Manifestazione del 27 ottobre. Il sì della Fnomceo: "Senza i medici, Ssn non può farcela"
In una lettera aperta a tutti i medici la Fnomceo denuncia come i tre capisaldi deontologici della professione "indipendenza, autonomia e responsabilità" siano oggi “fortemente messi in discussione”. E avvisa il Governo: "Se la nostra professione viene privata dei suoi valori, il Ssn non reggerà".
15 OTT - Indipendenza, autonomia, responsabilità: è quanto chiedono alla politica i medici italiani. E la Fnomceo si prepara a rivendicarle a gran voce alla manifestazione unitaria indetta dai Sindacati medici per il 27 ottobre, alla quale la Fnomceo parteciperà portando con sé con uno striscione che porterà scritti, nero su bianco, questi tre principi.
Lo rende noto, in una lettera aperta a tutti i medici italiani, il Comitato centrale della Fnomceo, che denuncia come tali capisaldi deontologici dell’esercizio professionale vengano oggi “fortemente messi in discussione”. “In futuro non sarà possibile mantenere un sistema di tutela della salute equo, universalistico, solidale e di qualità - si legge nella lettera - se la nostra professione viene sconfitta nei suoi valori etici e civili sanciti dalla Deontologia, [...] lasciata sola a reggere la forbice tra ciò che per la medicina e la sanità è possibile e quanto, invece, non lo è”.
Ventun miliardi di euro, ai quali potrebbe aggiungersi 1,6 miliardi richiesto dalla legge di stabilità: è questo l’ammontare complessivo dei tagli che si sono abbattuti sulla Sanità, “per effetto combinato delle manovre finanziarie Berlusconi - Tremonti, del Salva Italia e dell’ultimissima Spending Review del Presidente Monti”.
“I medici che operano ‘in conto e per conto’ del Servizio Sanitario Nazionale, circa 235.000 professionisti – spiega il Comitato Centrale -, sono stati chiamati ad un contributo non indifferente con il blocco dei contratti, delle convenzioni e delle retribuzioni, con blocchi e tagli alle dinamiche di sviluppo professionale e di carriera, con forti limitazioni al turn over, con il dilagare della precarizzazione dei rapporti di lavoro, con la drastica riduzione dei posti letto per acuti senza un contestuale e coerente investimento in quelli di postacuzie”. Il tutto, denuncia la Fnomceo, “in assenza di una riforma organica delle cure primarie, con la riduzione lineare della spesa per farmaci e presidi biomedicali”.
Questo è quanto viene richiesto ai medici, ma che necessariamente si ripercuoterà sui cittadini, e su un Sistema sanitario che vede una domanda in crescita qualitativa e quantitativa, a fronte di risorse decrescenti. “L’indipendenza, l’autonomia e la responsabilità che rivendichiamo – conclude la lettera – vogliono dunque concorrere alla sostenibilità del nostro sistema sanitario, ma è preliminare e necessario rovesciare il paradigma dominante, considerando la professione medica come una fonte di soluzione dei problemi e non come una delle cause degli stessi”.
15 ottobre 2012
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