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Farmacisti. Conquistata la fiducia di cittadini e istituzioni, ma la sfida continua. La relazione di Mandelli al Consiglio nazionale della FOFI

di Lucia Conti

Nelle prime parole del presidente della Federazione dei farmacisti italiani c'è stato un commosso pensiero ai colleghi deceduti per Covid e alla popolazione Ucraina sotto assedio. Mandelli ha evidenziato come anche in queste drammatiche vicende i farmacisti siano rimasti in prima linea in difesa delle persone. Un impegno ricambiato da cittadini e istituzioni, che oggi più che mai riconoscono il valore e le competenze dei farmacisti. Questa relazione di fiducia, per Mandelli, va però alimentata giorno dopo giorno. Per questo la Fofi e i farmacisti sono pronti a raccogliere le sfide future, a partire da Pnrr e Dm71. LA RELAZIONE

26 APR - “La capacità di cambiare” dei farmacisti “si mostra per quel che è veramente”, e cioè “un grande sforzo comune, affinché i farmacisti siano e restino la cerniera insostituibile fra i cittadini e i pazienti – i cui bisogni mutano e si trasformano – e il Servizio sanitario. È questo slancio, civile e direi anche etico, il motore del nostro cambiamento. Ciò che lo rende prezioso per il futuro della professione e per la tutela di un universalismo reale, compiuto, che è la vera ricchezza del nostro Servizio Sanitario Nazionale”. Con queste parole Andrea Mandelli, presidente della Fofi (Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani), ha concluso la sua relazione al Consiglio nazionale della Federazione, svolto oggi nel cuore di Roma, presso il Nobile Collegio Chimico Farmaceutico.

Una chiusura che sintetizza, nei fatti, tutti i passaggi dell’intervento di Mandelli che, ripercorrendo gli ultimi due anni segnati dalla tragedia del Covid-19, ha raccontato sofferenze e sacrifici, ma ha descritto anche un percorso di professionalità e responsabilità compiuto dai farmacisti che è culminato nel riconoscimento definitivo del ruolo delle farmacie. Due anni difficili, dunque, che hanno però rinvigorito il rapporto di fiducia tra farmacisti e cittadini e sancito l’alleanza tra farmacie e istituzioni. Un riconoscimento che ora i farmacisti hanno tutta l’intenzione di confermare. Per questo la relazione di Mandelli guarda al presente e al futuro, nella consapevolezza che le sfide per i farmacisti non sono finite, anzi; alcune sono appena iniziate. 

FARMACISTI IN PRIMA LINEA, SEMPRE
In apertura, il presidente della Fofi ha voluto anzitutto ricordare i farmacisti deceduti a causa del Covid; 34 in totale, “portati via da questo terribile virus”. Poi un riferimento a un’altra vicenda di “violenza volontaria, cinica e lucidissima al contempo” che, dopo il Covid, ha sconvolto questo periodo storico: il conflitto in Ucraina. 

Due vicende, Covid e conflitto, che hanno visto i farmacisti mossi dalla volontà di essere accanto alle persone in un momento di difficoltà. Nella lotta al Covid, ad esempio, lo sforzo dei farmacisti si è contraddistinto prima con l'apertura delle farmacie quando tutto il resto era chiuso durante il lockdown, poi con l’altissimo numero di tamponi e con gli oltre due milioni di vaccini somministrati in farmacia, “ai quali - ha evidenziato mandelli - dobbiamo immaginare che corrispondano ore e ore di dialogo e rassicurazioni – verso le persone scettiche o anche solo spaventate – e chissà quante migliaia di cittadini dubbiosi, convinti da noi a questo passo essenziale per la tutela dei singoli e della collettività”.  Il desiderio dei farmacisti italiani di aiutare le persone non è venuto meno neanche quando si è trattato di superare il confine. Nel conflitto in Ucraina, ha evidenziato Mandelli, “i farmacisti sono stati fra i primi a mobilitarsi, e di questo ringrazio la Presidente dei nostri Farmacisti Volontari, Enrica Bianchi. Con lei, tanti di noi si sono adoperati per portare tempestivamente un aiuto concreto alle popolazioni martoriate dal conflitto raccogliendo fondi ed organizzando l’invio di medicinali in Ucraina”. 

