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Non si muore di solo Covid. Appello alla Campania e a tutte le regioni per ripristinare le attività mediche e chirurgiche

di Michela Rostan

La sospensione in Campania e in altre regioni dei ricoveri programmati nelle strutture ospedaliere pubbliche e altresì di diverse altre attività e prestazioni sanitarie anche nelle case di cura private accreditate e negli ospedali religiosi, ad eccezione di quelle a carattere di assoluta urgenza e di quelle legate alla dialisi e ad alcune attività oncologiche-chemioterapiche che non solo differibili, rischia di ricadere pesantemente sul sistema sanitario nazionale

27 OTT - Gentile Direttore,
è giusto rivolgere ogni sforzo possibile, come si sta facendo in modo encomiabile, al potenziamento di posti letto Covid e al riordino rapido e tempestivo delle attività per aumentare l’offerta nelle terapie intensive, semi intensive e di degenza, alla luce della gravissima situazione dettata dall’emergenza Coronavirus. Pur tuttavia siamo allarmati da un’altra emergenza, altrettanto importante, relativa alla sospensione delle altre attività sia mediche che chirurgiche presso le strutture pubbliche.
 
La sospensione in Campania e in altre regioni dei ricoveri programmati nelle strutture ospedaliere pubbliche e altresì di diverse altre attività e prestazioni sanitarie anche nelle case di cura private accreditate e negli ospedali religiosi, ad eccezione di quelle a carattere di assoluta urgenza e di quelle legate alla dialisi e ad alcune attività oncologiche-chemioterapiche che non solo differibili, rischia di ricadere pesantemente sul sistema sanitario nazionale. In modo ancor più drammatico. Accade infatti che pazienti con situazioni di grande difficoltà, di dolore fisico, di patologia importante e seria debbano essere rimandati a casa, con il rischio che poi una urgenza si determini davvero, con un improvviso aggravamento, e non si riesca neppure a rispondere in tempo, visto il livello di saturazione nella catena delle emergenze. Per controllare un pacemaker, per operare un’aneurisma dell’aorta o per operare una colecisti non basta più fornirsi della richiesta del medico curante. Per accedere in ospedale la loro patologia deve trasformarsi in urgenza.
 
E al di là delle urgenze codificate come eccezioni nella disposizione regionale, esistono problemi seri legati a patologie che si possono aggravare nel tempo, che vanno curate tempestivamente; esistono necessità legate alla prevenzione, agli screening; esistono patologie come quelle oncologiche e quelle cardio-vascolari dove il tempo è una variabile fondamentale, e se si arriva tardi, si rischia che sia troppo tardi.
 
Per questo mi sento di rivolgere un appello alle autorità sanitarie regionali della Campania affinché venga subito convocato un tavolo tecnico per ripristinare le altre attività sia mediche che chirurgiche presso le strutture pubbliche, laddove è possibile. Partendo, ad esempio, dal maggiore coinvolgimento dei presìdi ospedalieri intermedi attualmente sottoutilizzati. Un appello che rivolgo a tutte le regioni d’Italia. La sfida deve essere quella di garantire entrambi i livelli di assistenza, nella sicurezza e nelle tutele. Altrimenti rischiamo di combattere su un solo fronte mentre perdiamo la guerra sulle mille altre battaglie della salute dei cittadini.
Non dimentichiamo le altre malattie!
 
Quella legata al Covid è indubbiamente una emergenza che richiede tutta la nostra attenzione e ogni sforzo. Ma non dimentichiamo le altre malattie.


On. Michela Rostan (IV)
Vicepresidente Commissione Affari Sociali

27 ottobre 2020
© Riproduzione riservata

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