Cataratta. Aimo: “Necessario protocollo condiviso tra oculisti e anestesisti per razionalizzare percorso chirurgico per pazienti”
"Il percorso, a nostro parere, può essere 'personalizzato', fermi restando per tutti i pazienti la preparazione dell’ accesso venoso, il monitoraggio intraoperatorio dei parametri vitali e la presenza dell’anestesista nel blocco operatorio o comunque la certezza che l’anestesista possa intervenire in tempi adeguati in caso di necessità". Così l'Aimo interviene sul tema chiamando alla collaborazione le società degli oclusti e quelle degli anestesisti.
29 MAG - L’intervento di cataratta non rappresenta un intervento a bassa complessità ma consiste in un intervento di microchirurgia oculare che può presentare in alcuni casi notevoli difficoltà ( pazienti diabetici, pazienti in terapia con farmaci per ipertrofia prostatica, pazienti con condizioni anatomiche particolari ecc). Dal 2006 ad oggi si sono succedute notevoli evoluzioni nella tecnica chirurgica di facoemulsificazione che ad oggi viene eseguita, nella gran parte dei casi, in anestesia topica e che, da qualche tempo, può avvalersi dell’utilizzo del laser a femtosecondi per l’esecuzione di alcune fasi chirurgiche. Proprio perchè eseguito prevalentemente in anestesia topica, l'intervento è stato inserito tra gli interventi eseguibili in regime ambulatoriale , pur necessitando di strumentazioni sofisticate e costose".
Così l’Associazione Italiana Medici Oculisti (Aimo) interviene sul tema degli interventi alla cataratta rispondendo ai recenti comunicati stampa diffusi da parte di Soi (Società Oftalmologica Italiana) e da parte di Aaroi-Emac, Siaarti e Siared in rappresentanza degli anestesisti.
Premesso tutto questo, spiega Aimo, "riteniamo che sia necessario un protocollo condiviso tra le Società che rappresentano gli oculisti e le Società che rappresentano gli anestesisti per razionalizzare il percorso che il paziente deve effettuare dal momento della presa in carico da parte delle strutture e dei professionisti fino all’intervento chirurgico".
"Il percorso, a nostro parere, può essere 'personalizzato', fermi restando per tutti i pazienti la preparazione dell’ accesso venoso, il monitoraggio intraoperatorio dei parametri vitali e la presenza dell’anestesista nel blocco operatorio o comunque la certezza che l’anestesista possa intervenire in tempi adeguati in caso di necessità. Siamo sicuri che l’interesse principale dei medici oculisti e dei medici anestesisti è il bene del paziente e proprio per tutelarlo è necessaria la più ampia collaborazione nel definire il percorso che possa salvaguardare al meglio la sicurezza di pazienti e operatori. Ci piacerebbe sapere cosa ne pensano gli anestesisti di Aaroi-Emac, Siaarti e Siared", conclude l'Associazione degli oculisti.
29 maggio 2017
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