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“Realizzare le Case della Comunità e ridurre impatto del privato”. Dall’Alleanza per la riforma delle cure primarie alcune proposte per la salvaguardia e la riforma del Ssn


Attivare le condizioni normative, organizzative e finanziarie, per raggiungere da qui al 2026, in tutte le Regioni, l’operatività dei Distretti Sociali e Sanitari e delle Case della Comunità. Reperire le risorse economiche necessarie per superare il definanziamento del Ssn attuato negli ultimi anni investendo sul personale, sulle tecnologie e sulla riorganizzazione dei principali comparti. Ridefinire il rapporto pubblico-privato in sanità. Queste alcune delle macro-azioni di intervento proposte.

24 MAG -

"Il Covid l’ha insegnato drammaticamente e in modo inequivocabile: abbiamo bisogno di un Servizio sanitario nazionale adeguatamente organizzato, dotato e finanziato, in particolare nella sua componente territoriale e di assistenza primaria, anche attraverso una riorganizzazione dei servizi ospedalieri e un nuovo equilibrio tra ospedale e territorio. Ciò non solo per far fronte alle future, purtroppo tutt’altro che improbabili, emergenze epidemiche, ma anche per tutelare e promuovere la salute delle comunità e dei singoli, specialmente di quelli più fragili. E ciò in tutte le Regioni e per tutte le fasce di popolazione, con modalità e qualità omogenee. Questo al fine di salvaguardare l’equità, la solidarietà e l’universalismo del Ssn e dei Ssr".

Così l'Alleanza per la riforma delle cure primarie che evidenzia come in tal senso il Pnrr sia "un’irrepetibile occasione di rinnovamento e qualificazione della sanità e del settore sociale nel nostro Paese a condizione che vi sia la volontà politica di ridare centralità alla sanità pubblica e ai servizi sociali degli Enti Locali, come riferimenti per la popolazione a fronte di un’analisi in progress dei bisogni di salute delle collettività".


"I decisori politici - spiegano - devono far propria una visione condivisa di salvaguardia e miglioramento quali-quantitativo della salute (“Salute per tutti e per ciascuno”), intesa come bene comune e investimento, non come costo. Il Ssn e il welfare territoriale, i servizi sociali in particolare, necessitano con urgenza di un forte investimento di risorse, idee e innovazioni capaci di affrontare le esigenze della popolazione e la loro evoluzione in una fase di grandi cambiamenti epidemiologici e sociali. Ne è un esempio l’aumento del disagio psichico in ragazzi e adulti. Sono necessarie rilevanti riforme di assetto del sistema combinando innovazione tecnico-organizzativa con un deciso orientamento verso la salute e la partecipazione comunitaria territoriale. È necessario inoltre un nuovo equilibrio fra Stato e Regioni che la riforma del titolo V non ha assicurato, aumentando le diseguaglianze regionali che potrebbero essere ulteriormente inasprite dall’attuazione dell’autonomia differenziata".

Al fine di avviare una reale inversione di rotta e mettere in sicurezza le principali componenti del welfare italiano, l’Alleanza chiede ai decisori politici di attuare prontamente tre macro-azioni:

1. Attivare le condizioni normative, organizzative e finanziarie, per raggiungere da qui al 2026, in tutte le Regioni, l’operatività dei Distretti Sociali e Sanitari e delle Case della Comunità, in linea con quanto previsto dal DM77.

2. Reperire le risorse economiche necessarie per superare il definanziamento del SSN attuato negli ultimi anni investendo sul personale, sulle tecnologie e sulla riorganizzazione dei principali comparti del SSN pubblico: è necessario recuperare nel triennio il sottofinanziamento del SSN rispetto alla media UE, nonché ampliare e finanziare adeguatamente i LEPS-Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali.

3. Ridefinire il rapporto pubblico-privato in sanità, salvaguardando la centralità della governance pubblica e prevedendo un apporto integrativo del privato accreditato rispetto alla componente pubblica, in una visione sistemica e sulla base di un’analisi rigorosa, congruente con i bisogni della popolazione.

Macro-azione 1 - Attivare prontamente i Distretti e le Case della Comunità
A. Basare la programmazione regionale sulla coincidenza territoriale tra Distretti Sanitari e Ambiti Territoriali Sociali e su azioni integrate tra sociale e sanitario.

