Troise (Anaao) a Lorenzin: “Cambiare il Ssn si deve, ma non senza i medici e i dirigenti sanitari”
Il segretario del sindacato dei dirigenti medici giudica positivamente la campagna di riforma che il Ministro della Salute intende avviare, “ma cambiare il Ssn non sarà possibile senza i Medici ed i Dirigenti sanitari o contro di loro. Nemmeno se si smette di piangere”.
12 MAR - La campagna per cambiare il Servizio Sanitario Nazionale che il Ministro della Salute intende avviare, è certo positiva, anche se non è chiaro il verso del cambiamento, il come e con chi. “Certo – sottolinea il Segretario Nazionale Anaao Assomed,
Costantino Troise - il Ministro non può aver dimenticato che i medici il 27 ottobre 2012 erano già in piazza, con i cittadini, nel silenzio della Politica e dei media, per difendere e cambiare in meglio il SSN. E che da tempo sostengono che “bisogna andare fieri” del nostro sistema sanitario, vittima invece di troppi pregiudizi e luoghi comuni, e lottare per salvaguardarlo. E nemmeno può a loro, critici da tempi non sospetti verso il federalismo sanitario e la deriva regionalistica, rimproverare l’avvento di un “regionalismo egoistico o l’incapacità di programmare”.
“I medici e i dirigenti sanitari dipendenti lavorano da 5 anni senza un contratto di lavoro nuovo e con il fantasma di quello vecchio – prosegue la nota Anaao -; con indici di produttività che non temono confronti nemmeno con il settore manifatturiero; impegnati di notte, in una perfetta parità di genere, alla tenera età di 63-64 anni, a garantire le urgenze sanitarie; in prima linea, nei fortini dei Pronto Soccorso, ad accogliere domande di salute crescenti e complesse in posti barella in carenza di posti letto; con contratti a termine che aspettano un decreto desaparecido nelle stanze di ministri vecchi e nuovi; che non riescono a vedere nel foglio excel della riforma al mese quale è il mese della sanità e la settimana degli ospedali; vittime di una finta partenza di rinnovo contrattuale e di un contenzioso legale non frenato dalla semplice promessa di una legge specifica; con professionalità mortificate ed umiliate da una imperante cultura aziendalista incentivata, anche economicamente, dalle Regioni; con una attività libero professionale intramoenia soffocata da oneri economici e burocratici, tenuti fuori da quel patto della salute che ha la ambizione, o l’illusione, di costituire una riforma quater. Quale cambiamento chiede il Ministro a questi professionisti?”
“Per quanto ci riguarda – conclude Troise - noi siamo pronti a scambiare cambiamenti con cambiamenti, a partire dallo strumento contrattuale, che Ministero e Regioni continuano invece ad ignorare. Per il resto, occorre che il Ministro della salute pretenda segnali positivi dal Governo di cui fa parte. Comunque, ha ragione: chi ha le responsabilità le eserciti. Ma cambiare il SSN non sarà possibile senza i Medici ed i Dirigenti sanitari o contro di loro. Nemmeno se si smette di piangere”.
12 marzo 2014
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