Covid e guerra sono diventati, così, secondo il presidente della Fofi, due eventi così diversi, così imprevedibili e scioccanti, che però hanno dimostrato come i farmacisti siano sempre in prima linea quando c'è bisogno di aiutare gli altri. La fiducia che ne è derivata nei confronti della professione è, per Mandelli, "la sottolineatura di un ruolo totalmente nuovo che integra efficacemente le nostre fondamentali attività tradizionali in materia di apprestamento delle terapie. Ruolo che in Italia non ci siamo ritagliati – come si dice spesso in questi casi – ma che abbiamo prima di tutto assolto fattivamente con competenza e responsabilità. E che per questo ci è apertamente riconosciuto dalla collettività, dai cittadini e dalle stesse istituzioni politiche”.

La conferma arriva, secondo il presidente della Fofi, anche dai recenti timori di radiazioni nucleari conseguenti agli attacchi ad alcune centrali ucraine. “Il primo termometro di questo allarme è stato l’aumento delle richieste in farmacia di compresse a base di iodio. Tutti noi possiamo testimoniare che la corsa allo iodio, per quanto irrazionale, si è arrestata davvero quando sono arrivati gli inviti alla ragionevolezza, ad attenersi alle evidenze scientifiche da parte dei farmacisti. Non a caso, diversi esponenti politici e amministratori locali hanno citato nelle proprie comunicazioni la nostra posizione e le nostre rassicurazioni sull’argomento. Credo - ha proseguito Mandelli - davvero che questo sia stato il segnale più recente e più tangibile di una credibilità che va al di là dell’autorevolezza professionale e scientifica, per abbracciare senz’altro la sfera della fiducia”. 

In merito al Covid, Mandelli ha infine voluto fare il punto sul “Fondo Assistenziale Covid-19” istituito nel 2020 dalla Fofi per aiutare i farmacisti a far fronte alle difficoltà causate dall’emergenza pandemica, stanziando specifiche risorse del bilancio federale: “Oltre 782.000 euro sono stati erogati agli Ordini territoriali a beneficio di oltre 1250 professionisti. La quota più significativa delle risorse stanziate è stata erogata a sostegno della genitorialità (più di 1.018 beneficiari) e in favore dei farmacisti che assistono figli o familiari in condizioni di disabilità (88 beneficiari). A godere dei contributi assistenziali sono stati, inoltre, 96 farmacisti in regime di cassa integrazione e 38 che hanno perso il lavoro a causa della crisi, nonché 9 farmacisti ricoverati per Covid-19”, ha fatto sapere il presidente. 

LE SFIDE FUTURE, TRA PNRR E DM71
Gli ultimi anni, insomma, sono stati difficili e densi di sfide, ma anche di soddifsazioni per i farmacisti. La capacità con cui hanno saputo far fronte alle criticità, la professionalità, le competenze e l'impegno dimostarato per aiutare gli altri gli anno consentito di guadagnare non solo la fiducia dei cittadini, ma anche di avere anche un ruolo nuovo e attivo nell'ambito del sistema sanitario nazionale e all'interno dei tavoli e dei gruppi di lavoro istituzionali, "attraverso i quali collaboriamo direttamente con le istituzioni, per affrontare insieme le più rilevanti questioni sanitarie”, ha detto il presidente della Fofi ricordando, tra queli, il tavolo tecnico dell’Aifa sull’indisponibilità dei farmaci, la cabina di regia del Ministero della Salute sul Nuovo Sistema Informativo Sanitario; il tavolo di lavoro con Cittadinanzattiva, per la definizione di una Carta della qualità dei servizi vaccinali; e infine l’impegno della Fofi sull’importante tema dell’antimicrobicoresistenza, attraverso la partecipazione al tavolo di lavoro con il Ministero della Salute e al Forum di Farmindustria, entrambi dedicati a questa minaccia per la salute pubblica. 

Il presidente della Fofi si è poi soffermato sul cosiddetto “D.M. 71” sugli standard dell’assistenza territoriale che il Governo dovrebbe a breve emanare. “La Federazione - ha detto - ha avuto in queste settimane interlocuzioni costruttive con le Regioni, a seguito delle quali la proposta ministeriale è stata integrata, con un preciso riconoscimento del ruolo delle farmacie all’interno della ridisegnata rete degli operatori sanitari del territorio. Le farmacie sono quindi identificate ormai a tutti gli effetti come presidi sanitari di prossimità, dove il cittadino potrà trovare concrete risposte ai propri bisogni di salute”. In particolare, ha spiegato ancora Mandelli, “lo schema di Decreto menziona la dispensazione del farmaco, per i pazienti cronici la possibilità di usufruire di un servizio di accesso personalizzato ai farmaci, la farmacovigilanza, e poi – espressamente – le attività riservate alle farmacie dalla normativa sulla cosiddetta Farmacia dei Servizi. È proprio nell’ambito di questa rinnovata prospettiva di avamposto della sanità pubblica sul territorio che al farmacista che opera nelle farmacie sono state assegnate nuove funzioni, tra le quali le vaccinazioni anti-Covid e antinfluenzali e la somministrazione di test diagnostici a tutela della salute pubblica”.

