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Ricerca clinica. Nasce la prima Scuola italiana di ricerca in Medicina generale


Il progetto formativo promosso dalla Fimmg con il contributo di 1,5mln di euro di Merck & Co. tramite Msd Italia consentirà di selezionare tra i medici di famiglia ricercatori specializzati nella sperimentazione e gestione dei farmaci. Saranno 400 i medici formati nei prossimi due anni.

09 MAR - Quattrocento Medici di medicina generale formati nei prossimi due anni alla Ricerca clinica e “addestrati” per costituire il “Gruppo sperimentatori in Ricerca clinica della Fimmg”. La loro mission? Elaborare nuovi modelli clinici e partecipare a progetti di ricerca sui farmaci prima e dopo la loro immissione in commercio.
 
È questo l’obiettivo della prima Scuola di Ricerca in Medicina Generale realizzata in Italia, un progetto promosso dalla Fimmg grazie a un'erogazione liberale di 1,5 milioni di euro da parte di Merck & Co. per tramite della sua controllata Msd Italia.
 
“Vogliamo creare un sistema che nell’ambito di ogni Aggregazione funzionale del territorio – ha spiegato Giacomo Milillo, Segretario generale nazionale della Fimmg – abbia la presenza  di un medico appositamente formato in ricerca. Un valore aggiunto dal momento che questa figura sarà in grado sia di assemblare i grandi numeri che contraddistinguono la Medicina Generale, sia di progettare una ricerca, elaborare e interpretare i risultati ottenuti”.
 
E per rendere ancora più pregnante questa figura l’idea potrebbe essere quella di inserirla nella Convenzione di medicina generale, le cui trattative sono ripartite la scorsa settimana.
 
Ma un ruolo fondamentale è rivestito da Msd, in prima fila per promuovere la ricerca in Italia.
 
“La ricerca è nel Dna della nostra Azienda – ha sotolineato Pierluigi Antonelli, Presidente e Amministratore Delegato di Msd Italia – e il supporto a Fimmg per la creazione della Scuola di Ricerca in Medicina generale è una tappa ulteriore tappa di un percorso pluriennale che abbiamo iniziato per sostenere le istituzioni scientifiche e professionali italiane nel campo della ricerca indipendente e che prevede un solido piano di investimenti nel Paese. E formare medici per integrarli nel processo di sviluppo può aiutare il sistema Paese”.
 
Ma chi può accedere alla Scuola di ricerca? Possono partecipare i Mmg in convenzione da più di 5 anni e con un numero di assistiti superiore a 800. La partecipazione a titolo volontario, prevede la disponibilità alla frequenza di tutte le iniziative didattico-formative e al successivo inserimento nel “Gruppo Sperimentatori Ricerca Clinica Fimmg”.
I medici dovranno partecipare obbligatoriamente alla Fad già disponibile online dal mese di  gennaio. E la Fad sarà propedeutica alla successiva partecipazione a un corso residenziale di  oltre 18 ore organizzato in 3 giorni con sede a Frascati (Roma).
 
Fulcro delle attività di formazione della Scuola sarà la sorveglianza dell’efficacia e della sicurezza dei farmaci sulla base dei dati ottenuti dall’esperienza reale con i pazienti.
 
L’attuale approccio all’uso del farmaco risente fortemente della mancanza di informazioni strutturate e di dati che provengano dalla Medicina generale. Il paziente che viene seguito dai medici del territorio presenta infatti caratteristiche cliniche e di trattamento molto diverse da quelle dei pazienti selezionati negli studi clinici, come ad esempio la presenza frequente di comorbidità e terapie concomitanti.  Soprattutto il divario tra le evidenze dei trial e l’esperienza reale può limitare l’appropriatezza nell’uso dei farmaci con ricadute negative anche sui costi. 
 
E la figura del Mmg si predispone a comprendere la reale efficacia dei farmaci e la percezione che ne hanno i pazienti: “Portare avanti studi pre-registrativi nelle condizioni più vicine possibili alla società reale attraverso una Scuola di Ricerca clinica è lo strumento che meglio rappresenta la nuova frontiera per ottenere la massima quantità di salute dal bene farmaco – sottolinea Walter Marrocco, Responsabile scientifico Fimmg – la logica dei “large and simple trial” sempre più utilizzata per la verifica dell’efficacia reale e non solo sperimentale dei farmaci, e in questo l’Italia può giocare un ruolo unico in Europa, proprio perché ha un’organizzazione di assistenza territoriale basata sulla Medicina Generale che non ha eguali”.
 
Un plauso all’iniziativa è arrivato dall’Aifa:  “Accogliamo con interesse il progetto della Fimmg di creare un network di Ricercatori in medicina generale – ha affermato Sergio Pecorelli, Presidente Aifa – è importante avere sperimentatori a diretto contatto con i pazienti. Abbiamo bisogno di medici formati sulla ricerca. Soprattutto portare avanti studi pre e post marketing è fondamentale. La ricerca non termina il momento in cui il farmaco è stato messo in commercio: è fondamentale capire quella che è l’aderenza al farmaco e dare attenzione alla farmacovigilanza.  Grazie a questa scuola di ricerca avremo quindi delle sentinelle che vigilano sulla effectiveness del farmaco. Un’iniziativa come questa è quindi più che meritoria e dimostra che ogni qual volta il pubblico fa in patto trasparente con il privato e in questo caso con l’industria, fa del bene”.
 
“Una iniziativa inaspettata – ha detto Raffaele Calabrò, Capogruppo Ncd presso la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati – una rivoluzione dell’atteggiamento tra i pazienti, il medico, e il mondo della farmaceutica, che penso potrà portare molti vantaggi.. Questa scuola di formazione cammina infatti  nella direzione del cambiamento che vede il territorio, e quindi il medico di medicina generale, punto nodale della riforma del sistema. Soprattutto questa scuola porterà un grande contributo non solo alla ricerca ma anche alla capacità clinica dei medici.  Penso inoltre che l’unica strada per investire nella ricerca sia quella della joint venture tra pubblico e il privato, e questo progetto lo dimostra”.
 
 
 

09 marzo 2015
© Riproduzione riservata

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