 anni nel 15 per cento dei casi, tra 2 e 5 anni nel 20 per cento, tra 5 e 10 anni nel 26 per cento, oltre i 10 anni nel 40 per cento. 
 
Quanto alle azioni promosse dal Ministero della salute, è fondamentale ricordare le indicazioni tracciate dal provvedimento della Conferenza Stato Regioni in merito alla istituzione dei Centri di Senologia Breast Units.
Il documento «Linee di indirizzo sulle modalità organizzative ed assistenziali della rete dei Centri di senologia» approvato con Intesa dalla Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 18 dicembre 2014, risponde ad una direttiva europea del 2006 che impegna tutti i Paesi membri ad attivare sul proprio territorio nazionale le breast units. 
 
Il documento indica le modalità di organizzazione, ridefinendo in particolare il ruolo delle breast units come percorsi diagnostico-terapeutici, debitamente coordinati, omogenei, unitari, integrati, multidisciplinari, dedicati alla diagnosi dei tumori della mammella sia per i casi provenienti dai programmi organizzati di screening di popolazione (oramai poco meno del 50 per cento dei tumori incidenti), sia per i casi clinici in donne sintomatiche o su presentazione spontanea al di fuori delle fasce di età dello screening mammografìco, alla mappatura e gestione del rischio genetico familiare, alla terapia chirurgica, radioterapica oncologica e palliativa, oltre che come Centro di riabilitazione e recupero funzionale e di counseling psicologico. 
 
La Breast Unit quindi è un modello di assistenza specializzato nella diagnosi (screening e diagnostica clinico-strumentale), nella cura e nella riabilitazione psicofisica delle donne affette da carcinoma mammario, dove la gestione del percorso della paziente è affidato a un gruppo multidisciplinare di professionisti dedicati e con esperienza specifica in ambito senologico. 
Una ottimale organizzazione della rete di strutture di senologia deve essere disegnata sulla base delle esigenze del territorio in funzione dei bacini di utenza; nel documento è previsto un Centro di senologia ogni 250.000 abitanti e per le strutture di screening il bacino d'utenza è compreso tra 200.000 e 500.000 abitanti. 
 
Inoltre, per definirsi tale una Breast Unit deve rispettare una serie di requisiti di base, essenziali e molto precisi, tra cui riveste una notevole importanza il volume di attività, determinante dell'esito delle cure, fissato a 150 interventi/anno, con un margine di tolleranza del 10 per cento (135 interventi/anno). 
Per le Regioni con le reti approvate, è stato avviato il monitoraggio dall'implementazione dei processi di riorganizzazione della rete ospedaliera, attraverso un'analisi puntuale degli interventi concretizzati da parte delle Regioni per il raggiungimento degli obiettivi. 
 
Inoltre, il Ministero della salute in relazione al documento approvato con Intesa Stato Regioni nel dicembre 2014, ha tracciato la linea da seguire affinché venga effettuata un'osservazione sistematica ed uniforme, stante la rilevanza sia per numerosità di casi sia per la sensibilità crescente, su un ambito specifico quale quello del tumore alla mammella, dando l'avvio ad un monitoraggio puntuale attraverso il Questionario Lea 2018 (rete dei centri di senologia), che lega il raggiungimento degli obiettivi, misurati attraverso indicatori condivisi con le Regioni, ad un riconoscimento economico. 
 
Da ultimo, il Rapporto sulla rilevazione delle apparecchiature sanitarie in Italia - Anno 2017, pubblicato sul sito internet del Ministero, e dal quale sono state tratte le informazioni numeriche sulle percentuali di Mammografi che superavano i 10 anni di anzianità, riporta la situazione della rilevazione alla data del 14 novembre 2017. In particolare, risultavano registrati complessivamente 1.289 mammografi nelle strutture pubbliche e private, con la seguente distribuzione in termini di età: 
minori di 5 anni - > 37,3 per cento 
tra 5 e 10 anni - > 33,4 per cento 
oltre 10 anni - > 29,3 per cento.
 
Alla data odierna la situazione è cambiata in valori assoluti, ma risulta sostanzialmente stabile in termini percentuali. In particolare, risultano registrati complessivamente 1.687 mammografi nelle strutture pubbliche e private, con un incremento della rilevazione pari a 398 unità, e con la seguente distribuzione in termini di età:
minori di 5 anni -» 36,8 per cento;
tra 5 e 10 anni -» 31,3 per cento;
oltre 10 anni -» 31,9 per cento.
 
Come rappresentante del Ministero della salute rassicuro che sarà avviato un processo di investimento tecnologico in sanità volto a garantire l'efficienza, l'efficacia nonché la sicurezza degli interventi, a garanzia del diritto alla salute dei cittadini italiani, nonché a garanzia dell'attività svolta da tutti gli esercenti sanitari".
 
Roberto Bagnasco (FI), replicando, ricorda di avere presentato la sua interrogazione per segnalare che le recenti campagne di stampa sul tema dei rischi connessi alle mammografie, condotte in maniera a suo avviso superficiale, utilizzando dati inesatti, hanno fatto del male al nostro sistema sanitario. Concorda sull'opportunità di maggiori investimenti nelle tecnologie mediche, anche con l'obiettivo di una sostituzione delle apparecchiature obsolete, inclusi i mammografi. Richiede, quindi, l'intervento del Ministero della salute per contrastare la percezione che si sta vivendo presso l'opinione pubblica relativamente alla pericolosità di accertamenti diagnostici che hanno invece consentito un'individuazione precoce per quanto riguarda i tumori al seno. Riferendosi specificamente alla sua regione, la Liguria, contesta i dati forniti nell'inchiesta citata nell'interrogazione in oggetto in relazione all'ospedale San Paolo di Savona, rilevando che in tale struttura sono stati registrati tassi di recidiva inferiori alla media nazionale e che le apparecchiature esistenti o in corso di sostituzione risultano adeguate. In conclusione, si augura che sia concretizzato l'impegno assunto dal rappresentante del Governo, di prevedere maggiori investimenti nell'ambito della tecnologia sanitaria. 

04 ottobre 2019
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