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“I Punti nascita devono rispettare gli standard nazionali”. L’appello dei ginecologi Sigo, Aogoi e Agui: “Nascere bene, nascere sicuri”


Le società scientifiche professionali scendono nuovamente in campo in tema di riordino dei punti nascita. “È indispensabile che il Punto Nascita affronti un numero sufficiente di parti per acquisire esperienza ed abitudine a gestire al meglio situazioni di urgenza e di emergenza”.

19 DIC - “Nascere bene, nascere sicuri”. Questo il motto con cui la Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), l’Associazione dei Ginecologi Italiani: ospedalieri, del territorio e liberi professionisti (Aogoi) e l’Associazione Ginecologi Universitari Italiani (Agui) hanno scelto per rilanciare il tema, sempre di attualità, del riordino dei punti nascita (sono ancora più di 100 quelli che fanno meno di 500 parti l’anno, la soglia minima).
“In accordo con le recenti linee guida emanate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – rimarcano i ginecologi in una nota - che comprendono nei criteri per una esperienza positiva della gravidanza anche “maintaining a healthy pregnancy for mother and baby including preventing or treating risks, illness or death” e per una Sanità a dimensione europea che pone come obiettivo prioritario la salute della mamma e del bambino e la tranquillità degli operatori della sanità”, SIGO/AOGOI/AGUI sottolineano la “necessità di riorganizzare la rete dei Punti Nascita nel nostro Paese con le finalità di migliorare la sicurezza per le donne ed i neonati al momento della nascita, la qualità del lavoro dei professionisti medici ed ostetriche e di tutto il personale coinvolto nell’evento nascita”.
 
Per i professionisti è “essenziale poter lavorare in Punti Nascita adeguati strutturalmente (così come riportato nei 10 punti del Decreto Fazio el 2010), dotati di personale adeguato e di servizi diagnostici tempestivi, in strutture atte ad accogliere non solo il parto fisiologico ma anche idonee ad affrontare i rischi emergenti, non sempre prevedibili, dell’ostetricia dei nostri giorni determinati spesso da età materna avanzata, sovrappeso materno, gemellarità, gravidanze da riproduzione assistita, percentuale sempre maggiore di situazioni socialmente disagiate quali le donne di recente immigrazione”.
 
“La gravidanza, il travaglio, il parto, la nascita – evidenziano i ginecologi - sono momenti normali nella vita di una donna. Ma questa “normalità” può essere interrotta da eventi, talora inattesi che, se non affrontati al meglio in strutture idonee ed in tempi rapidissimi, possono avere conseguenze catastrofiche per le donne ed i neonati. Alcune volte, questi eventi possono essere previsti ed è possibile indirizzare la donna, già durante la gravidanza, presso Centri con appropriata esperienza ed adeguata organizzazione in modo da ridurre il più possibile il rischio di esiti sfavorevoli. Altre volte, invece, questi eventi non sono prevedibili e si presentano in modo del tutto improvviso. In questi casi è necessario avere la presenza attiva, e non solo in reperibilità esterna, di una équipe professionalmente preparata di ginecologi, anestesisti, neonatologi e di strutture adeguate per quanto riguarda sia l’organizzazione sia la dotazione di risorse strumentali”.
 
Ma per i dottori “non bastano gli investimenti in attrezzature, non basta un numero adeguato di personale medico ed ostetrico, questi sono requisiti di base, è indispensabile che il Punto Nascita affronti un numero sufficiente di parti per acquisire esperienza ed abitudine a gestire al meglio situazioni di urgenza e di emergenza. Il riordino della rete dei Punti Nascita, pertanto, è l’obiettivo sul quale oggi le Società Scientifiche di settore sono impegnate per garantire a tutte le donne ed a tutti i professionisti coinvolti nell’evento nascita qualità di assistenza e tranquillità di operatività”.

19 dicembre 2016
© Riproduzione riservata

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