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Coronavirus. Ministero amplia  campo ricerca potenziali contagi: “Identificare tutti coloro che sono stati a contatto con casi confermati o probabili nelle ultime 48 ore”


Lo prevede una nuova circolare emanta oggi con cui vengono date ulteriori indicazioni per il rintraccio dei casi da Covid 19. Inoltre, sono state aggiornate le indicazioni relative alla diagnosi di laboratorio. LA CIRCOLARE

19 MAR - “Nelle attività di rintraccio dei contatti in ambito di sorveglianza sanitaria, sulla base di valutazioni caso per caso effettuate dall’operatore di Sanità Pubblica nella propria concreta attività, appare necessario identificare tutti gli individui che sono stati o possono essere stati a contatto con un caso confermato o probabile di COVID-19, focalizzando la ricerca degli stessi con particolare attenzione alle 48 ore precedenti l'insorgenza dei sintomi fino al momento della diagnosi e dell'isolamento del caso”. È quanto indica il Ministero della Salute in una circolare diramata oggi.
 
Nel documento vi è poi un aggiornamento delle indicazioni relative alla diagnosi di laboratorio. “I laboratori di riferimento regionali – si legge - devono svolgere funzione di coordinamento per i laboratori aggiuntivi identificati dalle regioni a effettuare la diagnosi SARS-CoV-2, fornendo il supporto e le indicazioni necessarie secondo specifici piani regionali. Quale criterio per la valutazione delle capacità diagnostiche per infezione da COVID-19 dei nuovi laboratori arruolati dalle regioni si ritiene sufficiente un riscontro dei risultati di diagnosi riguardanti i loro primi 5 campioni positivi e 10 campioni negativi con quanto rilevato presso i laboratori di riferimento regionali”.
 
“Laddove – afferma il Ministero -  vi sia ancora una limitata trasmissione di COVID-19, la conferma della diagnosi di campioni positivi può essere effettuata dallo stesso laboratorio che esegue la diagnosi SARS-CoV2 mediante un test RT-PCR che utilizzi un secondo gene target di SARS-CoV-2”.
 
“In aree con diffusa trasmissione COVID-19 – prosegue la circolare - è considerata sufficiente quale diagnosi di laboratorio la positività al test RT-PCR rilevata su un singolo gene target di SARS-CoV-2. Test di conferma devono essere effettuati solo per i campioni in cui il risultato è difficilmente interpretabile o il ciclo soglia in RT-PCR è maggiore di 35. In questi casi si raccomanda di ripetere il test su una nuova raccolta di campione”.
 
Inoltre, “tutti i campioni risultati positivi SARS-CoV-2 in pazienti deceduti devono essere conservati congelati a -80°C presso la struttura che effettua il prelievo e/o la diagnosi di laboratorio e inviati successivamente al Laboratorio di Riferimento Nazionale in ISS su espressa richiesta”.
 
Il Ministero infine “ribadisce che nei laboratori autorizzati per le analisi dei tamponi, la presentazione di campioni afferenti a personale militare ed a esso congiunto (anche in assenza di evidenze cliniche), dovrà ottenere priorità e la comunicazione del risultato dovrà avvenire in un arco di tempo massimo di 36 ore”.
 
Nella circolare si ribadisce, infine, che nei laboratori autorizzati per le analisi dei tamponi, la presentazione di campioni afferenti a personale militare ed a esso congiunto (anche in assenza di evidenze cliniche), dovrà ottenere priorità e la comunicazione del risultato dovrà avvenire in un arco di tempo massimo di 36 ore. L’effettuazione delle analisi anche in assenza di evidenze cliniche - si legge ancora sulla circolare - è determinata dalla necessità di garantire la prontezza operativa delle Unità dispiegate in Patria e in zona di operazioni.

19 marzo 2020
© Riproduzione riservata
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