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Falsa partenza per il sistema di monitoraggio della Fase 2. Metà Regioni non ha ancora trasmesso i dati e il Governo manda il sollecito

di Luciano Fassari

Doveva essere presentato oggi il primo report sui livelli di rischio sanitario nelle varie Regioni basato sui 21 indicatori messi nero su bianco due settimane dal Ministro della Salute in un decreto ma a quanto si apprende le difficoltà sono parecchie. Il 18 maggio sta però arrivando e per questo Boccia e Speranza sollecitano i governatori anche se il ritardo è in parte giustificato dalla difficoltà di mettere in pratica il nuovo meccanismo di monitoraggio.

14 MAG - Falsa partenza per il monitoraggio della Fase 2 per quanto riguarda la tenuta sanitaria del Paese. A quanto si apprende metà delle Regioni non avrebbe infatti ancora trasmesso i dati al Ministero della Salute. Dati indispensabili per la verifica dell’andamento epidemiologico e la tenuta dei vari sistemi sanitari regionali.
 
E per questo i Ministri di Salute e Affari Regionali, Roberto Speranza e Francesco Boccia, che avevano annunciato pubblicamente che oggi sarebbe stato pubblicato il primo report con i livelli di rischio per ogni regione, hanno preso carta e penna e scritto una lettera al presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini in cui chiedono “di porre in essere ogni opportuna azione per completare con la dovuta sollecitudine l’implementazione dei dati come richiesti”.
 
Sono passate infatti due settimane dalla firma del decreto da parte di Speranza con cui venivano definiti i 21 indicatori (tra cui indice di trasmissione del virus Rt sotto 1, capacità di fare test entro 3 giorni dai sintomi, personale adeguato agli standard, tasso occupazione terapie intensive e Area Medica, nonché ovviamente trend in calo e assenza di focolai) necessari al monitoraggio della Fase 2. “L’acquisizione tempestiva di tali dati – ricordano Speranza e Boccia nella lettera a Bonaccini – costituisce condizione essenziale per il corretto funzionamento del sistema di rilevazione e contenimento del rischio collegato alla gestione di una nuova epidemia non controllata”.
 
Il meccanismo così come strutturato e gli indicatori così come richiesti, però, per molte Regioni, sarebbero molto complicati da fornire in tempi brevi (anche se forse la questione andava sollevata con più forza subito dopo la firma del decreto e non solo a una manciata di giorni dal 18 maggio dove sono previste ulteriori misure di allentamento del lockdown). E gli stessi Boccia e Speranza riconoscono le difficoltà giacché nella loro lettera rimarcano come già “l’esito della prima analisi iniziata il 4 maggio ha registrato segnali di criticità nella disponibilità dei dati”.
 
Anche per questo al Ministero della Salute c'è comprensione e tolleranza per i ritardi considerando che “siamo di fronte ad un nuovo meccanismo”. Resta però il fatto che per l’ennesima volta il sistema sembra non procedere all’unisono e questo è ancora più preoccupante se pensiamo all’imminente apertura di quasi tutte le attività e a quanto, come ribadito più volte dallo stesso Speranza e dal premier Conte, sia “essenziale” il sistema di monitoraggio che ha proprio l’obiettivo di far suonare l’allarme prima che i buoi siano usciti dalla stalla.
 
Luciano Fassari

14 maggio 2020
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