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La parola ai pazienti al XIV Congresso Nazionale di FeDerSerD


La sessione “Lo stato dell’arte della terapia della dipendenza da oppiacei” al congresso nazionale della Federazione italiana dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze in corso a Milano ha visto la parte centrale dedicata ai pazienti, al loro vissuto e alla realtà della esperienza di cura nei SerD.

31 OTT -

La sessione “Lo stato dell’arte della terapia della dipendenza da oppiacei” al congresso nazionale della Federazione italiana dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze in corso a Milano ha visto la parte centrale dedicata ai pazienti, al loro vissuto e alla realtà della esperienza di cura nei SerD.

Questa opportunità si inserisce nel Progetto “Innovazione e personalizzazione delle cure “condotto dal Centro Studi CeRCo con FeDerSerD (www.federserd.it sezione Ce.R.Co), che sta accompagnando in Italia la introduzione della formulazione long acting di buprenorfina, sia nei SerD territoriali sia nei SerD intra carcerari.

Una cinquantina i Servizi aderenti al Progetto in tutto il Paese, già oltre 200 i pazienti in cura, un campione che rappresenta la maggioranza di tutti i pazienti attualmente in cura con questo long acting in Italia.

Un motore di cambiamento per la vita dei pazienti, un approccio più personalizzato, ma anche un cambiamento nella gestione delle terapie farmacologiche. Le numerose survey previste dal Progetto rivolte a pazienti e operatori di tutte le professioni dei SerD confermano quanto prima affermato.

I due utenti dei SerD di Milano e Trieste, intervistati dai curanti dei SerD, hanno direttamente raccontato la loro storia personale, caratterizzata da una importante dipendenza da oppiacei, il loro rapporto tra alti e bassi con il sistema dei Servizi, l’importanza della relazione terapeutica con gli operatori di riferimento, la loro attuale esperienza di cura con il nuovo farmaco.

La parola che hanno evocato è fiducia, nella accezione sia di gioia per essere stati scelti con la proposta della terapia, sia di sentimento personale positivo di ripresa di una concreta aspettativa di cambiamento.

“Consiglierei questo farmaco a chi ha qualcosa da perdere nella sua vita” è una considerazione che rende bene la riflessione dei pazienti.

Un aiuto a cambiare l’identità individuale, “non più un tossicodipendente che vive al SerD, ma nella società, venendo al SerD periodicamente” (il long acting si assume settimanalmente o mensilmente).

“Un percorso di crescita personale e un cambio di stile di vita, una affermazione di quel sapere dei nostri pazienti che dobbiamo valorizzare e tenere in considerazione per continuare a migliorare l’offerta di cura” afferma lo psichiatra Alfio Lucchini, direttore del Centro Studi e Ricerche Ce.R.Co e Past President di FeDerSerD.



31 ottobre 2025
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