Dl Covid. Fials: “Approvazione emendamento su scudo penale a medici e infermieri è atto di civiltà”
Il sindacato plaude al via libera in commissione al Senato alla misura che fa scattare la punibilità per gli operatori sanitari solo in caso di colpa grave. “La politica stavolta è riuscita ad essere dalla parte giusta, dalla parte di lavoratori che, nonostante gravi carenze gestionali e organizzative, hanno saputo sostenere sulle loro spalle il SSN”.
13 MAG - “Proprio nella serata di ieri, Giornata internazionale dell'infermiere, il Senato ha scritto una pagina di civiltà e rispetto verso coloro che sono stati definiti eroi, accogliendo l'emendamento al dl Covid che introduce uno scudo penale esteso al periodo di emergenza per medici e infermieri. Professionisti sanitari che hanno fronteggiato a mani nude il virus sin dalle prime ore, resistendo lunghissimi mesi in prima linea con spirito di sacrificio e innegabile coraggio. Accogliamo con favore questo segnale di civiltà della politica, che stavolta è riuscita ad essere dalla parte giusta, dalla parte di lavoratori che, nonostante gravi carenze gestionali e organizzative, hanno saputo sostenere sulle loro spalle il SSN”. Così
Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials, appresa la notizia
dell'introduzione dello scudo penale per i professionisti sanitari.
“Scudo penale non vuol dire nascondere misfatti - prosegue - ma dare valore a ciò che è stato fatto in nome dell'articolo 32 della Costituzione, a garanzia del diritto alla salute di tutti i cittadini”.
"La scriminante approvata dalla commissione Affari costituzionali di palazzo Madama, secondo quanto si apprende, prevede che durante lo stato di emergenza, i reati previsti dagli articoli 589 e 590 del codice penale - omicidio colposo e lesioni personali colpose - commessi nell'esercizio di una professione sanitaria e legati alla situazione di emergenza, “sono punibili solo nei casi di colpa grave”. E ai fini della valutazione del grado della colpa, la proposta dispone che il giudice dovrà tenere conto, tra i fattori che ne possono escludere la gravità, “della limitatezza delle conoscenze scientifiche al momento del fatto sulle patologie da Sars-Cov-2 e sulle terapie appropriate, nonché della scarsità delle risorse umane e materiali concretamente disponibili in relazione al numero dei casi da trattare, oltre che del minor grado di esperienza e conoscenze tecniche possedute dal personale non specializzato impiegato per far fronte all'emergenza”.
13 maggio 2021
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