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Covid. Green Pass tarato su colori Regioni e nuovi parametri per la classificazione del rischio. Il Governo cerca la quadra


Oggi primo confronto tra Governo e Regioni sulle misure del nuovo Decreto per fronteggiare la quarta ondata. Sui nuovi parametri non c’è accordo sulle soglie di occupazione dei letti ospedalieri. Sul Green pass bocciato il modello francese, in serata è emersa anche l'opzione di un suo utilizzo a seconda del colore delle Regioni. Secondoquesta ipotesi potrebbe essere necessario in zona bianca per discoteche, grandi eventi e viaggi su lunghe percorrenze, mentre per bar e ristoranti solo in zona arancione e rossa.

20 LUG - In vista del Consiglio dei Ministri, che si svolgerà probabilmente giovedì, nel quale verranno varate le nuove misure per fronteggiare la quarta ondata Covid, il Governo è in cerca di una quadra su diverse questioni. Si parte da una certezza, il modello francese non dovrebbe essere importato così com'è anche in Italia. Ne verrà sì esteso l'utilizzo, come chiesto anche dal ministro della Salute, Roberto Speranza, ma la sua applicazione, stante a una ipotesi circolata in tarda serata negli ambienti della maggiornaza di Governo, potrebbe dipendere dal colore delle Regioni.
 
E così in zona bianca potrebbe servire per permettere la riapetura delle discoteche, forse palestre, per l'accesso ai grandi eventi, così come per i viaggi su lunghe percorrenze. Mentre invece per le zone arancioni e rosse si potrebbe estendere anche all'ingresso di attività come bar e ristoranti per scongiurarne così la chiusura.
 
Ma al momento ancora nulla è deciso e spetterà, come in altre occasioni, al presidente Draghi trovare la quadra tra posizioni che restano discordanti tra i partiti al Governo.
 
Altra questione da sciogliere è se rilasciare il green pass anche dopo la prima dose di vaccino oppure se vincolarlo al completamento del ciclo vaccinale. 
 
Quanto ai parametri per il cambiamento dei colori, “l’andamento della campagna di vaccinazione consente di aggiornare gli indicatori a cui si legano l’assegnazione dei colori alle diverse zone e le conseguenti misure di restrizione”, ha dichiarato al termine della conferenza delle Regioni il Presidente Massimiliano Fedriga che poi ha aggiunto come “sia sulla revisione dei criteri per le zone che sull’uso del green pass sono in corso ulteriori interlocuzioni con il Governo e, dopo la discussione odierna, la Conferenza delle Regioni tornerà a riunirsi domattina per la definizione puntuale delle proposte”.
 
Parole che molto diplomaticamente fanno capire che sia all’interno della Conferenza delle Regioni che tra i presidenti e il Governo sulle misure per fronteggiare la quarta ondata Covid che dovranno essere inserite in un nuovo Decreto legge l'accordo ancora non c’è.
 
Il primo confronto stamani dove Ministero della Salute, Regioni e Iss si sono scontrati sulle soglie di occupazioni dei letti di terapia intensiva e ordinati per il passaggio in zona gialla. Le Regioni hanno proposto una soglia del 15% di occupazioni di letti in terapia intensiva e 20% di letti ordinari di malati Covid per far scattare il passaggio da zona bianca a zona gialla. Ma per Ministero e Iss quelle soglie sono troppo alte e si è tenuto duro sul 5% di occupazione delle terapie intensive e 10% di letti ordinari. E la quadra non c’è nemmeno sul parametro dell’incidenza che le Regioni chiedono di abbandonare. Tra le proposte emerse durante la Conferenza anche quella di ridurre il numero delle zone, da 4 a 3, riguardo all'assegnazione dei profili di rischio, flessibilità nella valutazione dei parametri nelle piccole Regioni, fissare a 150 tamponi ogni centomila abitanti il numero minimo di test da effettuare ogni giorno, considerare il numero dei vaccinati nelle Regioni. 
 
“Le soglie proposte dal Governo, cioè il 10% per le degenze di area medica e il 5% per quelle in terapia intensiva, non ci soddisfano affatto. Sono assolutamente inaccettabili. Noi proporremo, come assessori alla Sanità, che si mantengano le soglie attuali”, ha dichiarato l'assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu. “Abbiamo chiesto la revisione del parametro dei 50 contagi settimanali per 100mila abitanti - ha detto ancora Nieddu - anche perché non è più un parametro attendibile nel quadro epidemiologico visto che essere positivi non significa essere malati. Quello che deve guidare è l'impatto sulle strutture sanitarie, cosa recepita dal Governo”.
 
Il Consiglio dei Ministri affronterà anche il tema legato allo stato di emergenza. Questo dovrebbe essere certamente prolungato, ma non è ancora chiaro se solo fino ad ottobre oppure fino al 31 dicembre. Da domani i nodi dovranno venire al pettine. E nel frattempo spaventano i dati del Regno Unito: nelle ultime 24 ore il Regno Unito ha registrato 96 morti di Covid: è il numero più alto dal 24 marzo scorso. E in Francia boom di contagi: +150% nell'ultima settimana.

20 luglio 2021
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