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Medicina convenzionata. Riunione interlocutoria Sisac-Sindacati. Fimmg minaccia sciopero. Governo e Regioni tentano mediazione


Fumata nera per la ripresa delle trattative per il rinnovo dell’Acn. La Fimmg attacca: “Siamo nello stallo più assoluto” e minaccia di annunciare lo sciopero domani. Permangono criticità sul nodo del finanziamento dei fattori produttivi. E in ogni caso le trattative non potranno partire formalmente prima che il Governo approvi il nuovo Atto d’indirizzo (via libera previsto entro il 13 maggio). Regioni e Ministero al lavoro per scongiurare la protesta. 

23 APR - È stato un incontro interlocutorio quello che si è svolto oggi tra la Sisac e le organizzazioni sindacali della medicina convenzionata (medici di famiglia, pediatri e specialisti ambulatoriali). Il nodo rimane sempre quello della medicina generale con uno sciopero che potrebbe essere annunciato ufficialmente nelle prossime ore dai medici di famiglia della Fimmg. In ballo sempre gli aspetti economici relativi al finanziamento delle nuove forme organizzative e, soprattutto, l’interpretazione del nuovo Atto d’Indirizzo e la validità dell’intesa politica sindacati, Regioni, Ministero dello scorso 4 marzo. Tutte questioni che la riunione di oggi non sembra aver risolto. Anzi. Per queste ragioni la Fimmg ha annunciato che “lo sciopero sospeso verrà immediatamente ripreso, dichiarando già da domani un primo giorno di sciopero per il 19 Maggio”.  Al momento, quindi un nulla di fatto, anche perché da quanto emerge dalla riunione, la Sisac, fino alla definitiva approvazione dell’Atto d’Indirizzo da parte del Governo, che dovrebbe avvenire entro il 13 maggio, non può formalmente aprire i veri e propri tavoli di trattativa.
Per rimuovere questo nuovo stallo e scongiurare lo sciopero in queste ore si sta procedendo ad un’ulteriore confronto tecnico politico tra Regioni, Ministero e Sisac che solo domani, a questo punto, si saprà se avrà dato i suoi frutti. Anche se, a meno di colpi di scena dell'ultimo momento, i margini sembrano stretti.
 
Per quanto riguarda la specialistica ambulatoriale i sindacati hanno chiesto invece l’apertura di un tavolo parallelo di trattativa.
 
Fimmg: “Sisac riporta indietro orologio del confronto”. “La SISAC nega la validità dell’accordo siglato il 4 marzo dalle OOSS con il Presidente del Comitato di Settore, considerandolo espressione di valutazioni personali del medesimo - afferma la Fimmg in una nota - . Espressamente interrogata sul significato e contenuto di alcune raccomandazioni che la Conferenza dei Presidenti avrebbe affiancato alla nuova formulazione dell’atto di indirizzo, la SISAC ha tenuto a precisare che la Conferenza stessa non le aveva approvate per cui, anche queste, rimanevano una semplice espressione di desideri della Regione proponente: la Campania”.

“Non è neppure il caso di sottolineare che Sisac - prosegue il comunicato - da organo tecnico delle Regione diventa una illegittima sede di valutazioni e scelte politiche, che trascendono da qualsiasi potere d’indirizzo e di verifica di organi politici e di settore delle Regioni. Meglio sarebbe riportare le trattative dei professionisti convenzionati nell’ARAN, dove una consolidata esperienza e tradizione negoziale potrebbe garantire un comportamento più corretto nei confronti delle OOSS e della categoria. A noi, comunque, non è dato sapere se la SISAC si sia ‘messa in proprio’ o, come lei stessa afferma, risponda ad un preciso mandato della Conferenza per volontà della maggior parte delle Regioni, salvo rare eccezioni. L’interlocutore politico rimane la stessa Conferenza e a questa chiediamo di sapere, una volta per tutte, se avalla il comportamento e le posizioni di Sisac, senza infingimenti od opacità, che autorizzerebbero a credere che in questi mesi abbiamo assistito solo ad un nauseante palleggiamento di responsabilità sulla testa dei cittadini”.

“Del resto assistiamo - rimarca Fimmg - in questi giorni, nel patetico tentativo di nascondere la decennale, ma ancora attuale, incapacità delle Regioni di gestire la sanità italiana, prima proporre la responsabilità patrimoniale dei medici, poi dimostrata l’assurdità della proposta e secondo indiscrezioni comparse sulla stampa specializzata definire i medici di medicina generale inappropriati e iperprescrittori. Abbiamo già in passato dichiarato alla politica l’impossibilità di procedere oltre nelle trattative con un interlocutore come la SISAC, ora la stessa riporta indietro l’orologio del confronto, a questo punto chi può pensare che questo sia interpretabile diversamente dalla espressione di una volontà di essere sordi ad ogni logica e disponibilità negoziale”. 
 
