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Infermieri a congresso. Silvestro: “Nessuno vuole espropriare competenze altrui, non siamo né vogliamo essere medici bonsai. Ma la nascita dell’infermiere specialista è un fatto ineludibile”


Si è aperto a Roma il XVII Congresso dell'Ipasvi. Al centro il tema delle nuove competenze infermieristiche ma anche il ruolo crescente che la professione sta assumendo sia in ospedale che sul territorio. “Il comma 566 non ha forzato alcuna mano. Ha semplicemente dato il 'la' a una nuova composizione del processo di cura e assistenza". Finalmente riconosciuto "il nostro ruolo nell'assistenza domiciliare, nell’ospedale di comunità, nella presa in carico dei pazienti e nella garanzia della continuità curativo assistenziale”. LA RELAZIONE.

05 MAR - “Il nostro fine non è espropriare competenze altrui o svolgere attività da medici bonsai, ma di utilizzare una marcia ulteriore per assistere i pazienti, individuarne e approcciarne le necessità, incidere nel processo organizzativo e decisionale di sistema e dare, conseguentemente, risposte ancora più pertinenti e mirate alle contingenze economiche e ai bisogni che emergono dall'attuale scenario demografico ed epidemiologico. Non intacchiamo o erodiamo il campo di attività di questo o di quel professionista, ma ci adeguiamo semmai all'evoluzione generale e ineludibile dei saperi, dei bisogni, dei sistemi organizzativi e soprattutto alle necessità e alle aspettative dei cittadini”. Lo dice a chiare lettere Annalisa Silvestro, presidente della Federazione Ipasvi e senatrice del PD, durante la conferenza stampa di presentazione del XVII Congresso nazionale dei collegi che si è aperto oggi a Roma e che andrà avanti fino a sabato.
 
Quindi Silvestro respinge l’accusa di invasione del campo di altri professionisti che potrebbe perpetrarsi con il comma 566 contenuto nella legge di stabilità 2015. Anzi su questo è molto chiara “per le competenze specialistiche il percorso è già scritto da tempo e ora deve decollare. Il comma 566 della Legge di stabilità 2015 non ha forzato alcuna mano; ha semplicemente dato il la a una nuova composizione del processo di cura e assistenza che, come le note di un concerto devono essere intonate le une alle altre, deve prevedere ruoli, competenze, relazioni e responsabilità individuali e di équipe su atti, funzioni e obiettivi delle professioni sanitarie, anche attraverso percorsi formativi complementari ossia post base, ossia specialistici”.
 
L'assenza di Lorenzin e De Filippo, la delusione di Silvestro. E a proposito di legge di stabilità, quindi di governo, Silvestro ha condiviso con i giornalisti presenti in sala stampa la comunicazione, giuntagli per telefono, che al Congresso Ipasvi non ci sarebbe stato nessun rappresentante del ministero della salute. L'assenza sia di Beatrice Lorenzin che del sottosegretario Vito De Filippo, ha decisamente fatto arrabbiare Silvestro che non ha nascosto la sua delusione e la sua amarezza e ha commentato "Da parte del governo ci vorrebbe l’onestà intellettuale di dire ci sono dei problemi affrontiamoli insieme”. Noi, ha proseguito la senatrice del Pd “non ci siamo mai sottratti al dialogo. Comunque va bene, ne prendo atto e con me i tremila infermieri presenti che il governo non vuole affrontare i nostri problemi”.
 
Proseguendo la conferenza stampa Silvestro ha illustrato gli obiettivi degli infermieri, che sono chiari e semplici “sono obiettivi a cui possiamo guardare identificando prospettive e ruoli davvero realizzabili: elementi di certezza professionale e anche economica; formalizzazione della già avvenuta evoluzione delle nostre competenze sia in chiave assistenziale, sia in chiave manageriale; infermieri generalisti e infermieri specialisti, tutti competenti, preparati, capaci di lavorare in gruppo e in rete e di confrontarsi su un disegno assistenziale anche per metterlo in discussione allo scopo di raggiungere i risultati migliori per la collettività e per la propria famiglia professionale”.
 
Nessun ritorno al mansionario. "Il ridisegno delle competenze - ha sottolineato ancora Silvestro - è l’occasione per una riflessione sull’impostazione dei processi clinico assistenziali e su come il dispiegamento delle potenzialità delle diverse professioni, a cominciare proprio da quella infermieristica, possa consentire di recuperare efficienza, appropriatezza, prossimità e continuità nella risposta sociosanitaria. Ed è proprio per questo che trovo surreale, come alcuni ventilano, che con le sei aree ora previste per delineare le funzioni dell’infermiere specialista, si torni al mansionario e si propongano e si pongano in essere invasioni di campo". 
 
E se qualcuno ci vuole vedere delle forzature Silvestro replica,“siamo chiari, ripetiamolo: non ci sono forzature. Nessun blitz. Nessun pasticcio. Nessun tentativo di togliere qualcosa a qualcuno o di mischiare carte. Si tratta semplicemente di applicare un atto regolamentare dovuto per chiarire che la strada che si sta percorrendo non è una scelta di pochi, ma un desiderio di tutti. O almeno di tutti coloro i quali hanno responsabilità gestionale, programmatoria e di Governo”.
 
