Scuole di specializzazione: le più carenti in area chirurgica, le migliori nell'area dei servizi. Indagine dell'Associazione italiana giovani medici
La qualità delle scuole di specializzazione medica è stata monitorata da un'indagine promossa dalla Sigm e basata sulle opinioni espresse da 2.686 medici specializzandi di tre aree: medica, chirurgica e dei servizi. Maglia nera alle scuole chirurgiche: più del 50% dei medici ritiene che non siano in grado di garantire il raggiungimento degli obiettivi formativi. La situazione migliore nell'area dei servizi. L'INDAGINE
28 AGO - Quanto valgono le scuole di specializzazione medica in Italia? L’Italia è a macchia di leopardo per quanto riguarda la qualità della formazione medica ma presenta anche un modello ben riconoscibile con le scuole di area chirurgica più bisognose d’interventi strutturali per rispondere adeguatamente alle aspettative degli specializzandi che le frequentano.
Ad esempio, il 48,7 % dei giovani medici non è nelle condizioni di rispettare la norma sul monte ore e sulla durata massima dei turni di attività assistenziale; se si scende nella divisione per aree mediche i chirurghi sono i più colpiti: ben 2 specializzandi su tre riferiscono di non essere nelle condizioni di rispettare le direttive europee. Ancora più negativo il dato se posto in relazione alla prospettiva di raggiungere gli obiettivi formativi: nonostante le turnazioni e il tempo passato nelle strutture sanitarie c’è poca confidenza nel raggiungimento al termine della scuola delle competenze necessarie a un’attività specialistica.
I dati sono il risultato dell’indagine dell’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM), che ha promosso la nascita del progetto www.valutalatuascuola.net sulla piattaforma https://vamosssm.wordpress.com per diffondere la prima survey online (VAlutazione requisiti Minimi Offerta formativa delle Scuole di Specializzazione di Medicina - V.A.M.O.SSM) con l’obiettivo di indagare la qualità formativa percepita da parte dei medici in formazione specialistica per applicare un metodo standardizzato e replicabile all’analisi sistematica dei punti di forza dell’attuale impianto formativo post laurea in medicina sul territorio nazionale.
La SIGM con l’indagine vuole offrire il proprio contributo al processo in atto presentando i risultati del rapporto, in attesa che il decreto del ministero della Salute accrediti le Scuole di Specializzazione che hanno prodotto un piano di rete sostenibile e di qualità, secondo l’istruttoria completata a fine luglio 2017 dall’Osservatorio Nazionale sulla Formazione Medica Specialistica che ha valutato oltre 1.200 proposte degli Atenei sulla base di un set di indicatori quantitativi messi a disposizione da AgeNaS e Anvur secondo proprie competenze.
Nel 2016, dal 23 febbraio 2016 al 1 settembre, 2.686 i medici specializzandi hanno partecipato al progetto di valutazione delle scuole di specializzazione. La distribuzione geografica del campione appare sufficientemente omogenea per permettere un’analisi del dato che abbia l’obiettivo di fornire una panoramica nazionale, parziale ma sufficientemente rappresentativa della realtà (Sud e Isole 40.7%; Centro Italia 31.9%; Nord Italia 27.4%). Omogenea anche la popolazione di chi ha risposto all’interno delle categorie di area (il 47% dei medici che ha aderito alla survey appartiene all’area medica, il 29.3% all’area dei servizi e il 23.7% all’area chirurgica).
Tra le tre aree sono sempre le scuole chirurgiche quelle che maggiormente non permettono il raggiungimento degli obiettivi formativi (tra i chirurghi più del 50% di chi ha risposto lamenta questa situazione contro il 30% della media nazionale). Nel confronto tra le aree geografiche gli specializzandi delle Regioni del Sud sono i più insoddisfatti delle strutture e dei servizi offerti dagli atenei, mentre per quanto riguarda la turnazione nella rete formativa e il rispetto della durata dei turni secondo le direttive europee, gli specializzandi del Centro Italia sono quelli più penalizzati rispetto alle altre aree geografiche.
Per l’area medica, per quanto riguarda la percezione su risorse/servizi a disposizione della formazione degli specializzandi oltre la metà di chi ha risposto all’indagine ne riconosce la presenza ma non è soddisfatto di quanto a propria disposizione; guardando i dati nelle macro-aree la maglia nera spetta alle Scuole delle università del Sud e Isole seguite da quelle del Centro. Migliore la percezione al Nord dove il 28.6% le ritiene adeguate e soddisfacenti.
