Covid. Costa: “Crollate visite specialistiche, esami e nuovi trattamenti. Per recuperare il terreno si ricorra di più al privato”
Perdita significativa di nuove diagnosi (- 635.000, pari a -10%), nuovi trattamenti (- 455.000, - 9%), visite specialistiche (- 3.222.000, - 32%), esami (-3.739.000, - 22%). Questi i dati di una ricerca Iqvia sull'impatto del Covid sulle principali patologie croniche. Il sottosegretario alla Salute: "Nell’ultimo dl Sostegni abbiamo stanziato altri 500 milioni per dare una spinta e abbiamo detto alle Regioni di coinvolgere i privati per ridurre le liste d’attesa. Pubblico-privato è una partnership fondamentale". LA RICERCA
13 LUG - “La pandemia ha influito negativamente sul livello dello screening. Dobbiamo agire su due fronti: evitare che i nostri ospedali si riempiano di pazienti Covid. Mettersi al sicuro significa garantire l'assistenza primaria ordinaria ospedaliera. Poi c'è il tema delle liste d'attesa. Erano stati stanziati 470 milioni di euro, ne sono stati spesi un centinaio. Nell’ultimo dl Sostegni abbiamo stanziato altri 500 milioni per dare una spinta. E abbiamo detto alle Regioni di coinvolgere i privati per ridurre le liste d’attesa. Pubblico-privato è una partnership fondamentale. Lo Stato deve definire le linee guida, lasciando alle Regioni la messa a terra. Già in via ordinaria, 300 giorni per autorizzare un farmaco erano troppi, figuriamoci in tempi di Covid. Sono convinto che stiamo davanti a una grande stagione e grazie al contributo di tutti possiamo cogliere le opportunità”.
Lo ha detto
Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, nella conferenza “Sistema salute e patologie non Covid. Analisi, prospettive e scenari”, organizzata online da
Formiche in collaborazione con Farmindustria, discutendo la presentazione di una nuova ricerca Iqvia sull'impatto sulla salute dei cittadini e sull'organizzazione del sistema sanitario causati dalle misure e dalle restrizioni per il contenimento del virus relativi all'accesso alle visite e ai trattamenti dei pazienti non-Covid, durante la pandemia.
“Rispetto alla situazione pre-pandemia, si registra una perdita significativa di nuove diagnosi (- 635.000, pari a -10%), nuovi trattamenti (- 455.000, - 9%), richieste di visite specialistiche (- 3.222.000, - 32%), ed esami (-3.739.000, - 22%), sulle principali patologie croniche”, dichiara in apertura
Isabella Cecchini, head of primary market research di Iqvia.
“Nel 2020, c'è stato un aumento del 40% nella rinuncia alle cure, un 7% di calo delle prestazioni non differibili, pari a 2 milioni”, ha rilevato invece
Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria. “Si deve superare la paura di tornare a farsi curare. Siamo di fronte a un momento mai accaduto prima e dobbiamo tornare a considerare la salute come un investimento e non un costo”, chiude il suo intervento il presidente.
Osserva inoltre
Francesco De Lorenzo, presidente di Favo, che il “20% decessi per il Covid hanno riguardato i malati oncologici”. “Oggi c'è bisogno di avere il coraggio di dire che c'è una emergenza oncologica e bisogna tener conto di un piano oncologico europeo”, riflette De Lorenzo.
Annalisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, è “colpita positivamente dalla capacità dei medici specialisti di rimanere a contatto con i propri pazienti” e si appella affinché “incoraggiamo i cittadini a riprendere le cure e a riavvicinarsi al sistema sanitario”.
Annalisa Scopinaro, presidente di Uniamo, nota ancora che “il covid è un'opportunità di cambiamento anche organizzativo e infrastrutturale”.
“Abbiamo bisogno di una rete sempre più interconnessa”, sostiene la presidente.
“È aumentata la capacità delle associazioni che hanno mostrato una capacità di resilienza notevole durante la pandemia. Il 40% delle loro attività ha riguardato i rapporti istituzionali”, ha osservato infine
Teresa Petrangolini, direttore del Patient advocacy lab di Altems, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.
13 luglio 2021
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Governo e Parlamento