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Assistenza territoriale e cronicità: infermieri, innovazione e il cantiere aperto del DM 77


Il progressivo invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche stanno trasformando il volto della sanità italiana. L’incontro “Le sfide delle nuove cronicità” ha riunito rappresentanti istituzionali, clinici e stakeholder del settore per discutere di prossimità delle cure, rilancio della professione infermieristica, digitalizzazione e intelligenza artificiale.

29 MAG - L’Italia sta attraversando una delle transizioni demografiche più rapide e profonde in Europa. L’aumento dell’età media e la crescente prevalenza di malattie croniche pongono una pressione crescente su un sistema sanitario disegnato, storicamente, per rispondere prevalentemente a bisogni acuti e ospedalieri. In questo scenario, la riforma dell’assistenza territoriale non è solo auspicabile: è necessaria. Passare da una sanità centrata sull’ospedale a una sanità di prossimità significa ripensare radicalmente l’organizzazione delle cure, puntando su prevenzione, continuità assistenziale e interventi personalizzati e domiciliari.

Il DM 77 e la centralità del territorio
Il DM 77/2022 prevede la creazione di strutture territoriali come le Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità, oltre all’attivazione delle Centrali Operative Territoriali, con l’obiettivo di garantire cure più accessibili, integrate e sostenibili. Ma nessuna riforma può funzionare senza le persone che la rendono concreta ogni giorno: tra queste, gli infermieri occupano un ruolo chiave.

Durante l’incontro “Le sfide delle nuove cronicità”, svoltosi presso la sede di Roche, esponenti del mondo politico, sanitario e associativo hanno delineato le priorità e i nodi ancora aperti di questa trasformazione.
“È stato un piacere organizzare questo evento a cui ha preso parte l'onorevole Beatrice Lorenzin e che ha visto la rappresentanza di tante società scientifiche e federazioni come la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (Fnopi), la Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) e la Società italiana di leadership e management in medicina (Simm) e l'Associazione pazienti Salute Donna e Salute Uomo Onlus”, commenta Nicola Panzeri, Responsabile Affari Regolatori Roche. “In un periodo in cui i bisogni della salute stanno cambiando e la nostra popolazione sta progressivamente invecchiando, è necessario capire che l’assistenza sanitaria deve spostarsi dall’ospedale al territorio per venire incontro alla prossimità di cura. L’obiettivo della riforma territoriale è che le terapie e le diagnosi possano essere condotte il più vicino possibile al domicilio del paziente”.



La sfida demografica richiede un investimento sul capitale umano
L’invecchiamento della popolazione non è solo un dato statistico: è una sfida organizzativa, economica e professionale. La riforma della medicina territoriale deve essere accompagnata da un rafforzamento del personale, sia in termini numerici che qualitativi.
Beatrice Lorenzin, Senatrice e Vicepresidente del Gruppo PD, ha ricordato le motivazioni alla base del DM 77: “Si è cercato di ricostruire la medicina del territorio dopo la pandemia, per rendere il nostro Paese più resiliente. Ma oggi siamo a un punto fermo: assistiamo a una fuga continua di operatori sanitari verso l’estero”.
Ha poi evidenziato la fragilità della professione infermieristica: “I salari sono bassi anche per chi ha alte competenze. Inoltre, c’è una vera crisi di accesso alla professione: pochi giovani scelgono di diventare infermieri”. E ha concluso con una visione chiara: “Serve un cambio di paradigma. Dobbiamo ripartire dalle persone: investire in capitale umano, nella formazione, nei salari, nella valorizzazione della professione infermieristica”.



Il ruolo strategico della professione infermieristica
La costruzione di una rete territoriale capace di rispondere alle cronicità e alle fragilità non può prescindere dalla presenza di infermieri competenti e motivati. Eppure, i numeri e le condizioni attuali evidenziano un quadro critico.

Il Rapporto FNOPI–Scuola Superiore Sant’Anna segnala che in Italia ci sono appena 6,5 infermieri ogni 1.000 abitanti, contro una media OCSE di 9. Inoltre, il 45% degli infermieri valuta l’abbandono della professione.
“Per risolvere queste criticità bisogna agire su più fronti: sui modelli organizzativi e assistenziali, sulle competenze specialistiche, sulla responsabilità, sulla contrattualistica, sulla formazione", ha dichiarato Barbara Mangiacavalli, Presidente della FNOPI.
"Oggi l'attività infermieristica non è visibile: rappresenta solo una voce di costo. In realtà, spesso gli esiti delle cure sono determinati dall'assistenza infermieristica", ha aggiunto. "Dobbiamo lavorare su indicatori di performance, su codifiche infermieristiche, su un linguaggio standardizzato, per poter misurare, riconoscere e valorizzare questo contributo. Solo così possiamo sviluppare una vera branca assistenziale infermieristica e modelli innovativi di sanità".



Digitalizzazione, interoperabilità e Intelligenza Artificiale
La riforma territoriale poggia anche sulla trasformazione digitale del SSN. L’obiettivo è una sanità capace di usare le tecnologie per migliorare la continuità delle cure, l’accessibilità dei servizi e la personalizzazione dei percorsi terapeutici.
Ma l’interoperabilità dei dati resta un ostacolo: molti sistemi informativi non dialogano tra loro, neanche all’interno della stessa regione. Il Fascicolo Sanitario Elettronico è previsto, ma spesso di difficile utilizzo, soprattutto per le fasce più deboli.

Durante l’incontro, si è discusso anche del potenziale dell’Intelligenza Artificiale: una risorsa che può affiancare i clinici, favorire l’assistenza remota e ottimizzare la gestione delle cronicità. Tuttavia, le barriere normative, la scarsa condivisione dei dati e la mancanza di formazione ne limitano l’adozione. È necessario, come emerso, formare gli operatori sanitari non solo all’uso dell’IA, ma anche alla sua progettazione etica e inclusiva, per evitare che diventi un fattore di disuguaglianza.

29 maggio 2025
© Riproduzione riservata

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