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Falsi attestati Oss. Il Migep: “Intervenire per garantire la qualità dell’assistenza”


28 NOV - Circa 700 attestati per operatori sociosanitari (OSS) sequestrati in tutta Italia a firma del Ministero della salute, oltre 100 quelli con il timbro della regione Campania. Tra, Campania, Basilicata, Calabria ci sono oltre 350 operatori OSS che operano da 6 anni in strutture assistenziali con attestati completamente falsi rilasciati da enti formativi. E non è che la punta dell’iceberg.

A lanciare l’allarme sulle truffe diffuse in tutta Italia in merito ai corsi di formazione per gli Oss e le figure ausiliarie è l’Associazione Migep, che proprio in occasione della richiesta di incontro urgente con Regioni e Ministero per discutere della valorizzazione di queste figure, torna a chiedere un intervento contro i falsi enti che rilasciano falsi attestati.

“L’Accordo Stato Regioni del 22 febbraio 2001 ha stabilito che la formazione dell’operatore socio sanitario sia competenza delle Regioni e delle Province autonome che ‘provvedono alla organizzazione dei corsi…’. Purtroppo le differenze esistenti da Regione a Regione in ordine ai sistemi di formazione adottati hanno contribuito ad alimentare i casi, ormai noti nelle cronache giudiziarie, di attestati falsi”, spiega il Migep. Che riferendo anche del “grande scompiglio” creato in Emilia Romagna con la creazione di un Sistema Regionale di Certificazione delle competenze (SRFC), riferisce come la stessa Regione abbia infine ammettere l’esistenza di “un'emorragia di formazione difficile da fermare quando libera e fuori da ogni controllo”.

A titolo di esempio il Migep cita gli attestati OSS rilasciati nella Regione Lombardia “che riportano il logo regionale della regione Lombardia di convalida falso e le firme falsificate di funzionari con timbri di enti formativi  simile agli originali o a dirittura attestati completamente comprati senza aver mai fatto un ora di corso. La stessa cosa si rileva nella Regione Sicilia”.
Altre regioni che sono coinvolte in questo meccanismo di attestati Fast Food, Toscana, Veneto, Piemonte, Lazio, Liguria,  Sardegna, Puglia, Friuli Venezia Giulia.
Si parla di oltre 27 mila oss con attestati non spendibili, di oltre 80 mila oss disoccupati, di oltre 200 mila oss formati e di un numero imprecisato di attestati falsi. “Se non bastasse – prosegue il Migep nella sua denuncia -, a rendere la situazione ormai fuori controllo, addirittura molti istituti ed enti formativi privati promuovo corsi per O.S.S. on line, con rilascio di titoli che non sono di certo equiparabili all’attestato di qualifica O.S.S. Inoltre ci viene segnalato che la formazione acquisita dai corsisti tramite questi Istituti sia lacunosa: corsi di 3 o 5 mesi, o di – 620 - 500 - 280 ore in luogo delle  1000 ore. Come funziona? Non interessa la qualità della formazione, o di non aver frequentato per intero il corso, o di non aver effettuato lo stage, o di non aver firmato registri di presenza, i corsi vengono organizzati e promossi a scopo speculativo e di lucro”.

Insomma, una vera e propria “Fabbrica di attestati falsi”, un “business notevole che ha generato un numero imprecisato di operatori che addirittura avrebbero sostenuto un finto esame finale alla presenza di finti ispettori esaminatori al termine del quale gli viene rilasciato un attestato professionale di Oss”.

Per questo il Migep chiede di riaprire urgentemente il tavolo Ministero - Regioni sull'oss edi sospendere la formazione OSS in tutte le regioni e rivedere il sistema formativo. Ma anche di fare “piena luce sul caso, sul quale si sta mettendo a rischio l’utenza perché molti corsisti sono vincitori di concorso”, e dunque di effettuare una ricognizione degli operatori socio sanitari costituendo un elenco anagrafico. Per il Migep, infine, “la validità degli attestati conseguiti va riorganizzata con brevi percorsi formativi sotto la supervisione della Regione” e “si propone di istituire un programma di formazione OSS di due anni attraverso un istituto professionale come previsto nei stati Europei (istituto tecnico sanitario o istituto socio sanitario) specializzato per le professioni sanitarie e sociale”.
 

28 novembre 2013
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