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Comparto sciistico e turismo. Boccia: “Se apriamo senza limiti, perdite di dicembre le ritroveremo a febbraio con terza ondata”


"Un Paese, se non è sicuro dal punto di vista sanitario, non lo è nemmeno dal punto di vista economico. Far partire alcune attività economiche con un mese di ritardo comporta certamente gravi perdite, che fate bene a mettere in evidenza e saranno ristorate, compresi gli stagionali. Protezione della salute e difesa della vita ci consentono di mettere in sicurezza tutto il Paese anche dal punto di vista sociale ed economico". Così il ministro Boccia rispondendo all'interrogazione di Nobili (IV).

25 NOV - "Se apriamo senza limiti, le perdite che stiamo avendo a dicembre ce le ritroveremo con le stesse dimensioni e gli stessi numeri a febbraio. Quello significherà che siamo dentro la terza ondata e noi abbiamo il dovere, tutti noi, di evitare la terza ondata. Protezione della salute e difesa della vita ci consentono di mettere in sicurezza tutto il Paese anche dal punto di vista sociale ed economico".
 
Così il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha risposto oggi alla Camera all'interrogazione sulla mobilità interregionale nonché sulle prospettive di rilancio del comparto sciistico e del turismo nelle città d'arte, presentata da Luciano Nobili (Iv).
 
Di seguito la risposta integrale del ministro Boccia.
 
"Grazie, Presidente. Ringrazio la collega Fregolent, il collega Nobili e il gruppo di Italia Viva per le questioni poste in questo question time perché ci consentono di chiarire alcuni aspetti. Come i colleghi sanno, la differenza tra la prima e la seconda ondata, anche nell'approccio, è tutta legata agli interventi per fermare l'emergenza epidemiologica. Nella prima fase sono state applicate misure uniformi sull'intero territorio nazionale e restrizioni che hanno toccato anche l'industria e le attività produttive. Il 90 per cento del Paese è stato fermato per consentire un rafforzamento delle reti sanitarie e un acquisto, una dotazione di materiali che il Paese non aveva.
 
Questa seconda ondata, che ha messo in evidenza le differenze territoriali, soprattutto nell'organizzazione delle reti sanitarie, necessitava, così come poi è avvenuto, di un intervento non solo per fasce, ma anche che fosse capace di ponderare le diverse soluzioni. Gli aspetti che pone la collega Fregolent devono però portarci a sottolineare un aspetto, Presidente: quando c'è un contagio, e questo ormai è evidente, aumentano i contagiati nel breve, ma poi aumentano i ricoverati in area medica; poi vanno in crisi successivamente, dopo altre due settimane, i posti di terapia intensiva e solo successivamente tocchiamo con mano la parte più tragica, cioè quella dei decessi. Se ieri abbiamo avuto 853 decessi, non è un fato: era inevitabile che avvenisse con quel livello di contagio. Noi non possiamo permettercelo e non possiamo pensare che il Paese sia più sicuro se ha meno restrizioni.
 
Un Paese, se non è sicuro dal punto di vista sanitario, non lo è nemmeno dal punto di vista economico. Far partire alcune attività economiche con un mese di ritardo comporta certamente gravi perdite, che fate bene a mettere in evidenza e saranno ristorate, compresi gli stagionali, perché si farà un ragionamento molto simile a quello che è stato fatto nella prima fase degli interventi sulle attività turistiche estive, ma non comporta la distruzione del comparto, al quale siamo vicini, ma per il quale bisogna dirsi con grande chiarezza che, se apriamo senza limiti, le perdite che stiamo avendo a dicembre ce le ritroveremo con le stesse dimensioni e gli stessi numeri a febbraio. Quello significherà che siamo dentro la terza ondata e noi abbiamo il dovere, tutti noi, di evitare la terza ondata. Protezione della salute e difesa della vita ci consentono di mettere in sicurezza tutto il Paese anche dal punto di vista sociale ed economico.
 
Chiudo, signor Presidente, ribadendo un concetto molto semplice: i ristori, così come sono stati garantiti per le attività che oggi sono chiuse, perché ci sono attività che sono chiuse e siamo vicini a tutti, i ristoratori, i bar, i proprietari di palestre, gli stessi ristori in tempo reale saranno assicurati a tutte le attività che ruotano intorno al turismo invernale".
 
Mauro Del Barba (Iv), replicando, si è dichiarato non soddisfatto per le parole del ministro "che a tratti ho trovato generiche e demagogiche, mi scusi se glielo dico. Questo non mi dà quella sicurezza che si sta facendo di tutto per coniugare, come noi chiediamo, la sicurezza e la salute sacrosanta con la sicurezza e la salute che deriva dal fatto che gli italiani domani avranno ancora le loro attività economiche. Non si tratta solo di una contrapposizione lavoro-salute, a cui, per favore, nessuno di noi ha bisogno di essere richiamato rispetto all'importanza della salute".
 
"Si tratta, come mi diceva un imprenditore, ormai di una contrapposizione salute-salute, perché alcune chiusure stanno andando a discapito della salute. Mi riferisco sicuramente ai più fragili, alle persone che portano dei disagi e che dalle chiusure di qualsiasi tipo portano grande detrimento. La scuola per noi è un luogo che va assolutamente tutelato rispetto alle chiusure, ma veniamo a un punto critico, la questione degli impianti da sci. Noi non abbiamo chiesto, come lei ha detto, aperture indiscriminate; anzi, chiediamo regole certe e tempi certi. Gli operatori della montagna si sono impegnati per sviluppare con lei delle linee guida; meritano ora di conoscere quando le potranno applicare e a quali condizioni, lo merita l'intero comparto. E soprattutto basta con confronti ideologici e demagogici, basta con la ridicolizzazione di un intero comparto. Si è parlato della montagna come se fosse Disneyland o delle discoteche. La montagna è un luogo importante del Paese, l'attività fisica e sportiva che si svolge in quei luoghi può essere sicura soprattutto alla luce delle linee guida che sono state studiate. Finisco, Presidente: noi montanari per primi sappiamo che mai metteremo le attività produttive davanti alla salute".

25 novembre 2020
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