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Covid. Trasparenza dati: “La comunità scientifica è già abilitata a presentare istanze all’Iss per ricevere i dati di cui necessita”


"Dando esecuzione al terzo comma della Ordinanza della Protezione civile n. 691 del 2020, la comunità scientifica può ricevere dati attraverso un flusso di comunicazione in forma aggregata o anche in forma individuale con la sola misura di sicurezza tecnica, la pseudo pseudonimizzazione". A chiarirlo è stata la sottosegretaria alla Salute Zampa, rispondendo oggi alla Camera all'interrogazione presentata da Quartapelle (PD).

15 GEN - "La comunità scientifica è già abilitata a presentare istanze presso l'Istituto superiore di sanità per ricevere i dati di cui necessita, dando esecuzione al terzo comma dell'Oridnanza del Capo dipartimento della Protezione civile n. 691 del 2020, ricevendoli attraverso un flusso di comunicazione in forma aggregata o anche in forma individuale con la sola misura di sicurezza tecnica, la pseudo pseudonimizzazione".
 
A chiarirlo è stata oggi la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, rispondendo in aula alla Camera all'interrogazione sul tema della trasparenza dei dati presentata da Lia Quartapelle (PD).
 
Di seguito la risposta integrale della sottosegretaria Zampa:
 
"Onorevole Quartapelle, fin dall'inizio della pandemia il Ministero della Salute, in accordo con le regioni e con tutti gli attori istituzionali interessati, ha adottato le misure di sanità pubblica per la protezione della salute della popolazione con procedure omogenee su tutto il territorio nazionale.
 
La sorveglianza del COVID-19 nel nostro Paese ha avuto inizio con la circolare del Ministero n. 1997 del 22 gennaio 2020, “Polmonite da nuovo Coronavirus in Cina”, che evidenziava i primi criteri e le modalità di segnalazione dei casi di infezione da SARS-CoV-2, condivisi con il Dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità. Il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con l'ordinanza del 27 febbraio 2020, n. 640, ha affidato la sorveglianza epidemiologica e microbiologica per il COVID-19 allo stesso Istituto.
 
Dal mese di giugno 2020, l'Istituto superiore di sanità ha provveduto ad integrare nella piattaforma web del sistema di sorveglianza integrata COVID-19 anche la scheda di raccolta dei dati aggregati giornalieri del flusso del Ministero-Protezione civile. Il Ministero della Salute, dopo il controllo e la validazione dei dati, provvede a pubblicare la tabella riepilogativa generata automaticamente dal sistema sul proprio portale.
 
Nella circolare n. 32732 del Ministero della Salute del 12 ottobre 2020 il Ministero indica come durante la fase di transizione continui l'attività del Sistema di sorveglianza integrata epidemiologica e microbiologica. Ciò avviene attraverso il Sistema di sorveglianza, che raccoglie, tramite una piattaforma web, dati individuali dei soggetti risultati positivi al SARS-CoV-2 mediante test molecolare effettuato su prelievo rino-orofaringeo, il cosiddetto tampone. Questo sistema permette non solo di monitorare l'andamento dell'epidemia nella popolazione, ma anche di effettuare analisi specifiche per sottogruppi di popolazione, inclusi gruppi di popolazione vulnerabili.
 
Il laboratorio di riferimento nazionale presso l'Istituto superiore ha il compito di svolgere la sorveglianza genomica virale, al fine di monitorare l'epidemiologia molecolare di SARS-CoV-2, in un numero definito di campioni clinici per ogni regione e provincia autonoma, che vengono inviati con cadenza mensile presso l'Istituto.
 
Con il progredire dell'epidemia e stante l'esigenza di raccogliere informazioni aggiuntive sui casi confermati, la scheda di sorveglianza è stata integrata con alcune nuove informazioni, quali, ad esempio, la variabile “provenienza del caso”, cioè se si tratta di un caso autoctono oppure importato da altra regione o dall'estero, o la variabile “setting”, che permette di descrivere il luogo o la comunità di acquisizione della malattia. Le attività di identificazione e di gestione dei contatti dei casi probabili o confermati di COVID-19, mediante quarantena e sorveglianza attiva, hanno lo scopo di individuare e isolare tempestivamente i casi secondari, in modo da interrompere le catene di trasmissione.
 
A causa della trasmissione diffusa dal virus su tutto il territorio nazionale, con presenza di focolai anche di dimensioni considerevoli, si è assistito ad un progressivo aumento delle suddette attività, sia a livello centrale che periferico, in seguito alle riaperture avvenute successivamente alla fase di lockdown. L'identificazione e gestione dei contatti stretti è stata svolta a livello territoriale dalle autorità sanitarie locali.
 