Per Mandelli “non siamo alla vittoria finale, ma forse neanche alla prima pagina” e “confido che il cosiddetto D.M. 71 saprà riconoscere finalmente le nostre nuove funzioni all’interno del Servizio sanitario”. Il percorso, però, “non sarà semplice, perché al pari di tutti gli altri snodi del SSN dovremo accettare la sfida di riuscire a misurare, in un’ottica multidimensionale, l’impatto del nostro apporto concreto al soddisfacimento del diritto della salute per ogni cittadino. Dovremo quindi essere in grado di monitorare il nostro impegno in termini di effettiva incidenza rispetto agli obiettivi di prevenzione pubblica, in un’ottica di ‘outcome’, cioè di ritorno di salute per i cittadini e di efficientamento per i Sistemi sanitari regionali, ed infine in una prospettiva economico-finanziaria”.

Tra i nuovi ambiti in cui il ruolo della farmacia potrebbe diventare sempre più incisivo, il presidente della Fofi ha citato la prevenzione, anche con riguardo alle malattie non trasmissibili. “La medicina d’iniziativa, la medicina di genere e di precisione – e tante altre definizioni, con le quali si indicano le strategie più efficaci per far fronte all’invecchiamento della popolazione e all’incidenza crescente delle malattie non trasmissibili – resteranno poco più che esorcismi linguistici, se non si predispone al più presto una rete efficace di screening e di prevenzione. Quella rete dobbiamo costruirla noi, e non sarà semplice né scontato”, ha detto.

Per i farmacisti italiani un altro grande banco di prova sarà la sanità territoriale che sortirà dall’impiego nel nostro Paese dei fondi del PNRR. “Su questo - ha detto Mandelli - possiamo essere molto trasparenti: nel ridisegnare la sanità del territorio e nell’allocare le risorse per questo scopo, il nostro Governo anziché investire sull’esistente – a partire dalle farmacie – ha preferito coniare nomi nuovi e immaginare nuovi snodi. Mi riferisco ovviamente agli ospedali di comunità e soprattutto alle case di comunità”. I farmacisti, però, si dicono “pronti ad assolvere a una funzione ancora più strategica per la realizzazione del nuovo modello assistenziale, e riteniamo che puntare su setting di presa in carico del tutto riformati – a partire dagli snodi organizzativi coinvolti – si possa rivelare una scelta rischiosa”. 

In ogni caso, ha chiarito il presidente della Fofi, “non ci fossilizzeremo di certo in una critica sterile rispetto ad alcune scelte, ma come sempre parteciperemo da protagonisti alla partita del futuro”. Perché comunque, “nei prossimi cinque anni, la realizzazione delle case di comunità, l’incremento delle prestazioni rese in telemedicina e teleassistenza, e il potenziamento dell’assistenza domiciliare, daranno vita a una sanità più vicina ai cittadini e più radicata nel territorio. E dove c’è territorio e dove si scommette sulla prossimità, lì, comunque, ci sono i farmacisti”. 

Insomma, secondo Mandelli, "direttamente o indirettamente”, il PNRR darà luogo a “un incremento dei servizi già esistenti, fra i quali non potranno mancare quelli resi dai farmacisti". 

Tema cruciale, per il presidente della Fofi, è la digitalizzazione. “La pandemia ha accelerato a dismisura il nostro rapporto con il digitale, e credo che i farmacisti si siano dimostrati fra i professionisti della salute più disponibili, flessibili e più preparati all’introduzione delle nuove tecnologie”, ha detto Mandelli. “Al contempo, siamo consapevoli che il nostro impegno per un’effettiva digitalizzazione della sanità, anche sul territorio, produrrà i suoi frutti migliori solo se potrà inserirsi in un vero e proprio ecosistema digitale, in cui strumenti, professionalità e servizi convivano in una sinergia che tenga comunque il paziente al centro. Semplicità, accessibilità e interoperabilità devono essere le stelle polari. E il primo viaggio che devono orientare è quello verso l’entrata a regime del Fascicolo Sanitario Elettronico. Una partita cruciale, che giochiamo anche noi “da titolari”, partecipando alla Cabina di Regia per l’implementazione del FSE”. 
Per Mandelli “l’integrazione fra FSE e dossier farmaceutico – uno degli obiettivi su cui stiamo lavorando – è l’unica soluzione che può garantire ai pazienti una reale assistenza di prossimità, cioè semplificazione e un servizio farmaceutico più accessibile”.

