Covid. Speranza: “Norma su obbligo vaccino per i sanitari va rispettata”
Il Ministro della Salute a Lecco: “La vaccinazione è la vera arma che abbiamo per chiudere questa stagione così difficile. Oggi supereremo 54 milioni di dosi somministrate, dobbiamo insistere e lavorare perché è fondamentale”. E poi sul Pnrr: “È la grande occasione del Servizio sanitario nazionale, perché prevede l'investimento di circa 20 miliardi”
05 LUG - In merito all'obbligo vaccinale per gli operatori sanitari, “dobbiamo lavorare perché quella norma venga pienamente rispettata”. È quanto ha evidenziato il ministro della Salute
Roberto Speranza, a margine di una visita all'ospedale `San Leopoldo Mandic´ di Merate (Lecco), accompagnato dalla vicepresidente e assessore alla Welfare della Regione Lombardia,
Letizia Moratti.
“La vaccinazione – ha ricordato il Ministro - è la vera arma che abbiamo per chiudere questa stagione così difficile. Oggi supereremo 54 milioni di dosi somministrate, dobbiamo insistere e lavorare perché è fondamentale”.
Ma non solo il Ministro ha parlato anche del Recovery Plan. “Nel Pnrr, che è la grande occasione del Servizio sanitario nazionale, perché prevede l'investimento di circa 20 miliardi, ci sono le risorse per fare un salto in avanti nella logica di un'assistenza di prossimità.
“Quattro miliardi, quindi una cifra enorme, sono investiti sull'assistenza domiciliare”, ha ricordato il ministro evidenziando come queste risorse “noi dobbiamo usarle bene, facendo rete, valorizzando le esperienze migliori che ci sono. E provando a tenere insieme sia il lato più classico dell'assistenza domiciliare del medico e dell'infermiere che vengono a casa, sia il lato dell'utilizzo delle nuove tecnologie, delle reti, delle innovazioni che ci sono e che possono rappresentare un valore straordinario”.
“Oggi più che mai, dopo i mesi della pandemia - ha aggiunto Speranza - abbiamo bisogno di investire sul nostro Servizio sanitario nazionale e di valorizzare il più possibile la parola prossimità. Vorrei che la parola prossimità divenisse chiave del rilancio del nostro Servizio sanitario - ha ribadito - E allora la casa come primo luogo di cura, l'investimento sull'assistenza domiciliare, l'investimento sulle case di comunità e sugli ospedali di comunità. Abbiamo bisogno di un Ssn che il più possibile si faccia carico dei problemi delle persone e vada dove questi problemi ci sono, quindi in una dinamica di prossimità che sia la più forte possibile”.
05 luglio 2021
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