“I medici stressati curano male”. Cisl Medici Napoli lancia un calendario e un patto con i cittadini per sensibilizzare sulle condizioni di lavoro
di Ettore Mautone
“Sano il medico, sicuro il paziente” è il titolo dell’iniziativa promossa da Roberto D’Angelo, responsabile della Cisl medici di Napoli, per accendere i riflettori sul tema della sicurezza in corsia e sullo stress lavoro correlato e sui riverberi che hanno il contesto ambientale e strutturale sul rendimento del lavoro dei medici. Il calendario con le vignette di Franco Del Vaglio
15 DIC - Accendere i riflettori e far conoscere ai cittadini il disagio dei medici e dei camici bianchi rispetto alle carenze di sicurezza, di organico, strutturali e organizzative delle strutture sanitarie. Ossia il disagio di chi dovrebbe pensare (quasi) solo a curarli, ma è costretto invece ad operare in condizioni di insicurezza e stress, legate anche all’incertezza lavorativa se si parla di precari. Di chi è sottoposto perfino a pressioni psicologiche e addirittura violenza in settori come quello ospedaliero e delle emergenze (118, pronto soccorso, ambulatori etc.). Questi i temi affrontati nell’iniziativa promossa dalla Cisl medici di Napoli a Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli, dal titolo emblematico “Sano il medico,sicuro il paziente”. Manifestazione, che ha ricevuto il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche sociali del Comune di Napoli.
Nell’occasione è stato presentato il calendario
“Ssn 2017: Senza Sanità Noi Medici e Pazienti”, che con le vignette di
Franco Del Vaglio, noto grafico partenopeo, intende sostenere, con l’aiuto di un sorriso, la necessità di un “Patto” per la difesa della Sanità cittadina.
“Il tutto non per piangersi addosso - afferma
Roberto D’Angelo, responsabile Cisl Medici di Napoli - perché se anche i medici piangono, non amano certo farlo in pubblico: il fatto nuovo è che anche gli utenti del Servizio sanitario italiano se ne rendono conto e realizzano di trovarsi non su fronti contrapposti, ma dalla stessa parte della barricata, costruendo con i loro, con i medici, una vera e propria alleanza, un patto che li renda nuovamente protagonisti del sistema oltre che della cura”.
Un sodalizio, quello siglato tra camici bianchi e pazienti che in distillati didascalici è confluito nel calendario
“Ssn 2017: senza salute né medici né pazienti”, con le vignette di
Franco Del Vaglio per colorare con un sorriso una situazione seria.
“Gli utenti della sanità non immaginano neanche - afferma
Giovanni Nolfe, responsabile del Centro regionale di riferimento per lo stress lavorativo dell’Asl Napoli 1 centro – che i medici possano andare incontro non tanto e non solo ad un banale cattivo umore o ad una generica depressione, ma a veri e propri disturbi psichiatrici seri, tali da generare anche un danno somatico, come malattie cardio-vascolari o disturbi endocrinologici e metabolici. Che l’organismo soffra lo dimostra un nostro studio che è in via di pubblicazione. Modificazioni dello stato di salute documentabili alla risonanza magnetica di quelle aree cerebrali denominate ippocampi. Ma sono ormai svariate decine gli studi che in tutto il mondo documentano un nesso tra il lavorare in sanità e numerose patologie, per non parlare del rischio di morte e di tendenze suicidiarie”.
Imprevedibilità degli eventi, turni di notte o comunque troppo pesanti, la pressione del fattore tempo (soprattutto nelle unità di emergenza) e del lavoro con pazienti gravi, talvolta il comportamento aggressivo dei pazienti e familiari, sono tutti fattori che incidono seriamente sulla salute dei medici e degli operatori sanitari tutti, a cui si aggiunge anche il rischio derivante dalla inadeguatezza di talune strutture di fronte agli obblighi sulla sicurezza dei luoghi pubblici.
“Non è necessario arrivare a parlare di strutture non a norma, per rilevare che in strutture sanitarie, scuole, cinema ed altri ambiti abbondano porte chiuse con catene alla fine di vie di fuga, plafoniere e fili elettrici scoperti e quant’altro – aggiunge
Giuseppe Belardo, ingegnere responsabile del Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro sempre dell’Asl Napoli 1, che ha invitato cittadini utenti ed operatori della sanità a non trascurare il proprio dovere civico di segnalare i rischi connessi a situazioni passibili di censura e provvedimenti a norma di legge, prima che queste stesse si traducano in danni gravi alle cose ed alle persone”.
Perché, come ha detto l’assessore al Welfare del Comune di Napoli
Roberta Gaeta, “dobbiamo e vogliamo partire dalle cose pratiche che nel quotidiano incidono sulla vita dei cittadini medici e pazienti: da parte di chi decide è forse necessaria un po’ di umiltà in più, le istituzioni di governo e di opposizione possono e debbono essere sollecitate a non indulgere in battaglie né ideologiche né tanto meno di facciata, ma piuttosto ad affrontare i bisogni reali, ai quali noi come sindacato siamo impegnati a proporre possibili soluzioni”.
“Il riscatto della sanità campana – conclude D’Angelo - non passa solo attraverso la celebrazione delle sue eccellenze o le inaugurazioni di nuovi reparti e strutture, come avvenuto ieri con l’ospedale del mare - ma anche attraverso la tutela quotidiana del diritto alla salute dei medici come dei pazienti e la realizzazione di condizioni lavorative accettabili per gli operatori tutti del Sistema sanitario regionale, quegli operatori che con il loro impegno hanno impedito che tutto crollasse quando la parola d’ordine era diventata solamente tagliare, tagliare, tagliare. E invece finchè la salute sarà considerata un diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività, come recita l’articolo 32 della Costituzione Italiana, il medico ed il paziente si troveranno oggi più che mai dalla stessa parte della barricata, con la politica e l’economia che attaccano la libertà dell’uno e dell’altro a colpi di tagli e limitazioni”.
Ettore Mautone
15 dicembre 2016
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