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Farmaci equivalenti. Fimmg: “Il paziente assuma il farmaco che il medico sceglie per lui”


La Federazione dei medici di famiglia torna sulle polemiche in materia di prescrizione medica dei farmaci per principio attivo. “Nessun ostruzionismo. Non siamo né a favore dei farmaci equivalenti né di quelli di marca. Vogliamo solo che il paziente assuma il farmaco che gli abbiamo prescritto”.

21 AGO - “Ostruzionismo, boicottaggio, polemici, etc. I termini utilizzati in questi giorni da chi istituzionalmente avrebbe dovuto sostenere le ragioni delle difficoltà create dalla nuova norma a chi di fatto la deve mettere in pratica, ci amareggiano”. Ad affermarlo una nota della Fimmg, con riferimento anche alla dichiarazioni rilasciate dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, in un’intervista al Messaggero, domenica scorsa. “Comunque – aggiunge la nota della Fimmg - vogliamo insistere col nostro invito a tutti a condividere con noi l'esercizio di razionalità ed oggettività, dimostrando così di aver a cuore nei fatti la tutela dei cittadini anche perché le evidenze del problema sono semplici e se riconosciute possono essere occasione per un vero progresso”.
 
“I medici – afferma la Fimmg - non hanno mai sollevato o fomentato un dualismo tra farmaco di marca ed equivalente, chi lo paventa esercita forse legittime analisi commerciali e di mercato, che gli sono connaturate, ma a noi totalmente estranee. I medici rivendicano invece garanzie per il loro ruolo professionale, che non è un retaggio corporativo, ma una caratteristica tutelata da leggi e giurisprudenza perché riconosciuta come garanzia del diritto alla salute della popolazione. I medici quindi sono da tempo disponibili anche ad una estensione generalizzata della prescrizione per principio attivo a condizione che vengano rese disponibili informazioni essenziali a questo esercizio, riconosciute e più volte proposte e che garantiscano a cittadino e medico che ciò che viene prescritto corrisponda a ciò che viene assunto (Orange Book, assonanza del nome e confezionamento identico per principio attivo come da progetto LASA dello stesso Ministero per la riduzione del rischio clinico, ecc)”.
 
La Fimmg, inoltre, denuncia come “strumentali ed irreali le notizie di vantaggi economici legati alla nuova norma. Ormai nessuno, neppure i paladini della prima ora, ha il coraggio di sostenere che esistano risparmi per il Ssn, rifugiandosi nel fumoso vantaggio economico a medio termine. Quanto al risparmio per i cittadini è fondato sulle basi scientifiche che per mezzo secolo hanno costruito gli insuccessi dei piani quinquennali di storica memoria. Certo invece il danno economico derivante dal blocco del progetto ricetta elettronica, questo si sicuramente vantaggioso per tutti, ma non compatibile con la nuova norma e dai costi necessari per il suo riavvio oltre che dai costi, sproporzionati rispetto ai benefici, per mettere insieme un sistema di verifica e controllo sulle nuove regole prescrittive”.
 
Infine, “l'11bis del DL così come scritto è confuso, confondente ed inapplicabile, foriero di un contenzioso infinito. Si pensi al vilipendio che ne deriverebbe per la privacy dell'utente o alla ghettizzazione della popolazione tra soggetti ed esentati alla nuova normativa, con l'inevitabile domanda inevasa, ma se ci sono benefici, o peggio se ci sono rischi perché per legge solo alcuni ne sono esclusi o assoggettati? È boicottaggio quello dei Medici che chiedono un tavolo per affrontare coerentemente il complesso tema della prescrizione? Questo senza porre limiti se non quello della tutela di una professione che il nostro ordinamento riconosce in quanto garante della salute del cittadino”.
 
“La polemica sostenuta ad arte da chi vuole leggere l'opposizione ad una norma come invece riferita ai farmaci equivalenti – conclude la nota della Fimmg - è la prova di preconcetti ideologici, abbiamo solo richiesto dall'inizio la necessita' di una proroga che permettesse ai sistemi informatici e a quelli istituzionali di rodare gli effetti su medici e cittadini, abbiamo solo sostenuto che la confusione e il caos generati da una improvvida vigenza ferragostana avrebbero leso il rapporto medico - paziente. Vogliamo sperare che non si voglia contribuire a diffondere l'immagine di un professionista medico del territorio non più capace di decidere al meglio per i propri pazienti, preferendo una dipendenza psico-legislativa dei medici che obbedisca ad esigenze apparentemente economiche, ma sostanzialmente da ragion di stato”.
 

21 agosto 2012
© Riproduzione riservata

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