Infermieri. L’Ipasvi ricorre al Tar Lazio contro concorso in Polizia
All’iniziativa della federazione hanno aderito i Collegi provinciali IPASVI di Bergamo, Roma, Napoli, Torino e Verona. Il ricorso non mira a bloccare l’intero concorso ma si concentra su due presunte anomalie: il mancato inserimento tra i requisiti dell’obbligo di iscrizione all’Albo e la formulazione della prova scritta che fa riferimento a un mansionario infermieristico che non esiste più.
20 OTT - Con una nota a firma del presidente della Federazione Ipasvi,
Annalisa Silvestro, è stato annunciato che, su iniziativa della FNC IPASVI, cui hanno aderito i Collegi provinciali IPASVI di Bergamo, Roma, Napoli, Torino e Verona, è stato notificato il ricorso al TAR Lazio contro il
bando del concorso pubblico per 56 posti di vice revisore tecnico infermiere, per il settore sanitario della Polizia di Stato.
Il ricorso – spiega Silvestro - non mira a bloccare il concorso (infatti, non è stata presentata l’istanza di sospensione cautelare), ma a fare dichiarare l’illegittimità di due norme del bando:
- l’art. 2, nella parte in cui non richiede tra i requisiti necessari per l’ammissione al concorso l’iscrizione all’Albo degli Infermieri, così violando la legge 43/2006, che stabilisce l’obbligo dell’iscrizione all’albo professionale per tutti gli infermieri;
- l’art. 7, nella parte in cui, anche rinviando all’allegato al bando, prevede che la prova scritta debba vertere per il 50% sulle nozioni teoriche relative ai compiti previsti in un mansionario dell’infermiere che ancora oggi è applicato nella Polizia, così violando la legge 42/1999 che, come noto, ha abrogato ogni tipologia mansionariale per gli infermieri.
Con questo ricorso, che sarà depositato nei prossimi giorni, la Federazione - conclude la nota - ha inteso tutelare tanto la professionalità degli infermieri, quanto il diritto alla salute di coloro che si rivolgono agli infermieri appartenenti ai ruoli della Polizia di Stato.
20 ottobre 2013
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