B. Definire i territori e i progetti attuativi delle nuove (o riconvertite) Case della Comunità, programmando la loro realizzazione nel rispetto dei tempi definiti dal PNRR.

C. Mettere in grado le ASL, i Distretti e gli Ambiti Territoriali Sociali di svolgere un’analisi dei bisogni delle popolazioni e delle risorse delle diverse comunità al fine di pervenire a Profili e Piani di Salute condivisi con tutti i soggetti pubblici, privati e del terzo settore presenti nei vari territori.

D. Dotare ogni Distretto delle Unità Operative di Personale previste dal DM77 e attivare le équipe multiprofessionali e multisettoriali.

E. Attivare fin da subito per ogni Casa della Comunità e Distretto percorsi di coinvolgimento degli operatori sanitari e sociali, unitamente al terzo settore e a nuclei attivi della comunità, al fine di garantire una governance condivisa.

F. Riformare le Cure Primarie prevedendo precise indicazioni e supporti per il lavoro di cura interprofessionale dei gruppi di lavoro territoriali.

G. Realizzare le Centrali Operative Territoriali e i Punti Unici di Accesso e accoglienza a carattere sociale e sanitario in ogni Distretto e/o Casa della Comunità.

H. Attivare progetti di promozione della salute, di sviluppo di comunità sane e di vivibilità ambientale - in sintonia con gli orientamenti One Health - coinvolgendo la popolazione nella creazione di reti di prossimità e sviluppo di rapporti di fiducia reciproca.

Macro-azione 2 - Superare il definanziamento del SSN investendo sul personale, sulle tecnologie e sulla riorganizzazione del SSN
A. Sbloccare le assunzioni nel pubblico con contestuale semplificazione e razionalizzazione dei rapporti contrattuali e convenzionali di tutte le figure professionali territoriali tramite l’istituzione di ruoli unici/unificanti.

B. Adeguare i livelli stipendiali e definire le modalità di riconoscimento dei contributi professionali e organizzativi individuali e di équipe attraverso percorsi valutativi trasparenti.

C. Rifinanziare in modo congruo il SSN, i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali ed i Fondi Nazionali per le Politiche Sociali, anche trasferendo sulla sanità i fondi derivanti dall’abolizione delle agevolazioni fiscali per la sanità integrativa.

D. Qualificare il personale in relazione agli specifici bisogni locali e al nuovo indirizzo richiesto per lo sviluppo delle Case della Comunità che necessita dell’acquisizione di competenze collaborative, comunicative, progettuali e valutative accanto a quelle tecnico-specialistiche.

E. Adeguare gli accessi ai diversi percorsi di laurea, specializzazione e qualificazione per le professioni mediche, sanitarie e sociali alla programmazione del SSN e del Welfare territoriale.

F. Investire in telemedicina e teleassistenza nella prospettiva di un miglioramento della tempestività delle risposte, della semplificazione dei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali e dello sviluppo della partnership fra curanti e persone in cura.

G. Investire nel sostegno alla domiciliarità per rendere concreto l’indirizzo “casa primo luogo di cura”.

Macro-azione 3 - Riportare il privato accreditato al ruolo integrativo del pubblico
A. Programmare l'offerta pubblica esclusivamente rispetto ai bisogni di salute della popolazione, a cui possono concorrere, solo con ruolo integrativo, i privati accreditati: la competizione fra privati accreditati e servizi pubblici è incompatibile con la sostenibilità del SSN.

B. Introdurre strumenti adeguati per regolare la mobilità interregionale, in particolare limitando quella indotta dai privati accreditati.

C. Rendere trasparente l’accesso agli adempimenti regionali previsti per la individuazione dei privati accreditati nel rigoroso rispetto della programmazione, rafforzando i servizi ispettivi, di vigilanza e monitoraggio delle attività erogate dai soggetti accreditati sia in ambito ospedaliero, sia territoriale sociale e sanitario.

D. Limitare il ricorso alle esternalizzazioni, riservandole alle attività non sanitarie e scoraggiare fortemente il ricorso all’appalto di ciò che è strategico: i professionisti.



24 maggio 2023
© Riproduzione riservata

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