Alert per quanto riguarda la possibilità di frequentare lezioni o seminari in maniera soddisfacente: oltre il 60% degli specializzandi di area medica, senza distinzione geografica, risponde di essere impossibilitato a frequentare le attività didattiche e di approfondimento. Positivo il feedback sull’attivazione del tronco comune nelle scuole di area medica: oltre il 60% complessivo dei rispondenti dichiara che nella propria realtà l’attività di tronco comune è presente e organizzata, con nota di merito per il Nord Italia.
Per l’area chirurgica invece bollino rosso per la possibilità di frequentare lezioni o seminari in maniera soddisfacente: le risposte negative (riferite al 77.7% dei medici delle scuole del Nord, 88.4% del Centro e 85.6% del Sud e Isole) peggiorano il dato emerso nelle scuole di area medica e, senza distinzione geografica, disegnano una realtà dove c’è poco spazio per approfondimento didattico e seminariale rispetto all’attività professionalizzante. Molto eterogeneo il quadro che emerge dalle risposte sull’attivazione del tronco comune nelle scuole di area chirurgica: se al nord un collega su due risponde positivamente (risposta positiva per il 52.2% del totale dei rispondenti) al Sud e Isole solo uno su tre può formarsi in un percorso che preveda un tronco comune attivo, mentre al Centro le risposte positive si fermano al 42.3 per cento.
Nell’area dei servizi, al contrario, è positiva l’esperienza di uno specializzando su due rispetto alla possibilità di utilizzare il periodo dei 18 mesi di formazione all’estero: si riduce di conseguenza la diseguaglianza di fondo segnalata nelle precedenti aree (27.1% al Nord, 27.8% al Centro e 25.1% al Sud e Isole) e la percentuale di colleghi che lamenta l’impossibilità di recarsi all’estero fuori rete formativa (il 22% dei colleghi iscritti nelle scuole degli atenei del Nord, il 17.6% del Centro e il 25.7% del Sud e Isole).
E per la maggior parte dei medici iscritti all’area dei servizi il numero degli specializzandi nelle proprie scuole è appropriato rispetto alle attività da svolgere nella pratica quotidiana (rispettivamente, il 61.5% degli specializzandi del Nord, il 63.9% del Centro e il 50.5% del Sud e Isole). Da segnalare il trend in controtendenza rispetto alle altre aree per cui secondo il 28% degli iscritti nelle scuole del Nord e il 38.7% di quelli del Sud e Isole il numero degli specializzandi è eccessivo (percentuale molto più bassa per chi ha risposto all’indagine nelle regioni del Centro dove invece sale al 25.5% la percentuale di chi percepisce come insufficiente il numero di specializzandi in corsia). Migliore, rispetto alle scuole di area medica e chirurgica, il quadro che emerge sulla corretta turnazione di tutto il personale (strutturato e in formazione) a tutela della sicurezza propria e dei pazienti così previsto dalle normative europee (risponde positivamente ben il 74.8% degli iscritti alle scuole di area dei servizi del Nord, il 56.9% del Centro e il 77.1% del Sud e Isole).
Alla domanda conclusiva “Quanto consiglieresti a un aspirante specializzando di frequentare la tua scuola di specializzazione?”, in una scala di valutazione da 1 a 10, i medici dell’area dei servizi (Nord 6.0, Centro 5.7, Sud e Isole 4.9) si sono mostrati maggiormente propensi a consigliare il percorso affrontato rispetto ai medici dell’area medica (Nord 5.4, Centro 5.5, Sud e Isole 4.7) e dell’area chirurgica (Nord 4.9, Centro 3.9, Sud e Isole 3.5).
“L’indagine, commenta la SIGM, ha dimostrato il suo valore ed è stata apprezzata anche come bussola orientativa per tutti i colleghi aspiranti specializzandi che, all’atto dell’iscrizione al concorso nazionale di accesso alle Scuole di Specializzazione, si trovano nella non facile situazione di scegliere al buio in quali centri poter completare il proprio percorso formativo-professionale dopo gli anni del corso di laurea e l’ottenimento dell’abilitazione alla professione. I colleghi – continua - anche quest’anno saranno chiamati alla compilazione con l’apertura del form per nuove compilazioni 2017, a partire dalla prossima settimana, al fine di aumentare il campione e rendere continuativa la valutazione nel tempo. Gli aspiranti specializzandi – conclude il commento SIGM - potranno accedere alle schede per tipologia con il dettaglio delle singole scuole in modo da avere un supporto decisionale aggiuntivo all’atto della scelta delle proprie preferenze in vista del prossimo concorso nazionale di accesso alle Scuole di Specializzazione SSM2017 (a.a. 2016/2017)”.
28 agosto 2017
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