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Sanità privata. “Non solo Rsa. Ecco perché il contratto dei professionisti è priorità”. L’appello Cimo-Fesmed


Il sindacato esprime le sue congratulazioni ai dipendenti Rsa per il risultato conseguito con l’accordo-ponte, ma sottolinea è che è “inammissibile che i medici dipendenti delle strutture sanitarie aderenti ad AIOP attendano da 18 anni il rinnovo del contratto”. L’obiettivo resta e resterà quello di chiudere “questa incresciosa situazione, che coinvolge circa 4700 medici della sanità privata profit“

04 OTT -

“Bene l’accordo-ponte per il personale dipendente delle Rsa Aiop, ma l’obiettivo ora è quello del rinnovo del contratto per i medici della sanità privata: non esistono lavoratori di serie A e lavoratori di Serie B”.

Commenta così Carmela De Rango, Segretario Nazionale della Cimop (Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata), la firma dell’accordo-ponte di adeguamento delle retribuzioni previste dal Contratto collettivo nazionale di lavoro Aiop Rsa fermo al 2012, che coinvolge il personale non medico dipendente delle Rsa e delle altre strutture residenziali e socio-assistenziali associate Aiop.

E osserva: “Se da un lato esprimiamo vive congratulazioni ai dipendenti Rsa per il risultato conseguito, dall’altro non possiamo che rimarcare, per l’ennesima volta, che è inconcepibile e inaccettabile che il personale medico, dipendente delle strutture associate AIOP, godano di un trattamento normativo fermo a un ormai lontanissimo 2005, e a un trattamento economico fermo al 2009. La legislazione in materia lavoristica di 18 anni fa risulta anacronistica, e per alcuni aspetti non più applicabile. Dal punto di vista economico, 14 anni senza un aumento sono un’eternità: il potere d’acquisto degli stipendi dei medici è lontanissimo dalla realtà. Senza contare che i colleghi medici delle strutture associate ARIS nel 2020 hanno visto la stipula di un Ccnl moderno, innovativo, e con la previsione di aumenti contrattuali del 25%, rispetto a quelli precedenti.

E quel che è incomprensibile (e appunto inaccettabile) è che Aiop, in quel 2020, ha ritenuto di non sottoscrivere il CCNL, pur avendo partecipato a tutte le trattative, ed avendo condiviso la struttura normativa ed economica, fino ad un passo dalla firma, che ha ritenuto, senza valide giustificazioni, di non apporre.

È questa una criticità – aggiunge – che non ha trovato soluzione neppure al tavolo ministeriale, presso la Conferenza delle Regioni, e la Commissione del Ministero della Salute. Purtroppo, nonostante le istanze di Cimop e di tutta la comunità medica, AIOP ha sempre rifiutato di tornare al tavolo delle trattative e di suggellare quell’accordo che fin da giugno 2020 aveva dato ottimi frutti per tutte le parti.

L’obiettivo della Cimop resta e resterà quello di chiudere questa incresciosa situazione, che coinvolge circa 4700 medici della sanità privata profit, rappresentata da AIOP, che si vedono negare un rinnovo contrattuale da 18 anni. Cimop, quindi, si vede costretta a tornare alla dichiarazione di agitazione e, se del caso, ad indire un nuovo sciopero, che ha l’unico obbiettivo di restituire giustizia e dignità alla professione medica, anche in quelle aziende profit associate AIOP.”

“È inammissibile che i medici dipendenti delle strutture sanitarie aderenti ad AIOP attendano da 18 anni il rinnovo del contratto – dichiara Guido Quici, Presidente della Federazione Cimo-Fesmed cui aderisce anche Cimop – Un lasso di tempo infinito, durante il quale il personale sanitario non medico, da ultimo delle RSA, ha giustamente rinnovato i propri contratti di lavoro. I medici sono invece relegati in un limbo di diritti economici e normativi, che non sono più adeguati al presente, a causa di un atteggiamento provocatorio dei vertici AIOP che non possiamo più accettare. Continueremo in ogni modo a sostenere le richieste e le battaglie della CIMOP, e in assenza di risultati non attenderemo ancora molto prima di far sentire la nostra voce e la nostra rabbia in nuove azioni di protesta”.



04 ottobre 2023
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