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Ostetricia. Il consiglio dell'esperto: "Padri, lasciate i cellulari fuori le sale parto"


Il suggerimento arriva da Maurizio Gnazzi, segretario regionale Lazio dell'Associazione italiana ostetriche. "Rischiano di non concentrarsi su quello che sta accadendo, e cioè la nascita del loro bambino". E sottolinea: "Solo una scarsa metà ha il buon senso di disattivare i dispositivi". 

05 NOV - Lasciare i cellulari fuori dalla sala parto, perché i futuri padri rischiano di "non concentrarsi su quello che sta accadendo, e cioè la nascita del loro bambino". E’ il suggerimento di Maurizio Gnazzi, segretario regionale Lazio dell'Associazione italiana ostetriche (Aio) e ostetrico presso l'Ospedale Cristo Re di Roma. “Un po' per distrarsi dallo stress del momento, un po' per l'ossessione di fare video e foto dell'attimo in cui il bebè viene al mondo – aggiunge - oltre la metà dei papà resta infatti attaccato al telefonino o al tablet anche durante le fasi 'clou', mentre invece il loro supporto sarebbe cruciale per la compagna che sta partorendo".

Secondo Gnazzi “quasi tutti i futuri padri si presentano in sala parto con due o tre telefonini, un tablet e chi più ne ha più ne metta". Una scarsa metà ha il buon senso di "disattivare i dispositivi quando arriva il momento del parto, mentre oltre il 50% continua a usarli, e allora noi li 'bacchettiamo' puntualmente o gli chiediamo di spegnerli". D'altro canto, "io, che faccio questo lavoro da 20 anni potrei forse considerare una nascita come un evento di routine. Ma quante volte a un uomo può capitare nella vita di veder venire al mondo suo figlio?".

A discapito degli uomini si deve però ricordare che "un travaglio può durare anche 12 ore - ricorda l'ostetrico, coordinatore dei Can, i Corsi di preparazione al parto, che l’ospedale romano apre a tutte le coppie - per cui passare qualche minuto al telefono per comunicare con l'esterno, con i parenti, o per distrarsi, non è certo un male. E anche fare video o foto della nascita è un modo, per i papà, di difendersi dalla visione diretta di un evento che è comunque, per molti, traumatico".

Sul tema è intervenuto anche Carlo Piscicelli, primario di Ginecologia e ostetricia del Cristo Re. “Sono molte le teorie scientifiche che definiscono la presenza dell'uomo durante il parto come negativa. Ci sono scuole di pensiero francesi secondo le quali addirittura il personale medico e infermieristico dovrebbe essere composto di sole donne. Ma chiaramente si tratta di una scelta personale della partoriente. Certo, avere un marito o un compagno che non si stacca dal cellulare, che riprende con la videocamera un momento in cui la donna assume dei comportamenti fuori dal normale, contribuisce a rendere negativa la sua presenza. Addirittura può stimolare la produzione di adrenalina, che si contrappone all'ossitocina. Per questo noi, oltre a consigliare alla coppia di seguire i Corsi di accompagnamento al parto, cerchiamo di dare all'uomo dei piccoli 'compiti' durante il parto, come massaggiare la schiena della donna, che – ha concluso - si rivelano molto utili".

05 novembre 2013
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