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Assistente Infermiere. De Palma (Nursing Up): “Un gran pasticcio, che acuisce la già precaria stabilità della professione infermieristica”


“Si acuisce anche la qualità dell’assistenza, di cui gli infermieri rappresentano innegabilmente le fondamenta, con le loro competenze e le loro elevate responsabilità” ha detto il presidente del sindacato

06 SET -

“Ieri come oggi, siamo coerentemente convinti che i provvedimenti oggi pronti ad essere attuati dalle Regioni, ovvero la Revisione del profilo dell’Operatore Socio Sanitario, e la nascita della nuova figura dell’Assistente Sanitario, possono rappresentare un concreto vantaggio per il sistema, ma questo potrà funzionare solo e soltanto se la politica agirà su altri fronti contemporaneamente, e quindi creando le premesse organizzative per un differente e più inclusivo e qualificante impiego delle professionalità sanitarie, in primis quelle degli infermieri e delle ostetriche, e quindi con la necessaria revisione dei modelli organizzativi, cosa di cui le aziende sanitarie hanno bisogno come il pane”.

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, sui documenti trasmessi alla Conferenza Stato Regioni riguardanti la revisione del profilo dell’Operatore Socio-Sanitario (OSS) e l’istituzione del nuovo profilo professionale di Assistente Infermiere, ai fini dell’acquisizione dei necessari Accordi in sede di Conferenza Stato-Regioni.

“Ai referenti tecnici delle Regioni, attraverso il documento da noi redatto subito in una riunione nel 2023 – ha dichiarato – facemmo arrivare la sollecitazione a non commettere il grave errore di voltare le spalle, ancora una volta, ai professionisti della sanità, puntando fin troppo frettolosamente, con il solo scopo di sopperire alla carenza di personale, alla creazione di un nuovo operatore ‘pseudo sanitario’. A quest’ultimo verranno affidate attività sanitarie che per prassi sono state sempre svolte dagli infermieri (parliamo dell’assistente), figura verso la quale confluiranno, per effetto di una norma ‘furbetta’ introdotta proprio nell’ultima versione, gli OSS con almeno 5 anni di servizio negli ultimi 8 anni, anche se non possiedono il diploma di scuola media superiore, visto che, per compensare il diploma richiesto a tutti gli altri, per loro è stato previsto un corso di 100 ore . E sotto questo profilo qualcuno già parla di una sorta di malcelata sanatoria visto che saranno davvero tanti quegli OSS che potranno accedere ai percorsi per diventare assistente infermiere semplicemente con il possesso della scuola dell’obbligo.

Insomma – prosegue – anziché combattere la carenza di infermieri partendo dalla valorizzazione di chi si prodiga da anni sul campo, anziché arginare la fuga di colleghi all’estero ricreando le condizioni per convincere i giovani professionisti a restare, anziché ridonare appeal ad una professione che giorno dopo giorno perde i pezzi, a cominciare dal calo di iscrizioni ai test di ammissione ai percorsi universitari, come sta avvenendo di nuovo in questi giorni, il nostro sistema punterà a dare risposte ai bisogni della collettività optando per un pericoloso e controproducente piano B.

E quindi per il sindacato, tutto ciò favorirà l’ulteriore acuirsi della grave carenza di professionisti infermieri proprio a causa della sua scelta di puntare solo su “figure di riferimento sanitari", quindi alternative, che certo, a costi inferiori e con percorsi formativi non paragonabili nemmeno lontanamente a quelli dei professionisti sanitari laureati, svolgeranno parte delle attività sanitarie oggi di competenza di questi ultimi, ma con il rischio evidente, di una pericolosa involuzione della qualità della risposta ai bisogni di assistenza sanitaria dei cittadini.

Nursing Up sollecita fortemente la politica a non dimenticare che, senza un intervento strutturale sull’intera macchina organizzativa, e quindi “se non si considera, prima di tutto, la necessaria revisione degli attuali modelli organizzativi obsoleti mediante l’impiego dei professionisti sanitari ex legge 42/1999 in funzioni innovative confacenti con i loro attuali livelli di competenze e responsabilità, ci ritroveremo solo di fronte a veri e propri pasticci, ovvero malcelati tentativi di mescolare carte e competenze, in un contesto delicato come quello del SSN, con effetti pericolosi di scadimento della qualità assistenziale. Occorre individuare sistemi concreti di valorizzazione di questo indispensabile capitale professionale , che rappresenta il perno della sanità del presente e del futuro, e che non può certamente essere messo da parte”, conclude De Palma.



06 settembre 2024
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