Per quanto riguarda il tracciamento dei contatti, secondo quanto stabilito dalla circolare di questo Ministero n. 18584 del 29 maggio 2020, lo scopo di identificare e gestire i contatti dei casi probabili o confermati di COVID-19 è quello di individuare e isolare rapidamente i casi secondari, per poter intervenire e interrompere la catena di trasmissione. Questo obiettivo viene raggiunto attraverso le seguenti azioni: identificare rapidamente i contatti di un caso probabile o confermato; fornire ai contatti le informazioni sulla patologia, sulla quarantena, sulle corrette misure di igiene respiratoria e delle mani, e indicazioni su cosa fare in caso di manifestazione dei sintomi; provvedere tempestivamente all'esecuzione di test diagnostici nei contatti che sviluppano sintomi.
 
Nel giugno 2020, l'Istituto superiore ha pubblicato una guida che illustra le fasi chiave del processo di contact tracing, mettendo a disposizione una serie di moduli standard per la raccolta dei dati, con lo scopo di fornire uno strumento per rendere omogeneo l'approccio a questa attività nel territorio nazionale, e ha sviluppato un corso di formazione a distanza per gli operatori di sanità pubblica che svolgono le attività di contact tracing nel contesto del COVID.
 
L'Istituto superiore di sanità ha messo a disposizione la versione italiana dei “software Go.Data”, la piattaforma web sviluppata dall'OMS per agevolare la raccolta dei dati durante le emergenze di sanità pubblica. Nell'ambito della “digital health”, il commissario straordinario per l'emergenza COVID-19 della Presidenza del Consiglio dei Ministri - in collaborazione con il Ministero della Salute e il Ministero per l'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione - ha, inoltre, reso disponibile un'applicazione per telefoni cellulari, finalizzata al tracciamento di prossimità quale strumento per coadiuvare il “contact tracing” tradizionale.
 
Secondo quanto stabilito dalla circolare del Ministero della Salute del 30 aprile 2020, n. 15279, per gli scopi di monitoraggio e per la necessità di classificare tempestivamente il livello di rischio, in modo da poter valutare la necessità di modulazioni nelle attività di risposta all'epidemia, sono stati disegnati alcuni indicatori con valori di soglia e di allerta, che sono monitorati, attraverso sistemi di sorveglianza coordinati a livello nazionale, al fine di ottenere dati aggregati nazionali, regionali e locali.
 
Questi indicatori sono finalizzati a una raccolta del dato e ad una migliore comprensione della qualità dello stesso, al fine di potere realizzare nel modo più corretto possibile una classificazione rapida del rischio, di concerto con l'Istituto superiore di sanità, con le regioni e le province autonome. Alcuni indicatori, definiti opzionali, sono relativi a flussi di sorveglianza non attualmente attivi, che potranno essere istituiti in alcune regioni o province autonome in base alla fattibilità e all'opportunità. Questi indicatori verranno considerati nella classificazione del rischio solo qualora la regione o la provincia autonoma raccolgano il dato a seguito dell'attivazione del relativo flusso informativo.
 
Una classificazione aggiornata del rischio per ciascuna regione avviene settimanalmente. Il Ministero della Salute, tramite la nota cabina di regia, che coinvolge le regioni, le province autonome e l'Istituto superiore di sanità, raccoglie le informazioni necessarie per la classificazione del rischio e realizza una classificazione settimanale del livello di rischio di una trasmissione non controllata e non gestibile di SARS-COV-2 nelle regioni e nei territori.
 
L'Istituto superiore di sanità ha operato nel rispetto delle indicazioni normative, dotandosi del personale necessario al fine di condurre le indagini epidemiologiche mirate all'identificazione della catena di trasmissione e ha confermato le proprie condotte anche in relazione al Regolamento europeo 679/2016, in materia di protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali.
 
Quanto al contact tracing, sia tradizionale che digitale, strumento per la ricostruzione della rete dei contagi, del tutto autonoma rispetto al trattamento di dati personali di cui alla sorveglianza integrata COVID-19, l'Istituto superiore di sanità nel contesto emergenziale ha predisposto e attuato corsi di formazione in ambito di emergenza epidemiologica ed in particolare nell'utilizzo dell'applicazione Immuni, al fine di concorrere nel dare esecuzione della circolare del Ministero del 29 maggio 2020, n. 18584.
 
Sulla base delle indicazioni sopra fornite, consegue che la comunità scientifica è già abilitata a presentare istanze presso l'Istituto superiore di sanità per ricevere i dati di cui necessita, dando esecuzione al terzo comma dell'OCDPC n. 691 del 2020, ricevendoli attraverso un flusso di comunicazione in forma aggregata o anche in forma individuale con la sola misura di sicurezza tecnica, la pseudo pseudonimizzazione.
 
Il ruolo dell'Istituto superiore di sanità in ambito di tracing è stato, sin dal primo momento, attivo e partecipativo nel sostenere il Ministero della Salute nelle operazioni di tracciamento attraverso la formazione delle strutture di prevenzione e degli operatori sanitari chiamati in via diretta ad adoperarsi per il raggiungimento dell'obiettivo".

15 gennaio 2021
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