Cassi: “Medici pronti a riconoscere maggiore professionalità agli infermieri, ma non a discapito del loro ruolo”
di Riccardo Cassi
27 LUG - Sorprendono le accuse che ci vengono rivolte dal
Presidente Ipasvi, di non voler cercare un compromesso, quando invece il compromesso non lo hanno mai voluto e che, con colpi di mano, leggi comma 566, si è inventato “atti diagnostici, complessi e specialistici” per appropriarsi della “diagnosi e terapia”, da sempre di competenza del medico.
All’ultima e riunione i medici non sono stati convocati, ma in precedenza inutilmente hanno partecipato ad incontri e trattative (non ultima la cabina di regia), trovando solo e sempre rigidità e la chiara volontà di spacchettare il paziente pur di vedere realizzate richieste di altra natura che nulla hanno a che fare con la salute dei cittadini. Come se la cura del paziente e l’assistenza non dipendessero da una diagnosi e da una terapia, che da sempre spettano al medico per il suo percorso universitario e per la sua formazione.
I medici riconfermano la loro volontà a trovare soluzioni nel riconoscere una maggiore professionalità agli infermieri e a tutti gli operatori del Ssn, ma il riconoscimento non può essere a discapito del ruolo e della professionalità del medico e non può essere finalizzato solo ad un risparmio economico.
Negli ultimi anni la questione delle professioni sanitarie è stata affrontata con interventi “spot” a favore di questo o di quello, senza un disegno organico complessivo e, soprattutto senza mai consultare i medici, i quali adesso non minacciano, ma non resteranno certo inermi e silenziosi ad assistere agli attacchi alla loro professione ed al loro ruolo centrale nella tutela della salute dei cittadini.
A questo punto è necessario l’intervento del Ministero della Salute e del Parlamento; saranno loro a dover decidere ed assumersene le responsabilità.
Riccardo Cassi
Portavoce Alleanza per la Professione Medica
27 luglio 2015
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