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Patto Salute. È sempre braccio di ferro col Mef su commissariamenti e tetti spesa per il personale

di Luciano Fassari

Nuova riunione ieri a Ripa Tra Mef, Salute e Regioni sul Patto 2019-2022. Tra i temi caldi permangono i dubbi del Mef sul nuovo sistema di piani di rientro e commissariamenti e sulla flessibilità dei tetti di spesa per il personale sanitario. Aperture su rimozione incompatibilità presidente-commissario e su sblocco divieto scorrimento graduatorie per gli idonei. Allo studio anche l’accentramento dell’Hta che dovrebbe andare in capo ad un unico Ente

24 OTT - Su nuove norme commissariamento e flessibilità tetti di spesa e personale è braccio di ferro tra Mef e Salute e Regioni. Aperture invece sullo sblocco del divieto di scorrere le graduatorie degli idonei, sul superamento dell’incompatibilità tra presidente di Regione e commissario ad acta per la sanità e sull’accentramento dell’Hta. Sono queste alcune dei temi esaminati dal Tavolo tecnico sul Patto per la Salute 2019-2022 che si è svolto ieri a Lungotevere Ripa e in cui erano presenti Mef, Salute e Regioni.
 
Nella riunione di ieri, a quanto si apprende, non sono state approfondite tutte le 15 schede di lavoro predisposte dal Ministero nelle scorse settimane, ma in ogni caso il confronto (soprattutto col Mef) è definitivamente iniziato. Ora sono previste ulteriori riunioni nelle prossime settimane (l’obiettivo è siglare il Patto entro la metà di novembre) e in ogni caso servirà un confronto politico tra i due Ministeri per sciogliere i nodi più spinosi.
 
Il primo è quello che verte sulla richiesta delle Regioni di rendere più flessibili i tetti di spesa sul personale. La proposta, però, ai tecnici dell’Economia non piace. Il punto di caduta, a questo punto potrebbe essere quello di alzare di qualche punto il tetto di spesa fissato dal Dl Calabria (+5% rispetto a spesa del 2018). Ma sul punto dovranno essere Mef e Salute a trovare la quadra politica (anche perché il Ministro Speranza ha più volte dichiarato la volontà di rimuovere i tetti) per andare incontro alle esigenze assunzionali delle Regioni. Sempre sul tema è arrivata invece l’apertura ad una deroga, valevole solo per la sanità, di eliminare il blocco dello scorrimento delle graduatorie degli idonei.
 
Altro nodo complicato da sciogliere è quello delle norme su commissariamenti e piani di rientro. L’idea, messa nero su bianco sulle schede di Ripa, è quella di limitare il commissariamento tout court solo alle Regioni in grave difficoltà in termini economici e nell’erogazione dei Lea (in questo momento lo sarebbe solo la Calabria ndr.) per mettere in campo un sistema di commissariamento ‘chirurgico’ basato sul nuovo sistema di garanzia dei Lea che dovrebbe entrare in vigore il prossimo anno. In sostanza il sistema prevede l’intervento statale possa attuarsi solo in quelle singole realtà (Asl, ospedali, servizi per esempio) che non raggiungono gli obiettivi. Il Piano però, per il Mef non sembra digeribile. La paura è quella di perdere il controllo della spesa regionale che dopo 10 anni, tra Piani di rientro e commissariamenti, è tornata sotto controllo. Dal Mef quindi la proposta che il nuovo sistema (su cui Salute e Regioni convergono) non vada a sostituire il meccanismo attuale ma lo vada ad affiancare. Il punto d’incontro in questo caso non sembra facile da raggiungere, anche se per esempio sono giunti segnali positivi su di nuova eliminazione dell’incompatibilità tra presidente di Regione e commissario ad acta per la sanità che era stata reintrodotta l’anno passato nel Dl Fiscale.
 
Ci sarebbe invece l’accordo nell’affidare ad un unico Ente tutti i compiti dell’Health Techonology Assessement (Hta) che oggi invece sono suddivisi tra Ministero, Aifa, Agenas e Iss.
 
 
Luciano Fassari

24 ottobre 2019
© Riproduzione riservata

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