Basta con il "benaltrismo". E a chi l’accusa che forse in questo periodo di crisi ci sono argomenti più urgenti di cui occuparsi, la presidente Ipasvi replica, “basta con il benaltrismo di chi ci dice da troppo tempo che c'è ben altro di più importante o significativo da fare. Dobbiamo coagularci per portare a casa i nostri risultati. Non si discute sul nostro futuro. Un futuro ancora con qualche ombra ma che proprio per questo ci chiama a lavorare assieme coralmente, Federazione, Collegi, sindacati, ognuno per la propria parte, senza invasioni di campo o sovrapposizioni. Passi ben scanditi se non si può correre, ma passi certi che portino gli infermieri verso gli obiettivi che si sono dati. Non siamo spalla di nessuno, siamo professionisti che hanno scelto la propria professione e ora devono saperla gestire e programmare. Come, d’altra parte, abbiamo sempre fatto".
 
Anche negli ospedali l'affermazione del ruolo infermieristico. Parlando poi dell’ospedale e dei suoi nuovi standard, Silvestro illustra la sua visione. “L’ospedale è destinato a cambiare faccia: è un ritornello che si ripete da anni. Lo dice anche il Patto per la salute. Lo hanno delineato i nuovi standard ospedalieri che sono lo strumento e il presupposto per il cambio di rotta. Un documento di particolare rilevanza è quello sugli standard ospedalieri, perché potrà incidere in maniera significativa sull’offerta sanitaria e sui modelli organizzativo-assistenziali che dovranno accompagnare la riduzione complessiva dei posti letto a favore delle cure sul territorio strutturando le dimissioni protette, la continuità delle cure e dell’assistenza, i programmi di ospedalizzazione domiciliare. E il documento sugli standard ospedalieri pare voglia ridefinire l’offerta sanitaria partendo finalmente dai bisogni del cittadino, abbandonando l’attuale centratura sul percorso diagnostico-terapeutico e sulla disciplina medica. Nel processo di cambiamento delineato, il ruolo dell’infermiere è rilevante. Noi lo diciamo da tempo e ora prendiamo atto che finalmente lo dicono anche altri e lo scrivono in un documento istituzionale; un documento che ne sancisce la rilevanza nell'assistenza domiciliare, nell’ospedale di comunità, comunque nella presa in carico dei pazienti e nella garanzia della continuità curativo assistenziale”.
 
L'infermiere del territorio è realtà. “Sul territorio – ha detto ancora Silvestro – ci sarà un infermiere in grado di diversificare le proprie peculiari competenze per affrontare con abilità, capacità, scientificità e vicinanza i bisogni emergenti nei cittadini attraverso la definizione di peculiari processi assistenziali, l’orizzontalità e la continuità dei percorsi, la diversificazione della risposta, l’estensività assistenziale, l'educazione e l'informazione. Che dovrà assumere anche un altro grande compito: quello di educatore sia per insegnare come eseguire al meglio alcuni atti di accudimento, sia e soprattutto per come stare vicino al proprio congiunto per aiutarlo a mantenere il miglior equilibrio possibile nel suo continuum salute-malattia. Un infermiere educatore che finalmente sviluppa e implementa nel territorio un ruolo antico ma mai completamente agito; un ruolo che nella forte crescita della domanda di assistenza, anche nel libero mercato, potrà trovare ampi spazi e rispetto e al quale siamo pronti con proposte concrete da rendere velocemente operative”.
 
Ultimo punto dedicato alle farmacie dei servizi per dire che “Il ddl prevede la presenza degli infermieri nelle farmacie, per svolgere tutta una serie di attività che sono di nostra competenza e sarebbe anche tutto pronto da un punto di vista giuridico ma le farmacie non si stanno dotando di queste figure professionali. Nel pubblico ci sono piccole realtà come in Emilia e in Umbria dove qualcosa da questo punto di vista si sta facendo. Le farmacie private invece sono più lente, hanno bisogno di entrare in quest'ordine di idee. Dove però gli infermieri sono stati inseriti in organico, devo dire, che i riscontri sono positivi sia da parte dei cittadini che dei farmacisti”.
 
La questione del doppio incarico: "Deciderò dopo decisione della Giunta del Senato". Nel suo intervento al Congresso nessun accenno al doppio incarico, anche perché il congresso Ipasvi non è un organo elettivo. La nomina del nuovo Comitato centrale e del nuovo presidente avverà dopo, a metà mese, da parte dei singoli presidenti di collegio. Ma la posizione di Silvestro sulla questione è nota: continuare a lavorare tranquillamente al Senato e all'Ipasvi in attesa della decisone che la Giunta del Senato assumerà. "Quando il PD mi ha chiamata per entrare in Senato - ha sempre detto - sapeva benissimo che ero già presidente nazionale della Federazione degli infermieri e, a suo tempo, la stessa Giunta del Senato non aveva rilevato alcuna incompatibilità alla nomina". "Ora supposte ragioni che non sono né tecniche né legate al tema dell'anticorruzione - spiegava sempre la presidente/senatrice - vista anche la posizione dell’Anac, hanno riaperto la questione. Se la Giunta del Senato dovesse decidere quindi diversamente da quanto già accertato e deciso a suo tempo dando una lettura diversa sul tema, ne prenderò atto e deciderò, altrettanto tranquillamente, di conseguenza”.

05 marzo 2015
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