Medicina fiscale. Smi: “Servono modifiche. No al precariato, sì a stabilità e qualità”
La bozza di Atto di indirizzo per la convenzione tra Inps e i medici di medicina fiscale è da modificare. La proposta inviata dai ministeri competenti non piace allo Smi, il Sindacato Medici Italiani, che fa un elenco di tutte le criticità da modificare. Si va dall’orario di lavoro, alla possibilità di pagamento a prestazione, fino ai rimborsi. Ecco tutte le proposte di modifica avanzate dal sindacato.
17 LUG - “L'impostazione è sbagliata, servono forti modifiche. Necessario fare una rivoluzione copernicana: basta precarietà, si punti sulla stabilità e la qualità”. È questa l’opinione espressa da Piera Mattioli, responsabile del settore medici fiscali Inps dello Smi, il Sindacato Medici Italiani, sulla bozza di Atto di indirizzo inviata dai ministeri competenti.
Le principali criticità della bozza evidenziate dallo Smi
Innanzitutto, ha sottolineato il sindacato “non è possibile inserire nei destinatari della convenzione i medici non contemplati nella richiamata legge, ovvero la 75 del 25 maggio 2017. Poi vi deve essere la certezza dell’orario pieno ‘38 ore’ e non un tetto massimo di 36 ore. Ancora – ha aggiunto lo Smi - no al pagamento a prestazione a fronte di un rapporto convenzionale orario”.
Il sindacato è anche contrario “alla decurtazione dei rimborsi ovvero addebitare i costi sostenuti per lo svolgimento del lavoro inps ai medici di controllo” e si oppone “al tacito rinnovo di una convenzione”. Infine, lo Smi fa una osservazione di metodo invitando la controparte pubblica a definire la reale rappresentatività dei sindacati della medicina fiscale.
“Siamo da subito pronti a dare il nostro fattivo contributo per migliorare radicalmente il testo – ha concluso Mattioli - e a inviare eventuali osservazioni e proposte, così come richiesto dai ministeri entro il 19 luglio e prima dell’incontro del 21”.
17 luglio 2017
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