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Linee guida radiologia. Venturi (Emilia Romagna): “Non hanno valore clinico, chiederemo deroga applicazione”


L’assessore lo ha annunciato in Consiglio Regionale. Per Venturi si tratta di un documento di "esclusiva valenza organizzativa” che “oltre a prefigurare una situazione di estrema rigidità organizzativa, relegano il proscrittore e il tecnico sanitario di radiologia medica, ad un ruolo secondario e non conforme alle competenze che tali professioni hanno acquisito”.

11 DIC - “Sarà cura di questo assessorato, viste le importanti criticità contenute all’interno delle linee guida per le pratiche radiologiche clinicamente sperimentate (approvate dal ministero della Salute), sottoporre alla Commissione salute nazionale, che si riunirà il 16 dicembre, e alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, una iniziativa mirata alla richiesta di una deroga dell’applicazione di tali indicazioni e avviare un celere percorso per la modifica delle linee di indirizzo”. Lo ha annunciato ieri in Consiglio regionale dell’Emilia Romagna l’assessore alle Politiche per salute, Sergio Venturi, rispondendo in Aula a una interrogazione dei consiglieri del Pd Marcella Zappaterra, Stefano Caliandro, Giuseppe Paruolo e Paolo Calvano.

Nell'atto ispettivo, gli esponenti Pd avevano appunto richiesto, attraverso la Conferenza Stato-Regioni, una deroga alle linee guida e una revisione delle suddette linee che coinvolga le Regioni e rispetti le competenze costituzionalmente ripartite. Secondo i consiglieri, “le recenti linee guida pongono un forte limite allo sviluppo della teleradiologia, prevedendo la presenza in loco dell’intera equipe per ogni esame di radiologia convenzionale". “Anche volendo tacere sull’aggravio di costi- viene sottolineano nell’interrogazione- nell’attuale normativa i tecnici radiologici possono svolgere, in assenza del medico radiologo e con la sola prescrizione medica di base, l’attività radiologica che non comporta rischi rispetto alle metodiche”.

“Le linee guida - sostiene nella risposta Venturi - non sono state elaborate secondo la metodologia internazionalmente validata e non hanno contenuto clinico, trattandosi di documento ad esclusiva valenza organizzativa, e per questo sollevano un conflitto di attribuzioni, trattandosi di una dimensione di esclusiva competenza delle Regioni e delle Province autonome. Tali indicazioni - prosegue l’assessore - oltre a prefigurare una situazione di estrema rigidità organizzativa, relegano sia il prescrittore, che avrà naturalmente già valutato i rischi e i benefici derivanti dall’esecuzione dell’esame, che il tecnico sanitario di radiologia medica, ad un ruolo secondario e non conforme alle competenze che tali professioni hanno acquisito. La conseguenza sarebbe che i Tsrm non potrebbero effettuare esami senza la presenza fisica del medico radiologico”.

La consigliera Marcella Zappaterra ha quindi chiesto all’assessore una informativa sull’esito della Commissione salute nazionale del 16 dicembre.

11 dicembre 2015
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