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Terapia del dolore. Carpino: “Gestione centri sia affidata ad anestesista rianimatore”


È questo l’appello lanciato dal presidente dell’Aaroi-Emac (Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani emergenza area critica) durante il convegno “Malattia Dolore: Cura, Modello e Rete Territoriale”, tenutosi ieri e patrocinato dalla stessa associazione. Carpino ha inoltre denunciato come la legge 38/2010 non abbia riconosciuto loro questo ruolo “ignorando come in ambulatori e strutture semplici o complesse, queste terapie siano gestite da anestesisti rianimatori nel 70-80% dei casi”.

28 MAR - “L'unico specialista attualmente in grado di gestire la terapia del dolore nel suo complesso è l'anestesista rianimatore, alla sua professionalità andavano quindi affidate per legge le strutture semplici e complesse di terapia del dolore”. È questa la convinzione di Vincenzo Carpino, presidente dell’Aaroi-Emac. Nel corso di un convegno dal titolo “Malattia Dolore: Cura, Modello e Rete Territoriale”, tenutosi ieri e patrocinato dalla stessa associazione, Carpino ha tenuto a sottolineare “l’inconfutabile ruolo” svolto dagli anestesisti rianimatori nella nascita e nello sviluppo della terapia del dolore e delle cure palliative. Ed è proprio la natura multidisciplinare della formazione anestesiologica e la caratteristica della disciplina di trattare il paziente nel suo complesso – secondo i diretti interessati – a rendere questa figura professionale la più adatta nella presa a carico di certe problematiche.

“Eppure – ha affermato Carpino - la Legge 38 non ha riconosciuto questo ruolo fondamentale, praticamente ignorando che gli ambulatori e le strutture semplici e complesse di terapia del dolore sono già capillarmente diffuse grazie agli anestesisti rianimatori che le gestiscono nel 70 – 80% dei casi”.
Modelli di riferimento territoriale sono già presenti da diversi anni. Ad esempio, il modello di unità operative semplici di terapia del dolore e cure palliative, annesse ad ogni sevizio di anestesia e rianimazione, associate ad una unità operativa complessa per provincia è operativo da oltre venti anni in Veneto.
“E' necessario distinguere – ha spiegato il presidente Aaroi-Emac - fra ‘dolore sintomo’ di malattia, il cui trattamento compete a chi tratta la patologia, e ‘dolore malattia’ che entra in un ambito di complessità tale per cui le parti vanno invertite: l'anestesista deve essere lo specialista di riferimento, gli altri specialisti saranno i consulenti”.
Proprio per questo motivo, in prospettiva, “ ci auguriamo – ha concluso Carpino - che il Ministero della Salute e le Regioni, vogliano tener conto di questo patrimonio di professionalità e decidano di confermare o di affidare a questi specialisti la Direzione dei Centri di Terapia del dolore”.




 

28 marzo 2011
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