Competenze e culture digitali. Il 13 aprile il convegno a Roma del Csi Piemonte
Il titolo del convegno declina al plurale sia competenze sia culture: la frammentazione è un tratto costitutivo del mondo digitale. Se da una parte la frammentazione è un fatto ineliminabile, dall’altra rischia di collidere con la necessariacostruzione di un ecosistema basato sulle infrastrutture complesse, sull'interoperabilità dei sottosistemi e strategie territoriali a largo raggio. Di questi si parlerà domani presso la biblioteca Giovanni Spadolini del Senato.
12 APR - Le competenze come insiemi di nozioni, pratiche, saperi che permettono di procedere concretamente in una dimensione operativa, quindi a corto raggio d’azione, con una temporalità di breve durata, in una prospettiva fondamentalmente tattica; e le culture come capacità articolate e flessibili di collocare le proprie competenze in una prospettiva globale, quindi con una visione a largo raggio e di lunga durata, per sviluppare scelte strategiche in funzione della complessità della società contemporanea. Di tutto questo si parlerà domani a Roma al convegno “
Competenze e culture digitali a confronto”, organizzato dal
Consorzio per il sistema informativo (Csi) del Piemonte.
Lo stesso accade sul piano delle culture: la teoria educativa ha sempre distinto fra apprendimento formale (nelle istituzioni deputate) e apprendimento informale (nella vita quotidiana, nei rapporti sociali, nelle esperienze personali, ecc.): oggi tuttavia sono proprio le teorie che descrivono l’avvento del digitale (USG, remix culture, informazionalismo, partecipazione social, gamification, ecc.) a dare forte rilievo alla dimensione informale, o di “alfabetizzazione selvaggia”, suscitando un rinnovato interesse per modelli formativi alternativi a quelli istituzionalizzati, quali ad esempio il metodo Montessori, l’esperienza di don Milani, o più recentemente – e su un altro piano – la Scuola 42 di Parigi, o la frammentazione formativa implicita nel modello dei MOOC, o di TEDxAcademy.
Per questo motivo il titolo del convegno declina al plurale sia competenze sia culture: la frammentazione è un tratto costitutivo del mondo digitale, forse perché nato dal modello aggregativo e a-centrato della Rete, ma anche più semplicemente perché il mondo digitale non è più una nicchia unitaria i cui abitanti si intendono perfettamente, ma un universo onnicomprensivo in cui i diversi soggetti che vi operano (grandi aziende, piccole e medie imprese, istituzioni, PA, atenei, scuole, mondo politico, cittadini, associazioni, ecc.) tendono a definire - come è naturale – “il digitale” secondo le proprie finalità e i propri scopi.
Ed è qui lo snodo problematico su cui il convegno vuole porre l’accento: se da una parte la frammentazione è un fatto ineliminabile, da considerare positivamente in quanto portatore di linfa innovativa, dall’altra rischia di collidere con quella che oggi è l’esigenza primaria necessaria per rispondere alle sfide di questa fase di transizione, e cioè la costruzione di un ecosistema basato sulle infrastrutture complesse, sull'interoperabilità dei sottosistemi, sulle strategie territoriali a largo raggio. Il che implica – a cascata – la mappatura standardizzata delle competenze, anche uscendo dalla gabbia dei titoli di studio; la volontà di affrontare criticamente alcune mitologie (i nativi digitali, l’esperienza delle start up); la consapevolezza che il digitale non è solo tecnologia di frontend, ma anche complessità sottostante; la distinzione tra informatica e digitale, inteso proprio come ecosistema sociale; e infine, più sullo sfondo, il cambio di stili di vita e di mentalità.
In questa prospettiva il Csi Piemonte, per le sue caratteristiche strutturali, si è trovato sempre ad operare in una logica di integrazione (fra PA e Atenei, fra Sanità ed Enti culturali, fra complesse realtà metropolitane e piccoli comuni montani, ecc.), sviluppando esperienza proprio sulle problematiche di rapporto fra microrealtà diversificate, da una parte, ed esigenze strutturali di interoperabilità, di ottimizzazione delle procedure, di riuso e ingegnerizzazione del software, di visione di sistema e di scenari di sviluppo a medio-lungo termine.
12 aprile 2016
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