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“Vogliamo il contratto”. Medici e dirigenti Ssn in stato di agitazione


No al nuovo blocco del contratto stabilito dal Dpr all’esame del Parlamento che prolunga fino al 2014 il blocco in vigore dal 2009. “Cambiano i governi ma non le politiche”: questo il commento amaro dei sindacati che annunciano ulteriori azioni di protesta. Sciopero compreso.  Domani incontro con D'Alia.

03 GIU - “I Medici, i veterinari, i dirigenti sanitari, amministrativi, professionali e tecnici, dipendenti del SSN bocciano l’estensione al 2014 del blocco della contrattazione nazionale ed aziendale in vigore dal 2009”.  Questa la risposta unitaria al DPR scritto dal Governo Monti ed acriticamente fatto proprio dal Governo Letta attualmente all’esame delle Camere. 

“Cambiano i Governi, ma non le politiche”, dicono i sindacato che aggiungono: “ Dopo Tremonti e Monti anche le larghe intese non sanno resistere alla coazione a ripetere di prendere di mira servizi pubblici e servitori dello Stato con cronometrica puntualità”.
 
“Un esproprio governativo di un diritto costituzionale – proseguono - viene così ad aggiungersi a penalizzazioni, economiche e normative, e vere e proprie leggi speciali, emanate contro i pubblici dipendenti,di cui fanno parte i Dirigenti del SSN. Non soddisfatto del congelamento delle retribuzioni al 2009, del blocco per un quadriennio del contratto di lavoro, e conseguente perdita del potere di acquisto delle retribuzioni di circa il 20%, dell’erosione dei fondi contrattuali, del peggioramento dei requisiti previdenziali, dell’imbarbarimento delle condizioni di lavoro, specie nelle aree di Pronto soccorso, della latitanza di risposte chiare e risolutive alla questione della responsabilità professionale, il Governo intende prolungare il blocco contrattuale e retributivo fino (ed oltre?) al 2014. Un film già visto che continua a caricare sui soliti noti, e solo su di loro, il risanamento dei conti pubblici”.

“L’attacco a ruolo e status dei Dirigenti del SSN – dicono ancora i sindacati - viene usato per minare alle fondamenta la sanità pubblica, malgrado una spesa inferiore alla media Ocse. La sanità italiana, definanziata ed impoverita dal punto di vista economico e professionale, appare destinata con sempre maggiore evidenza ad un ruolo povero per i poveri. Un effetto tsunami colpisce la sfera delle tutele e nessuna Regione sarà più in grado di garantire il diritto alla salute dei cittadini. Che pagheranno tutto e pagheranno caro”. 

“Le organizzazioni sindacali dichiarano lo stato di agitazione delle categorie interessate, rinviando agli organismi statutari ulteriori iniziative di protesta – conclude la nota dei sindacati - non escluso lo sciopero nazionale, in difesa della dignità e del valore delle professioni del SSN, della esigibilità reale del diritto alla salute dei cittadini, del diritto costituzionale alla contrattazione”. 
 
Già domani previsto comunque un incontro con il ministro della Funzione Pubblica Gianpiero D'Alia.

03 giugno 2013
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