“Il mese di Maggio - conclude la nota - vedrà un numero di iniziative di contrasto sindacale senza precedenti e di informazione dei nostri pazienti da parte dei medici Fimmg e lo sciopero sospeso verrà immediatamente ripreso, dichiarando già da domani un primo giorno di sciopero per il 19 Maggio. La Conferenza delle regioni o il suo autoreferenziale succedaneo, la Sisac, si assumano la responsabilità di spiegare ai cittadini le ragioni di tale comportamento dilatorio e delle sue conseguenze rispetto alla necessità di sviluppo delle cure territoriali secondo le esigenze del paese e non secondo i desiderata ideologici di un enclave funzionariale. Noi lo faremo!”.
 
Smi: “Tavolo ancora una volta interlocutorio”. “Il tavolo -  ha affermato Enzo Scafuro, responsabile nazionale Smi  - è stato ancora una volta interlocutorio,  non essendo stato approvato dal Governo il nuovo Atto di indirizzo per la medicina convenzionata. Il consiglio dei ministri è previsto per il 13 maggio prossimo”. “Con la Sisac - spiega Scafuro – condividiamo il senso di disagio e la richiesta di chiarezza rispetto all’accordo politico tra il Comitato di settore della Conferenza delle Regioni e i sindacati del 4-marzo scorso, che è stato, oltretutto, solo parzialmente recepito dalla nuova versione dell’atto di indirizzo”.
 
“Sembra, purtroppo - aggiunge - un gioco delle parti: prendiamo atto che ancora una volta il Governo centrale è messo alle corde dalle regioni; così è in pericolo la costruzione stessa di una cornice nazionale entro cui si dovrebbe operare per la definizione di un nuovo ACN, prevale, invece, la volontà delle regioni stesse di affermare una piena e totale autonomia sulla definizione, costruzione e organizzazione della Medicina Generale”.
 
“Lo SMI - ha sottolineato Scafuro - ha ribadito che per avviare una trattativa occorre innanzitutto che la Sisac individui su quali passaggi del nuovo Atto di indirizzo sia autorizzata a trattare per dar luogo ad una effettiva negoziazione;  che il finanziamento dei fattori produttivi non crei medici e pazienti di serie B; che nessun rapporto di ordine gerarchico creato con la presenza di referenti /coordinatori venga definito nelle AFT e nelle UCCP, pena la creazione di un rapporto giuridico di lavoro assimilabile alla dipendenza. Quindi, è stato chiesto alla SISAC di inviare l’articolato con giusto anticipo per poterlo esaminare adeguatamente. I temi riguardanti la Continuità assistenziale, la medicina dei Servizi e l’Emergenza Settoriale non sono stati esaminati su indicazione del presidente della SISAC, visto il carattere non negoziale della seduta odierna”.
 
“Infine - conclude Scafuro - una valutazione di merito: continua, purtroppo, a mancare il senso di responsabilità e la volontà politica, saremmo lieti che questo brutto anatroccolo si trasformasse in un magnifico cigno, ma le prospettive non sono delle più rosee”.
 
In netta contrapposizione lo Snami che non aveva firmato l’intesa del 4 marzo e a gran voce chiede il cambiamento della Legge Balduzzi.
“Oggi è stata la dimostrazione che il nuovo atto di indirizzo è inutile  ed inaccettabile - ha affermato Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami  -, per quello siamo stati gli unici a non aver firmato il documento politico propedeutico ad esso, mentre tutti gli altri, compreso lo SMI con “firma critica”, lo avevano siglato”.
 
“Anziché scioperare - ha proseguito - per avere questa convenzione, come propone qualcuno, dobbiamo scioperare o meglio porre in essere azioni più concrete, per mantenere l’attuale accordo collettivo nazionale a dispetto di un prossimo contratto in cui le regioni potrebbero fare di Noi quello che vogliono nel praticare lo sport nazionale di tagli e sconvolgimenti ad iporisorse con conseguente forte riduzione della qualità dei servizi. Perché non lavorare con gli altri sindacati per rimodulare radicalmente la Balduzzi? Viceversa, inesorabilmente, grupponi e aggregazioni obbligatorie  seppelliranno il rapporto duale medico-paziente che è il cardine di una concreta medicina di famiglia che attualmente funziona benissimo”. 

23 aprile 2015
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