Anche se il futuro della farmacia dei servizi deve fare i conti con alcuni limiti di sistema, che purtroppo sono anche di ordine economico e finanziario. In questo ambito il presidente della Fofi ha spiegato che è in corso un confronto in merito, ma ha sollecitato nel frattempo i farmacisti a fare la loro parte in tema di formazione, affinché, anche l’Ecm, “non si risolva mai in un obbligo gravoso al quale assolvere, ma resti un utile strumento di avanzamento professionale, dei singoli e dell’intera categoria”.

Tra i tanti temi di attualità che vedono coinvolta la farmacia, il presidente della Fofi ha poi menzionato l’iter di approvazione del DDL Concorrenza (AS 2469), che attraverso un emendamento he mira a condizionare l’accreditamento delle strutture sanitarie di ricovero e cura alla presenza di almeno un farmacista, abilitato e specializzato in farmacia ospedaliera, per la gestione della farmacia interna. “È una proposta che appare assolutamente razionale e da sempre sostenuta dalla Federazione, coerente con la preparazione e con le funzioni specifiche dei farmacisti ospedalieri, ma anche con le caratteristiche e con le attività delle moderne strutture di ricovero. Se il proposito di sgravare gli ospedali dev’essere perseguito seriamente, allora bisogna potenziare tutte le strutture intermedie. E per farlo non si può penalizzare la sicurezza e la qualità delle prestazioni rese ai pazienti, che passano anche attraverso una gestione professionale e dedicata del servizio farmaceutico. Va da sé che questa prospettiva, auspicabile, rappresenterebbe anche un’ulteriore opportunità professionale per i farmacisti di oggi e di domani”, ha detto Mandelli.

Intanto procede anche l’iter per una nuova valutazione della modalità di distribuzione per conto. che, per Mandelli, “rappresenta un fondamentale passo avanti verso una vera centralità del paziente e un riconoscimento più effettivo del diritto alla salute. Altrimenti “territorio”, “prossimità” e persino “domiciliarità” restano vuote petizioni di principio”.
 
In materia di dispensazione, il presidente della Fofi ha quindi citato la recente evoluzione delle scelte governative sulle modalità di dispensazione degli antivirali contro il Covid: “Tramite un Ordine del Giorno approvato alla Camera, e poi con un’interpellanza al Ministro della Salute, sottoscritta in modo bipartisan, ho sottolineato che rischiavano addirittura di arrivare a scadenza farmaci antivirali contro il Covid che vanno somministrati entro cinque giorni dall'insorgenza dei sintomi. Tempi che la complessità dell'iter di prescrizione e dispensazione in ospedale non riesce in alcun modo a garantire. Subito dopo, come sapete, è arrivata la decisione dell’Agenzia Italiana del Farmaco, che incardina sul territorio prescrizione e dispensazione del Paxlovid”.

IL FUTURO SI COSTRUISCE EVOLVENDO SENZA TRADIRE LA VOCAZIONE PROFESSIONALE
Il presidente della Fofi ha voluto concludere il suo intervento ringraziando tutte le persone che, all’interno della Federazione, contribuiscono a far crescere a professione, a cominciare dal vicepresidente Luigi d’Ambrosio Lettieri, dal segretario Maurizio Pace, dal tesoriere Mario Giaccone e dal direttore generale Guido Carpani, così come tutto il Comitato Centrale e coloro che fanno parte delle commissioni federali o rappresentano la Federazione presso importanti tavoli di lavoro istituzionali. “Circa un anno fa, ho detto che insieme stavamo realizzando un sogno, quella prospettiva intravista nel 2006 e da allora perseguita senza tentennamenti. Oggi devo aggiungere che quel sogno si sta realizzando soprattutto grazie a voi, grazie a tutti i farmacisti italiani. Perché la nostra vera forza - ha detto Mandelli - , persino nell’interlocuzione con le istituzioni, è il consenso e il riconoscimento del nostro ruolo professionale da parte dei pazienti, che tutti voi avete conquistato: con la vostra dedizione di tutti i giorni, con il vostro lavoro di questi anni. Il tratto comune di questo nostro impegno credo sia stata la capacità di cambiare, di trasformarci. Senza mai tradire la nostra vocazione professionale, ma riuscendo ad evolverci in funzione di quel servizio che ritengo sia il cuore della nostra missione”.

A cura di Lucia Conti

26 aprile 2022
© Riproduzione riservata

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