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Sicurezza nei luoghi di lavoro. Via libera dal Senato alla commissione d’inchiesta

di Domenico Della Porta

Unificate in un unico documento tutte le proposte presentate. L’obiettivo è quello di dare anche a questa legislatura un organo, con gli stessi poteri dell’autorità giudiziaria in fatto di indagini, per fare luce sulle condizioni di lavoro in un Paese in cui si continua a perdere la vita facendo il proprio mestiere. IL DOCUMENTO

01 NOV - Con l’approvazione anche dell’Aula del Senato, è possibile ritenere ormai istituita la nuova  “Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati”.
 
In essa sono declinati anche i temi dello sfruttamento, della presenza dei minori e della criminalità organizzata. L’obiettivo è stato quello di dare anche a questa legislatura un organo, con gli stessi poteri dell’autorità giudiziaria in fatto di indagini, per fare luce sulle condizioni di lavoro in un Paese in cui si continua a perdere la vita facendo il proprio mestiere. Il testo base, il cui primo firmatario è il senatore PD Tommaso Nannicini, in continuità con le precedenti legislature, mette l’accento sulla sicurezza ma amplia il campo ad accertamenti sul rispetto della normativa in tema di appalti, subappalti con specifico riguardo ai consorzi, al fenomeno delle cooperative di comodo, in particolare in “settori sensibili come edilizia e logistica”.
 
“Saranno accesi i fari, poi, ed è questa una delle novità rispetto alle Commissioni precedenti, sull’impiego illegale di minorenni specie se “provenienti dall’estero”. Occorre delineare un percorso che faccia emergere tali attività, sottolinea Nannicini, per lo più sconosciute, che comportano quasi sempre danni alla salute dei minori irreversibili.”
 
Per il senatore PD i numeri degli infortuni mortali e non, registrati in quest’anno restano ancora troppo elevati ed inaccettabili per un Paese civile. Occorre quindi intensificare ulteriormente gli sforzi per la prevenzione e il contrasto del fenomeno, che devono concentrarsi su alcune direttrici fondamentali: la formazione/informazione dei lavoratori e delle imprese, i controlli sull’applicazione delle norme, il coordinamento fra tutti i soggetti sociali ed istituzionali competenti e l’efficacia deterrente delle sanzioni. Il lavoro svolto dalle Commissioni di inchiesta delle precedenti legislature ripropone con urgenza un forte impegno delle istituzioni e delle forze politiche e sociali affinché continuino ad essere affrontate senza indugio le gravi problematiche connesse alle tematiche della sicurezza e dello sfruttamento sul lavoro.
 
Si tratta pertanto di raccogliere tali indicazioni e procedere nuovamente alla costituzione della Commissione di inchiesta che, nel documento che si sottopone all’attenzione di questo ramo del Parlamento, si pone in linea di continuità con le precedenti.
 
La Commissione accerta:
a) l’entita` dello sfruttamento del lavoro  con particolare riguardo agli strumenti di prevenzione e repressione; 
 
b) l’entita` della presenza dei minori, con particolare riguardo ai minori provenienti dall’estero e alla loro protezione ed esposizione a rischio;
 
c) l’incidenza del fenomeno della presenza di imprese controllate direttamente o indirettamente dalla criminalita` organizzata, nonché il rispetto della normativa in caso di appalti e subappalti con specifico riguardo ai consorzi, al fenomeno delle cooperative di comodo, alle reti di impresa e ai siti produttivi complessi, con particolare evidenza ai settori sensibili come edilizia e logistica;
 
d) la congruità delle provvidenze previste dalla normativa vigente a favore dei lavoratori o dei loro familiari in caso di infortunio sul lavoro;
 
e) l’idoneità dei controlli da parte degli organi di vigilanza sulla applicazione delle norme antinfortunistiche;
 
f) la dimensione e la gravità degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con particolare riguardo alla tutela delle vittime e delle loro famiglie;
 
g) le cause degli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo alla loro entità nell’ambito del lavoro nero o sommerso e del doppio lavoro;
 
h) l’incidenza complessiva del costo degli infortuni sul lavoro sulla dimensione familiare dei lavoratori, sulla produttività delle imprese, sul Servizio sanitario nazionale e sul sistema economico;
 
i) eventuali nuovi strumenti legislativi e amministrativi da proporre al fine della prevenzione e della repressione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali;
 
l) l’incidenza e la prevalenza del fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali in ragione dell’età e del luogo di residenza delle vittime, attraverso lo svolgimento di appropriate analisi.
 
La Commissione deve altresì verificare le condizioni di lavoro dei lavoratori stagionali; la partecipazione degli immigrati al mercato del lavoro per tipologia lavorativa, sesso, collocazione sul territorio nazionale e titolo di studio; il fenomeno del caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, nonché la gestione logistica delle imprese attorno alla quale si verificano spesso infiltrazioni della criminalità organizzata. 
 
“Sono tutti argomenti di estrema importanza, ha sottolineato Luisa Gnecchi, responsabile del dipartimento Welfare del PD, che hanno bisogno di approfondimenti ed attenzione, proprio alla luce degli ultimi eventi di infortuni mortali che si sono registrati, legati alla disattenzione verso quei rischi non tradizionali, come il cosiddetto “rischio strada” che ha provocato più della metà dei morti sul lavoro accertati nel 2018. Occorre puntare, per alzare la guardia a  rafforzare i Servizi delle ASL, definendone gli standard di fabbisogno di personale, ha aggiunto la Gnecchi,  per aumentare gli interventi di controllo e di prevenzione per favorire l’adozione da parte delle imprese di una maggior cultura e di un maggior impegno per la sicurezza, oltre che a potenziare le strutture dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro per la lotta al caporalato, alla irregolarità dei rapporti di lavoro.
 
Le esperienze dei Servizi ASL, pur nelle differenze regionali e di risorse dedicate, sono oramai consolidate nella programmazione dei controlli per priorità, (agricoltura, edilizia, amianto, rischio chimico e cancerogeno, rischio muscolo---scheletrico, stress lavoro---correlato, etc.), nel lavoro per piani mirati territoriali, nella ricerca attiva delle patologie professionali che mietono più vittime degli infortuni, nel coordinamento e controllo dell’operato delle figure aziendali, nel sostegno alla partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori ( RLS), ma anche nel sostegno alle iniziative di formazione scolastica.
 
Domenico Della Porta
Docente Medicina del Lavoro Facoltà di Giurisprudenza Università Uninettuno - Roma

01 novembre 2019
© Riproduzione riservata
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