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Sulla Rai uno spot incita a denunciare i medici. Chiesto l’intervento di Balduzzi e della Fnomceo


“Alza la voce se sei una vittima della malasanità. Hai tempo dieci anni per reclamare un risarcimento. Chiamaci”. È questo il messaggio dello spot promosso da "Obiettivo Risarcimento" e in onda sulle reti tv, Rai compresa. La Fp Cgil Medici chiede a Balduzzi di intervenire, l'Aaroi Emac si rivolge all'Ordine dei Medici e a quello degli Avvocati.

22 AGO - “Proprio quando il ministro della Salute ha annunciato la presentazione in uno dei prossimi Consiglio dei Ministri di nuove norme urgenti per contrastare la medicina difensiva sempre più diffusa”, arriva in televisione e sulle Reti Rai un spot commerciale “tetro ed inquietante”, che “alimenta le denunce contro i medici e le strutture, a danno in primo luogo del servizio pubblico sanitario”. Così il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, Massimo Cozza, commenta la messa in onda dello spot (vedi video a fondo pagina) con cui la società di gestione dei danni alla persona, “Obiettivo Risarcimento”, invita i cittadini che ritengono di essere vittime di un caso di malasanità a denunciare i fatti e reclamare un risarcimento.

Uno spot che si inserisce in un contesto in cui “il contenzioso è diventato troppo spesso non più una giusta rivendicazione per chi è stato vittima di un episodio accertato di malasanità, ma una occasione di speculazione economica. Con un costo economico per il servizio pubblico stimato in circa 10 miliardi. Con un costo sociale inestimabile di rottura dell’alleanza terapeutica tra medico e paziente”, osserva Cozza.  

Secondo il segretario nazionale della Fp Cgil Medici è quindi necessario intervenire. “Certamente c’è un problema di tutela del cittadino che ha subito un danno per un episodio di malasanità, così come di certezza e chiarezza delle responsabilità, che troppo spesso ricadono solo sul medico e non sulla struttura e sulla cattiva politica. Ma la soluzione non è nella commercializzazione. Deve partire da una forte iniziativa fatta di nuove norme e di una campagna di comunicazione sociale che proprio la Rai dovrebbe portare avanti”.

Per questo la Fp Cgil Medici chiede che il ministro Balduzzi, “che giustamente ha deciso di promuovere nuove norme dopo anni di colpevole immobilismo della politica, intervenga anche sul Presidente della Rai Anna Maria Tarantola e le chieda di sostituire lo spot commerciale con uno spot sociale, a tutela della collettività”.
 
Sulla stessa linea Vincenzo Carpino, presidente dell’Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica (Aaroi-Emac), che parla di "uno spot offensivo e pericoloso che ancora una volta trova spazio sulle principali reti nazionali e che va a scapito dei medici, ma anche degli utenti che vengono illusi di poter ottenere risarcimenti economici per presunti casi di malasanità”.

“Quotidianamente - prosegue Carpino - al di fuori di molti reparti ospedalieri ci troviamo di fronte a gruppi di avvocati o presunti tali che fanno promesse a parenti e pazienti. Vedere che anche sulla Rai passino messaggi che esortano a denunciare l’operato dei medici è inaccettabile". Per porre fine ad una simile prassi, l’Aaroi-Emac chiede "un intervento immediato dell’Ordine dei Medici e dell’Ordine degli Avvocati per fare in modo che non vengano diffuse false promesse che recano danno ai medici e al Servizio sanitario nazionale”.

“Il nostro dovere come medici e a maggior ragione come anestesisti rianimatori e medici dell’emergenza e dell’area critica, è quello di salvare vite umane - continua Carpino -. Lo facciamo quotidianamente e spesso in condizioni tutt’altro che ottimali. Non riteniamo quindi giusto che vengano lanciati messaggi sulla possibilità di ottenere facili risarcimenti da casi di malasanità. Promettere servizi senza costi anticipati e con risultati quasi certi ha provocato l’aumento delle richieste di risarcimento e il conseguente ricorso alla medicina difensiva con un danno economico notevole per il Servizio sanitario nazionale. In Italia esistono gli organismi preposti per giudicare se un medico ha sbagliato oppure no e per definire l’eventuale risarcimento. Ogni paziente è quindi ampiamente tutelato”.

“Ma non è tutto - avverte il presidente Aaroi-Emac -. C’è un altro aspetto da considerare. Ritengo che simili spot incrementino la sfiducia dei cittadini verso i medici con il rischio di far  aumentare anche gli episodi di violenza all’interno degli ospedali. Atti di aggressione da parte di parenti verso il personale sanitario sono all’ordine del giorno: proprio ieri al San Giovanni Bosco di Napoli diverse persone si sono scagliate su medici e infermieri dopo aver appreso la notizia della morte di un parente”.

 

22 agosto 2012
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