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Convenzioni e legge Balduzzi. Milillo risponde a Onotri: “Non serve modificare la legge. È la convenzione lo strumento per la riforma delle cure primarie”

di Giacomo Milillo

Il segretario della Fimmg risponde alla lettera aperta dello Smi dove si invitava a una modifica nel Milleproroghe. Contrario anche alla proposta congressuale dello Smi sul contratto unico per i medici. “Il contratto unico non ci interessa, non ha fondamenta legislative, storiche e culturali”. Ribadita la netta contrarietà alle proposte della Sisac

16 FEB - Cara Onotri
una grande riforma dell'assistenza primaria è possibile anche senza modificare la cosiddetta legge Balduzzi, anzi è possibile proprio grazie alla legge Balduzzi rispetto alla rinegoziazione dell'ACN della Medicina Generale che impone.
La SISAC e le Regioni hanno sempre sostenuto il contrario sulla base di una interpretazione arbitraria e autoreferenziale secondo la quale la legge Balduzzi imporrebbe al SSN un modello organizzativo molto rigido e molto legato ad un distretto che svolge funzioni di "primariato" nei confronti della medicina generale. 
 
Questo approccio ha portato Regioni e SISAC a formulare un atto di indirizzo e poi una piattaforma negoziale secondo la quale gli ACN dovrebbero solo recepire le volontà delle Regioni, spogliarsi della quota di compenso per i fattori di produzione e accettare una condizione di subordinazione dei medici rispetto all'Azienda, medici ancora definiti libero professionisti convenzionati, ma privati della loro autonomia per di più in assenza di tutele.
 
Noi invece, alla luce di accurati approfondimenti, sosteniamo che il comma 1, articolo 1, della Legge 189/2012 pone alle Regioni indicazioni orientative, in qualche caso ordinative, vincolandole solo ad alcuni obiettivi le cui modalità di raggiungimento sono però affidate alla fase di negoziazione dell'ACN, a cui il resto dell’articolo 1 rimette tutta la materia, tanto che alla fine sono previsti tempi definiti per la stipula degli accordi e addirittura che, in carenza, sia il Ministero della Salute a provvedere "sentite la Conferenza delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano nonché le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative".
 
Questa contrapposizione fondamentale sull'interpretazione della legge e l'indisponibilità della SISAC a ragionarci ha portato allo stallo delle trattative e ha indotto la Fimmg a cercare con ogni sforzo un tavolo politico di confronto che riconduca SISAC nei limiti del suo ruolo tecnico, a dichiarare lo stato di agitazione, la mobilitazione del sindacato e infine a minacciare lo sciopero.
Ora, come sai, è in corso una mediazione da parte del Ministero della Salute condotta con impegno dal Sottosegretario Vito De Filippo. A questo tentativo di mediazione le Regioni e la loro tecnocrazia rispondono chiedendo la modifica di una parola della Legge Balduzzi. 
 
Di per se la modifica che mi, e ti, è stata proposta (sostituire le parole "le regioni provvedono alla dotazione strutturale, strumentale e di servizi delle forme organizzative..." con le nuove "le regionipossono provvedere alla dotazione strutturale, strumentale e di servizi delle forme organizzative…”) non è necessaria né sostanziale. Fra l’altro lo stesso risultato perseguito con la modifica di legge proposta potrebbe tranquillamente essere raggiunto nell’ambito dell’ACN.
 
La proposta di modifica potrebbe essere anche accettata se servisse a fornire un appiglio giustificativo alla SISAC per farle superare lo stallo delle trattative che ha determinato, ma non è accettabile se, come appare, serve anche a rinforzare la loro tesi interpretativa. Non è accettabile se non nell'ambito di un documento condiviso con il Ministero della Salute e le Regioni (Comitato di settore) che individui tutte le principali criticità degli ACN e ne indichi le soluzioni politiche.
Siamo contrari ad una modifica raffazzonata e di corsa di uno o più punti della legge Balduzzi ricercata dalle Regioni e da alcune organizzazioni mediche.
 
Questo significherebbe certificare la marginalità della negoziazione convenzionale così come da sempre sostenuto dalle Regioni, esattamente il contrario di quanto attualmente ribadito proprio dalla legge Balduzzi.
In realtà, al di là della strumentale interpretazione regionale, la legge 189/2012, in conformità con la legislazione e la giurisprudenza vigente, non fa che ribadire la dignità e la cogenza delle norme contrattuali e non autorizza ad utilizzare contenuti “meta contrattuali”, cioè che non devono essere negoziati in quanto di esclusiva competenza regionale, come sostenuto da Sisac nella sua piattaforma negoziale.
 
La FIMMG non parteciperà quindi ad incontri finalizzati a richiedere una revisione della Legge Balduzzi, e non asseconderà la disponibilità dello Smi a recepire le proposte SISAC. Invito invece il tuo sindacato a non fare confusione fra contratto della dipendenza e accordi collettivi nazionali, proponendo un contratto unico che non ha fondamenta legislative, storiche e culturali. 
Non ci sono piccoli orticelli da coltivare, non per un Sindacato che ha più del 63% di rappresentatività e che da oltre 8 anni propone e persegue un cambiamento della medicina generale in funzione di una migliore assistenza primaria a fronte di Regioni che per la maggior parte si sono occupate, fino ad ora, prevalentemente di assistenza ospedaliera e che ora pretendono di trasferire le medesime competenze e le scelte conseguenti sull'assistenza primaria. 
 
Nel confermarti la mia stima personale, non inficiata dalle differenti opinioni, ti porgo cordiali saluti.
 
Giacomo Milillo
Segretario Generale Nazionale

16 febbraio 2015
© Riproduzione riservata

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