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Farmacisti. Croce (Enpaf): “La professione agisca compatta contro la crisi”


La previdenza “non è avulsa” dalle problematiche che colpiscono la professione, ma “non può essere l’Ente ad assicurare risposte su occupazione, precariato e rigidità normative”. Dal presidente dell'Enpaf l'appello a una “unità di intenti” tra le diverse rappresentanze della professione per rilanciare il settore.

05 DIC - I farmacisti devono restare uniti. Perché solo attraverso un’azione compatta e scelte condivise tra tutte le diverse componenti della professione sarà possibile dare risposte alla crisi del settore farmaceutico. L’appello arriva dal presidente dell’Enpaf, Emilio Croce. “E’ un momento difficile, forse il più difficile che io ricordi – afferma Croce in un comunicato stampa - e come rappresentato nel corso del Consiglio Nazionale lo scorso 26 novembre, la crisi del Paese ha pesanti riflessi nel nostro settore professionale, anche alla luce degli obblighi assunti dall’Italia in sede europea in materia di contenimento del debito pubblico e di pareggio del bilancio. Proprio a fronte dell’attuale situazione, il Consiglio Nazionale, su proposta del Consiglio di amministrazione, ha recentemente approvato una modifica al regolamento che riduce la quota contributiva di solidarietà per i colleghi disoccupati, assicurando la necessaria copertura finanziaria richiesta dai Ministeri vigilanti e, nel contempo, sono state rafforzate tutte le misure assistenziali straordinarie a favore dei lavoratori atipici, dei borsisti, dei precari, privi di altra copertura previdenziale obbligatoria oltre l’Enpaf”.

“Inoltre - fa presente Croce - è di prossima approvazione un nuovo intervento straordinario a favore dei farmacisti rurali sussidiati a basso reddito, oggetto di confronto con il Sunifar, ed è nel piano del Consiglio di amministrazione realizzare nuovi interventi a sostegno del reddito dei molti colleghi in difficoltà. Stiamo anche cercando di trovare soluzioni a fronte della pesante crisi di liquidità che coinvolge il settore, tenuto conto del nostro ruolo di investitori istituzionali del risparmio previdenziale della Categoria nel sistema Paese”.

“L’Ente di previdenza - conclude Croce - è presente in questa delicata fase e sta facendo la sua parte, ma non può certo assicurare le risposte in materia di occupazione, precariato e rigidità normative, che rendono indispensabile l’assunzione delle rispettive responsabilità da parte di tutti e la condivisione di un progetto di rilancio e di sostenibilità del settore farmaceutico, che deve trovare nelle rappresentanze della professione, a tutti i livelli, la necessaria unità di intenti. Non ci si può certo aspettare che, in un settore desertificato, le risposte risolutive a tali problemi possano arrivare solo dalla previdenza e l’assistenza fornite dal nostro Ente”.
 

05 dicembre 2013
© Riproduzione riservata

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