Toscana. Smi: “Si sta smantellando la guardia medica”
Mentre a livello nazionale si discute dell’atto di Atto di indirizzo per le cure primarie, denuncia il sindacato dei medici italiani, a livello periferico non si seguono gli accordi regionali, il quadro normativo nazionale, e, a colpi di mano, si demolisce la sanità “a proprio uso e consumo”.
14 OTT - “A Roma si chiacchiera, a Pisa ed Empoli si agisce. Mentre nella Capitale si discuteva di un futuro atto di indirizzo per le cure primarie, in Toscana altri se ne infischiavano e procedevano con lo smantellamento della guardia medica. una farsa a danno dei cittadini e dei medici”
È quanto ha denunciato
Pina Onotri, responsabile nazionale Continuità Assistenziale dello Smi. Per il Sindacato dei Medici Italiani si sta infatti assistendo a delle le fughe in avanti delle Regioni nella riorganizzazione dei servizi sanitari sul territorio.
“In particolare, in Toscana – attacca Pina Onotri – nonostante le ripetute critiche della nostra organizzazione sindacale, che ha più volte chiesto un serio confronto con la Regione, si insiste nel voler smantellare la guardia medica, riducendo, di fatto, la continuità dell’assistenza per i cittadini sia in termini orari, sia come presenza sul territorio. Le ricadute sia a livello occupazionale, sia come qualità dei servizi offerti alla cittadinanza sono evidenti. La cosa ancor più grave – aggiunge – è che mentre a Roma facciamo riunioni su riunioni sul prossimo atto di indirizzo, a livello periferico se ne infischiano degli accordi regionali, del quadro normativo nazionale, e, a colpi di mano, demoliscono la sanità a proprio uso e consumo.
“Risulta paradossale” conclude quindi Onotri che invece di potenziare e migliorare un servizio che garantisce con capillarità - l’assistenza tutti i giorni, nelle ore notturne, nei festivi e prefestivi (nonostante le molteplici difficoltà strutturali, logistiche e di sicurezza) - si pensi solo a prendere qualche titolo sui giornali lanciando modelli futuribili e costosi come le Case della salute. Tutto ciò produrrà solo ulteriori sprechi e disagi, altro che risparmi e razionalizzazione dell’offerta”.
14 ottobre 2013
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