Precari Aifa. “Ennesimo emendamento svanito, ci si prende gioco delle nostre vite”
L'emendamento in questione (5.0.12) indicava che “l'Aifa è autorizzata a rinnovare, fino al 31 dicembre 2025, i contratti di collaborazione coordinata e continuativa, la cui efficacia è terminata il 31 dicembre 2023, nei limiti di 10 unità e i contratti di prestazione di lavoro flessibile nel limite di 20 unità”.
16 LUG - “Uno, nessuno e centomila emendamenti. Ci risiamo. Per l'ennesima volta il Governo Meloni e l'amministrazione di Aifa si prendono gioco delle nostre vite, della nostra professionalità e della nostra dignità. Alla conversione del decreto Liste di attesa era stato presentato un emendamento. Ieri, con un colpo di spugna, l'emendamento è stato ritirato senza un reale motivo, nella stessa identica maniera di dicembre nella conversione del decreto Milleproroghe”. Lo scrivono in una nota i precari Aifa.
L'emendamento in questione (5.0.12), spiegano, indicava che “l'Aifa è autorizzata a rinnovare, fino al 31 dicembre 2025, i contratti di collaborazione coordinata e continuativa, la cui efficacia è terminata il 31 dicembre 2023, nei limiti di 10 unità e i contratti di prestazione di lavoro flessibile nel limite di 20 unità”. I precari, reduci da “7 mesi di vuoto lavorativo”, avevano accolto positivamente la norma, pur prevedendo questa “esclusivamente il ritorno alla condizione” antecedente alla scadenza contrattuale, dicono i lavoratori, “e non un processo reale di stabilizzazione come da indicazioni approvate da due distinti ordini del giorno della Camera dei deputati, e come accaduto ad altri colleghi precari di differenti amministrazioni, come Irccs e Izs”. Essere inattivi, sottolineano i precari in una nota, “non è una condizione di vita felice”. Questo e la difficoltà di “riuscire a ‘riciclarsi’ nel mondo del lavoro perché troppo avanti con l'età (ci sono colleghi precari a pochi mesi dall'età pensionabile), ci pongono in un limbo atroce da cui non si riesce a fuoriuscire”, denunciano.
“La speranza che la situazione potesse comunque risolversi era cresciuta quando l'ufficio legislativo del ministero della Salute aveva espresso parere favorevole all'emendamento”, ricostruiscono i lavoratori in bilico. Poi la doccia fredda. “Una colossale presa per in giro, un fallimento. Il che ci porta ad una domanda: presentate questi emendamenti come elementi di facciata per tenerci buoni e educati, affinché non finiamo davanti gli uffici a protestare incatenati?. Troppe volte siamo stati trattati da oggetti insignificanti, troppe volte siamo stati messi nel dimenticatoio”, incalzano i precari. “Chiediamo”, concludono, “che si ponga immediata fine a questa squallida storia politico-amministrativa. E che si faccia velocemente. Chissà come avreste reagito se vi foste trovati nella nostra situazione”.
16 luglio 2024
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